SOVERATO WEB - HOME PAGE Diario di una Soveratese in America

Il mio bicchiere é sempre mezzo pieno… o quasi

Racconto di una vacanza a Soverato

 Come chi mi conosce sa bene, sono molto orgogliosa di essere italiana. Amo l’Italia e la sua gente, e soprattutto amo l’idea di avere Soverato, una pezzo di Paradiso, ad aspettarmi quando sono pronta a rilassarmi.

Devo ammettere che tra tutto quello che ho lasciato in Italia é proprio Soverato che mi manca piú di ogni altra cosa, dal momento che con la mia famiglia ci parlo almeno una volta alla settimana.

Ma Soverato…quel mare, quell’aria particolare di “casa” che respiro solo quando sono lí, queste cose mi mancano davvero. Quelle giornate gloriose di sole e mare, anche d’inverno, la vita che procede ad un ritmo piú umano, avere tutto a quattro passi di distanza, la gente, le “solite facce”…Sono sicura che chi vive a Soverato non condividerá le mie sensazioni, ma voi che siete lontani sapete di cosa sto parlando.

L’estate scorsa arrivo a realizzare che finalmente, dopo quasi due lunghi anni, posso andare a casa e rivedere la mia famiglia, il mio mare, la mia cittá.

A Settembre compro due biglietti per la modica cifra di $398 ciascuno, andata e ritorno con Alitalia, da New York a Lametia Terme. Non ci potevo credere…Il prezzo era talmente basso che anche l’operatore dell’Alitalia ha controllato due volte per essere sicuro…Peccato che altrettanti soldi li abbia voluti Delta per il volo da Detroit a New York. Ma non é questo di cui voglio parlare…

Il 17 Dicembre iniziamo un viaggio che sarebbe durato 24 ore. Il 18 Dicembre alle 11:30 atterriamo a Lametia, esausti, ma felici ed impazienti. Le uniche cose a cui riesco a pensare in quel momento sono solo una doccia e le lasagne di mia nonna.

Così atterriamo e ci avviamo a ritirare i bagagli. Dopo avere aspettato quella che ci é sembrata un’eternità (una trentina di minuti, in realtà) un finanziere ci comunica  che “alcuni” bagagli non sono arrivati da Milano, dove abbiamo fatto scalo, e che chi non li ha ricevuti sarebbe dovuto andare al Lost and Found a fare una denuncia di smarrimento. Benvenuti in Italia!

Mio marito ed io eravamo preparati all’evenienza, poiché Alitalia i bagagli li aveva giá persi sia a lui che ai suoi genitori un paio di anni fa. “Poco male” ci siamo detti, saranno qui con il prossimo volo, come é successo le altre volte. Ed il bicchiere é mezzo pieno.

Alitalia, molto cortesemente, ci informa che i bagagli ci saranno recapitati a casa il giorno dopo. E cosí, fatta la denuncia, finalmente siamo sulla strada di casa.

Il giorno seguente, alle 3 del pomeriggio, ci iniziamo a chiedere se forse non avessimo fatto meglio ad essere andati di persona a prenderle queste benedette valigie.  Proviamo a chiamare Alitalia, al numero che ci hanno dato il giorno precedente, ma nessuno risponde. La frustrazione comincia a crescere quando mi rendo conto che questi individui non stanno rispondendo al telefono deliberatamente, e che non c’é modo di mettersi in contatto con quell’ufficio. Finalmente, dopo essere ricorsi ad un trucchetto ed avere nascosto il numero del chiamante, Alitalia risponde al telefono.

Sono una persona intelligente, e mi rendo conto che le valigie non le hanno perse quei quattro gatti che lavorano a Lametia per cui cerco di essere gentile ed educata e chiedo informazioni. Mi dicono che le valigie sono con il corriere e che ci arriveranno in giornata. E ci voleva tanto?! Alle 19:30 arriva il corriere, ma scopriamo, con grande disappunto, che di valigie ne é arrivata una sola invece di due…e l’altra dov’é? L’omino non ne sa niente, ovviamente. Ed insomma, dopo avere “sprecato” la prima giornata a Soverato bloccati a casa, siamo anche a corto di una valigia…quella che conteneva tutta la mia roba. Roba nuova, se posso aggiungere, comprata due settimane prima di partire. Speriamo arrivi domani… Il bicchiere é ancora mezzo pieno.

Per i 5 giorni successivi ho fatto una telefonata quotidiana ad Alitalia “Salve, sono la signora Conner. Nessuna notizia della mia valigia?” La stessa risposta ogni volta: “No signora…forse domani. Non si preoccupi, appena arriva la chiamiamo…” Il quinto giorno mi hanno, di fatto, chiamato: “Signora, la valigia non é arrivata. Mandi una denuncia di smarrimento alla sede di Los Angeles e di Palermo…” Come scusi??!

