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Scavi nel borgo di Soverato Vecchia
Il Comune di Soverato nell’ambito del programma d’interventi dei lavori pubblici 2008/2010 ha inserito il progetto riguardante i lavori di manutenzione straordinaria, opere varie miste, scavi archeologici del borgo medievale di Soverato vecchio. Il progetto è volto ad assicurare la valorizzazione delle risorse naturalistiche ambientale del patrimonio dei beni archeologici presenti sul territorio. Lo scopo è anche quello di rendere possibile un itinerario turistico integrato per tutto il territorio al fine di favorire il potenziamento del patrimonio pubblico esistente e garantire la disponibilità - per la fruizione pubblica- turistica – all’area dell’antico borgo medievale.
2 - CENNI STORICI
Il sito di Soverato Vecchio si erge su una collina alta m. 95 s l. m a circa 1300 metri dalla linea di costa, accerchiato su tre lati dal torrente Beltrame. Soverato presenta le caratteristiche del borgo fortificato circondato da mura intervallate da torri. La sua fondazione si può far risalire molto probabilmente al X secolo, quando i Bizantini riconquistano l’Italia meridionale occupata dai Longobardi e dagli Arabi. Infatti, Soverato sembra inserirsi in un programma di controllo e di difesa del territorio così come avvenuto per esempio per la vicina Scolacium città greco-romana sorta sulla costa e che inseguito troverà una collocazione su un’area più facilmente difendibile, come testimoniano gli scavi relativi all’area di Santa Maria del Mare. Si può rilevare per questo borgo una caratteristica degli insediamenti fortificati del X secolo sorti in aree vicine alla costa su piccoli promontori degradanti verso la vallata, mentre in epoca normanna i castra saranno costruiti in zone più interne come nel caso del già citato esempio di Squillace, sorto inseguito alla costruzione del dojon. Le prime notizie riguardo al sito di Soverato sono contenute nel Brevion, un importante documento per la ricostruzione della storia della Calabria bizantina che inquadra la situazione dei possedimenti ecclesiastici già alla fine del X secolo. Sono, inoltre, citati dei fondi coltivati a gelso situati nel territorio di Souberaton, appartenenti al monastero d’Arsaphia presso Stilo. Altre importanti notizie sono contenute negli atti dei Papi Clemente V e Giovanni XXII dove Soverato è definito castrum e in un documento del 1328 sono menzionati sia la chiesa di Santa Caterina sia le confraternite di San Giovanni e del Santissimo Sacramento. Soverato rientra nel giro d’ispezione d’Alfonso duca di Calabria che, nel 1489 insieme all’architetto Antonio Fiorentino, allievo di Francesco Di Giorgio, Martini intraprende un viaggio per valutare lo stato di conservazione delle strutture fortificate. Il 1783 è l’anno del definitivo abbandono del sito in seguito al fortissimo terremoto che colpisce molte aree della Calabria. I sopralluoghi condotti dall’equipe di tecnici sopraggiunti da Napoli dopo il sisma stabilirono la ricostruzione di Soverato in un’area più sicura attraverso un piano urbanistico che si discostò dagli schemi d’altre città ricostruite dopo il terremoto. Infatti, Soverato presenta un impianto urbano legato ancora a schemi medievali rispetto ad altri centri come Borgia, per limitarsi ad un solo esempio, ricostruita a maglia ortogonale. Dal punto di vista urbanistico- topografico, l’antico borgo si sviluppa in senso ovest- est sulla sommità di una collina naturalmente difesa su tre lati, nord, est e sud, mentre il quarto quell’occidentale si collega con una sella al gruppo collinare retrostante. La collina è costeggiata dal torrente Beltrame, che la isola e la protegge, nei versanti meridionale ed orientale. Nonostante il cattivo stato di conservazione è possibile leggere il tessuto abitativo almeno per quanto riguarda la fase settecentesca prima dell’abbandono. L’ impianto urbano è quello tipico medievale, attraversato da stretti vicoli dove si alternano piccoli edifici a schiera e case –torri. La viabilità è, infatti, legata al sistema di difesa predisposto ad impedire infiltrazioni durante gli attacchi. Pochi sono gli spazi aperti e allo stato attuale è visibile un’unica piazza localizzata sul versante sud-est dell’abitato, riconducibile probabilmente ad una ricostruzione post medievale del borgo. Caratteristica di tutte l’abitazioni è la presenza di rinforzi murari (barbacani) visibili anche nella chiesa Matrice e nelle torri della cinta muraria. Dal nucleo urbano emergono edifici di un certo pregio architettonico e volumetrico, da identificarsi probabilmente con le dimore gentilizie. In particolare una risulta molto ben conservata (palazzo baronale) è si presenta a pianta rettangolare divisa da un tramezzo che divide lo spazio in due grandi ambienti in cui sono visibili le tracce di caminetti. L’ edificio si sviluppa su due livelli, aperti da due finestre per piano, orientati verso il lato meridionale. Il punto più alto della città è segnato dalla chiesa di Santa Caterina, ubicata a ridosso del muro di cinta sul margine settentrionale. La chiesa è ad un’unica navata e probabilmente in origine provvista d’abside. Al centro si apre una cripta voltata a botte, parzialmente scavata e destinata ad ossario. L’ interno è illuminato da due monofore poste sul lato meridionale, mentre sul lato opposto si erge un costone roccioso che sovrasta la chiesa sulla cima del qual è stata recentemente impiantata una croce di ferro. Rispetto ad altri edifici la piccola chiesa presenta un buono stato di conservazione, probabilmente dovuto alla compattezza della struttura muraria dove si scorge il reimpiego di blocchi lavorati appartenenti a fasi più antiche, sono, tuttavia, presenti molte lesioni e un ampio varco in corrispondenza del portale in origine sovrastato da un rosone.