A quel punto la frustrazione si é trasformata in rabbia. Ancora una volta mi ripeto che non é colpa loro e me ne faccio una ragione.

Ma porca miseria, é la terza volta che perdono queste caspita di valigie…ma di chi é la colpa??? Come si fanno a perdere 200 valigie in un colpo solo? Ebbene si, quella mattina Alitalia ha avuto una svista che ha coinvolto 200 bagagli nello stesso volo, almeno a quanto mi dicono. Una cosa del genere deve fare scatenare una reazione da parte di qualcuno, o no?

E chi mi ripaga delle spese che ho sostenuto per rimpiazzare almeno le mutande, se non altro, che avevo in valigia? Uno si deve pur cambiare…e se anche mia sorella mi ha dato un paio di jeans ed un paio di maglioni, ma almeno le mutande me le dovevo comprare!

E perche’ devo essere io a pagare, quando, se la valigia fosse arrivata, di mutande non ne dovevo comprare? Con questa domanda mi sono avviata all’aeroporto a chiedere un risarcimento all’Alitalia per le prime spese. D’altronde gente che ha avuto la stessa esperienza mi dice che un immediato risarcimento lo hanno sempre ricevuto.

La prima impiegata con cui parlo in aeroporto mi dice che loro non hanno una cassa da cui attingere per risarcimenti e che forse dovremmo andare a controllare tra i bagagli in giacenza per assicurarci che la valigia non sia lí, dimenticata in un angolo. Andiamo al secondo ufficio, e vi risparmio il racconto delle manovre che abbiamo dovuto fare per entrarci, ma della valigia non c’é traccia. L’ultima spiaggia é il capo-scalo. La capo-scalo ci é stata tanto utile quanto un cubetto di ghiaccio ad un eschimese. L’unica informazione  pratica che é stata in grado di darci sul risarcimento delle spese immediate non ha fatto altro che aumentare la rabbia. “C’é un tetto massimo di risarcimento. Naturalmente conservi gli scontrini ed Alitalia le risarcira’ il 50% di quello che ha speso.” Il 50%??? E perche’ il 50%? Niente da dire sul tetto massimo, perché uno non se ne deve approfittare, ma se io ho speso 100 Euro tra mutande, un maglione ed un paio di pantaloni, voglio 100 Euro, non 50…Non ne ho spesi 50, ne ho spesi 100 e tu me li devi ridare tutti, centesimo per centesimo. A parte anche i soldi per spedire le due denunce, raccomandate espresse con ricevute di ritorno, altri 8 Euro. Non per fare la spilorcia, perché grazie a Dio i soldi per pagare ci sono, ma cornuta e mazziata no, non ci sto!

Poi mi é sorto un dubbio. Ma dove sono scritte tutte queste regole di cui tutti questi individui parlano? Poiché non sono disponibili in aeroporto e nessuno mi ha dato un pezzo di carta, un contratto o un regolamento scritto, me le vado a cercare per conto mio. Mi piace essere una consumatrice informata, cosí vado sul sito web dell’Alitalia a cercare informazioni, ma di regolamentazione di risarcimenti non se ne fa parola; poiché sono testarda chiamo il Servizio Clientela di Roma, le risposte sono sempre le stesse, ma in piú mi hanno chiaramente detto che ci vorranno, cito, “sei mesetti” prima di vedere una lira. Sei mesi… E facciamocene una ragione anche di questo, meglio tardi che mai. Se non fosse che la scuola per cui lavoro ha un codice per il vestiario ben  definito e non posso presentarmi in jeans e maglioncino, per cui mi toccherá spendere altri soldi per sostituire i pantaloni, le camicie e le giacche che avevo messo in valigia. Ma questi soldi Alitalia non li rimborserá. Inutile dire che per il prossimo viaggio cercheró una compagnia diversa da quella di bandiera. Adesso il bicchiere non é piú cosí pieno…

Persa la valigia, frustrata, arrabbiata, e con l’impressione di essere stata presa in giro a destra e sinistra, inizio la vacanza.

Soverato é bella come me la ricordavo, anzi anche di piú. Il mare é splendido, il lungomare mi appare forse anche piú bello di quello che é in realtá, ma non voglio essere coinvolta in tutte le discussioni sul degrado delle pinete, delle panchine e quant’altro. Mi godo le mie passeggiate vedendo solo ció che voglio vedere: il mare ed una bellissima grande “isola” dove camminare senza dovere scansare le macchine. Un grazie enorme al Sindaco Calabretta per avere chiuso il lungomare.

In quei venti giorni a Soverato ho cercato di fare tutto quello che ho aspettato di fare per due anni, incluso vedere le mie due “sorelline", coinquiline e compagne di universitá e testimoni al mio matrimonio. Vivono a Termoli, in provincia di Campobasso e, bontá loro, hanno guidato per 6 ore per venire a passare il Capodanno con me a Soverato. Il problema alloggio si é presentato quando sono andata in cerca di un albergo.

E questo é un messaggio indirizzato a tutti coloro che sono in favore della costruzione di nuovi alberghi a Soverato.

Il 27 Dicembre a Soverato c’era un solo albergo aperto. UNO!! Prima di costruirne di nuovi, cerchiamo di tenere aperti quelli che giá ci sono! Anche in questo caso ho cercato di mantenere uno spirito positivo, in fondo uno é meglio di niente. Il bicchiere é ancora piú o meno pieno.

Quando sono andata a prenotare, ho spiegato che avevo bisogno di una stanza matrimoniale per una coppia ed un bambino di due anni, ed una stanza doppia o matrimoniale per un’altra coppia. Non c’é problema, mi dicono. Mi mostrano la matrimoniale fornita di lettino singolo. Perfetta! Finalmente le cose sembrano andare per il verso giusto; fino a quando chiedo quant’é la tariffa…80 Euro. 80 Euro?? A Soverato? A Dicembre? Ingoio il rospo poiché, purtroppo, non c’é alternativa. Il giorno dopo mi dicono che una stanza all’Hilton (e dico Hilton!) di Sorrento (Sorrento!) costa 90 Euro. Ed ingoio pure questo di rospo.

Una volta arrivati gli ospiti, durante la registrazione alla reception dell’albergo, scopriamo che le stanze assegnate sono due doppie, con lettini singoli. La cosa non mi avrebbe infastidita piú di tanto, se non ci fosse stato un bambino a cui pensare. “E il bambino dove lo mettono?” chiedo. L’impiegato non sa che dire, deve chiamare i titolari per ricevere istruzioni. Professionisti del turismo dei miei stivali!

 Dopo qualche secondo il telefono, per qualche strana ragione, finisce nelle mie mani. Chiedo spiegazioni a chi é dall’altra parte del telefono e domando che fine avesse fatto la stanza che mi era stata mostrata solo due giorni prima. Mi sento dire che é occupata e che non ci sono altre matrimoniali a disposizione…In tutto l’albergo non c’é un’altra stanza matrimoniale libera, neanche una brandina da sistemare provvisoriamente nella doppia. A quel punto, dopo avere giá avuto a che fare con l’incompetenza di Alitalia, non avevo di certo piú alcuna voglia ne di essere presa in giro ne di prendere parte ad un’altra commedia all’italiana. Non ho avuto nessun problema ad “esternare” il mio disappunto. Tutta la frustrazione accumulata nei giorni precedenti é esplosa. Dopo che i titolari dell’albergo mi hanno sbattuto il telefono in faccia (pure!) ce ne siamo andati, in cerca di un altro albergo, ovviamente fuori Soverato. Il bicchiere adesso é mezzo vuoto.

Giusto un paio di considerazioni.

E’ questa l’immagine che i nostri albergatori proiettano della nostra cittadina? Ma davvero ci vogliamo spacciare per una localitá turistica? Ma davvero si sta considerando l’idea di costruire nuovi alberghi? E con quale intenzione? Di prendere ancora piú gente a pesci in faccia?

Permettetemi di fare una domanda a voi che siete del mestiere. Quali sono le qualifiche di un albergatore? Quali sono gli standard etici? Ce ne sono? Dov’é l’ospitalitá? Il senso degli affari?

Senza turismo Soverato muore. Allora perché ai turisti facciamo rimpiangere di essere venuti? Sono perfettamente cosciente del fatto che si sia trattato di un caso isolato e che non tutti gli albergatori di Soverato siano cosí ignoranti, ma anche uno solo é uno di troppo.

Altro che nuovi alberghi! Pensate invece ad investire quei soldi nel miglioramento delle strutture che giá abbiamo, a professionalizzare il personale, a tenere sotto controllo i prezzi, perche’ 80 Euro a Soverato a Dicembre é un furto! Riflettete su questa piccola esperienza prima di avventurarvi nella costruzione di nuovi alberghi, che altro non faranno che impoverire il paesaggio.

Per concludere il mio sfogo, ho passato 20 bellissimi giorni a Soverato, ma solo perché Soverato é la “mia” città e perché la mia famiglia é lí. Perdere la valigia é stato fastidioso, ma grazie a loro non un dramma; i miei ospiti erano come “di famiglia,” per cui cercare un albergo alle 9 di sera non é stato imbarazzante. Ma se dovessi consigliare a qualcuno se venire in vacanza a Soverato ci penserei due volte. Che figura rischio di fare?

Il bicchiere é sempre mezzo pieno o mezzo vuoto. Questa vacanza mi ha fatto pensare che forse a Soverato dovremmo essere tutti grati di avere anche solo il bicchiere, tanto per iniziare.

Siamo entrati nel Nuovo Millennio, siamo entrati in Europa. Cerchiamo di esserne all’altezza.

racheleconner@hotmail.com

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