Ad unica navata è anche la chiesa Matrice che conserva quasi intatto il lato meridionale sostenuto da un barbacane come appoggio di rinforzo. Ingenti crolli riempiono l’interno impedendo allo stato attuale ulteriori osservazioni sulla struttura, costituita da muratura a sacco con inserti di laterizio e blocchi squadrati appartenenti ad epoche più antiche. E’ molto probabile che la parte più alta del borgo abbia definito la prima fase d’incastellamento dove compaiono strutture murarie, che per tecnica di costruzione e tipologia, è possibile ricondurre ad un periodo più antico. All’ interno del circuito murario sono visibili resti di torri quadrate risalenti probabilmente all’epoca in cui Soverato è definita castrum. La presenza di bastioni poligonali ricade nella fase di ricostruzione del sistema difensivo attuato da Carlo V che si attivò al potenziamento delle opere difensive e all’adeguamento alle nuove tecniche di difesa, mentre le torri circolari presenti potrebbero risalire ad un’ultima fase di ristrutturazione difensiva, attuata intorno al XVII secolo. Poiché il borgo era protetto dal costone su cui sorge l’agglomerato di Soverato Superiore e occluso alla vista del mare fu costruita su una piccola altura, sulla destra della foce del Beltrame, una torre d’avvistamento come sistema d’allarme ad un possibile attacco dal mare.
3 - QUADRO DELLO STATO DI FATTO
Allo stato attuale il borgo è accessibile da un percorso ubicato sul versante meridionale della collina. Il percorso è composto di una scalinata, realizzata con gradini, la cui battuta è stata stabilizzata con ghiaia grossolana, ed è protetto da una staccionata, costituita da pali di castagno non decorticati. La principale causa di degrado è dovuta essenzialmente ad un’eccessiva vegetazione infestante che rende disagevole la promenade. Sono, inoltre, visibili brani di piccoli muri di sostegno, costituiti da conci di pietra a secco, in diverse parti interessati da fenomeni di decoesione del materiale. In alcuni tratti del percorso sono presenti lastre di pietra squadrata, a contenimento dei dislivelli, che mostrano, anch’essi, fenomeni di dissesto. L’intervento di recupero investirà principalmente la chiesa Matrice della quale, allo stato attuale, è difficile avere una conoscenza approfondita, soprattutto per quanto riguarda le strutture murarie, a causa di crolli interni che impediscono l’accesso, compromettendo la stabilità dei muri superstiti.
4 - FINALITA’ PROGETTUALI
La finalità progettuale è quella di garantire la disponibilità – per la fruizione pubblica- turistica –all’area dell’antico borgo-. Il progetto si propone il recupero del sito archeologico, attraverso interventi minimi ma sistematici che possono essere programmati nel tempo, evitando gli effetti catastrofici della mancata manutenzione, manutenzione intesa come cura del costruito che ne garantisce nel tempo la sopravvivenza e la qualità. L’intervento principale sarà quello degli scavi archeologici che investiranno principalmente l’area che circoscrive la chiesa Matrice, della quale allo stato attuale, ciò che rimane è un brandello di muro che evidenzia una struttura a sacco composta di conci di pietra irregolare con inserti in laterizio. Prima della campagna di scavi si procederà ad un intervento di manutenzione generalizzata, che consisterà nel decespugliamento della vegetazione infestante, che rappresenta una delle cause di degrado, al consolidamento dei resti murari della chiesa Matrice con puntellamento ed interventi di coesione dell’apparecchio murario. Si procederà al ripristino e messa in sicurezza del percorso d’accesso alla chiesa, mediante interventi marginali sui brani murari particolarmente dissestati o pericolanti, intervenendo con piccole riprese localizzate da realizzare con malta di calce e pietra di recupero. Saranno eseguiti interventi di manutenzione sul percorso d’accesso al borgo, che comprenderanno il ripristino d’alcuni muretti a secco mediante il reperimento di materiale in loco, che dovrà essere posto secondo forme e tecnologie tradizionali, la sostituzione della ghiaia con un misto d’argilla e ghiaia mescolati e costipati in modo da ottenere una superficie compatta e non sdrucciolevole, la messa in sicurezza del percorso mediante l’integrazione di tratti di staccionata nei punti con maggiore declivio. Si procederà all’integrazione della cartellonistica mediante l’ubicazione nel punto d’accesso al borgo, di una tabella informativa e storico – culturale riportante informazioni relative al luogo interessato. A scavo finito saranno previste opere di regimentazione delle acque con eventuali somme derivanti da ribassi e /o economie; eventuali opere di protezione a strutture e rinvenimenti; opere di rinterro con opportune protezioni qualora non vi sia sufficiente garanzia di conservazione dei materiali rinvenuti. Per La descrizione degli interventi di scavo si rimanda alla relazione tecnica specialistica.
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