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31/08/2010

Tra le ipotesi investigative l’ascesa delle cosche del Reggino
Le mani dei clan sul territorio

Rocco CatroppaCATANZARO - Anche l’omicidio del panettiere di 41 anni di Vallefiorita, Rocco Catroppa, presunto boss del locale succeduto a Giovanni Bruno 42 anni braccio destro di Vito Tolone, ucciso il 31 gennaio 2008 a Vallefiorita rientra nella cosiddetta “Faida dei boschi”. Resta da capire se, stando ad alcune ipotesi investigative, sia da ritenersi la risposta all’omicidio di Bruno avvenuto il 15 maggio 2010 a Vallefiorita, per subentrare al suo posto nel ricco traffico di armi e droga, considerato che negli ultimi tempi pare che tra il Bruno e il Catroppa non corresse buon sangue. Oppure se l’omicidio Catroppa rientri in questa precisa e unica regia di fare piazza pulita di tutti i presunti boss e gregari per avere il predominio sugli affari nel territorio dal Reggino al Vibonese, passando per il Basso Jonio Catanzarese. E l’omicidio di Vito Tolone, per come emerge dalle carte di Mithos, sarebbe maturato proprio in questo contesto criminale in cui il Tolone cercava di inserirsi nel traffico di cocaina come approvvigionatore dei guardavallesi, tramite Antonio Giannini che voleva aprire un canale autonomo del traffico di droga con il vantaggio che il Tolone avrebbe fornito le armi. Di certo da sempre la potente cosca del Reggino dei Ruga - Metastasio - Loiero- cerca si avere il predominio sulle cosche del Basso Jonio Catanzarese e del Vibonese. E l’emergente cosca dei Sia di Soverato, con il presunto boss Vittorio Sia, ucciso ad aprile di quest’anno, aveva stretto legami con il narcotrafficante libanese Kalhed Bayan del foggiano, ora in carcere oltre che con la cosca dei Costa di Siderno con la quale avrebbe avuto interessi speculari ed era diventata una potenza. Anche questo emerge dalle carte delle inchieste Mithos e dalle intercettazioni ambientali dei carabinieri della Compagnia di Soverato coordinati dall’allora sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Gerardo Dominijanni. E questo potrebbe essere uno dei motivi che hanno portato all’omicidio Sia e a quello di Tolone e quindi anche degli altri. Una eliminazione sistematica sul territorio dei presunti boss, ma anche di semplici gregari forse ormai compromessi e troppo scomodi per alcune ‘ndrine. E se il capobastone Carmelo Novella detto Nuzzo è stato eliminato perchè scomodo ormai a molti per via delle sue spinte autonomiste in Lombardia dal momento che voleva recidere il cordone con la “madre - patria” calabrese, anche le teste degli altri boss del calibro di Damiano Vallelunga, del fratello Salvatore e del cugino Giovanni Vallelonga cadono sotto il fuoco di piombo di una precisa regia. Ma chi è contro chi? Il cartello Sia - Procopio - Lentini - Vallelunga - Novella - Costa contro i Todaro e contro i Iozzo - Chiefari di Torre di Ruggiero e Chiaravalle e contro i Gallace - con il presunto capo clan Vincenzo Gallace, alleato dei Ruga- Metastasio -Loiero. In questo scenario si intrecciano i rapporti delle parentele, dei matrimoni tra famiglie di mafia che saldano ancor più le unioni. Ma non sempre è così. É il caso dell’omicidio di Giovanni Vallelonga avvenuto Il 21aprile del2010nella Vallata dello Stilaro, esponente di spicco del clan Metastasio ritenuto dagli inquirenti la risposta al delitto di Damiano Vallelunga suo cugino. E c’è un motivo ben preciso perchè proprio il Damiano Vallelunga sarebbe stato il mandante del tentato omicidio di Giovanni nell’agosto del 1988 come riferito da un pentito Pasquale Turrà di Guardavalle, poi trovato ucciso in modo barbaro, decapitato da una raffica di lupara. Ma da questa pesante accusa il Damiano ne uscì indenne perchè fu assolto dalla Corte di Appello di Catanzaro. Così come quelle parentele pericolose che legavano la moglie di Ferdinando Rombolà sorella della compagna di Giuseppe Todaro (Daniela Iozzo ai domiciliari) il ragazzo scomparso a dicembre 2009 da Soverato forse per un caso di lupara bianca in cui potrebbe esserci la regia dei Sia e dei Procopio. (a. f. - quotidiano della calabria del 31/08/2010)

 

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30/08/2010

Il killer di Rocco Catroppa, un ex sorvegliato speciale di Vallefiorita, ha sparato tra la folla colpendo alla spalla il bimbo di 10 anni (è fuori pericolo)
Festa di sangue: lui ammazzato, il figlio ferito
L’agguato poco prima dei fuochi d’artificio dedicati alla Madonna della Luce. Panico tra la gente

Prima in spiaggia, poi ad una festa di paese; sempre tra la folla, senza scrupoli. Ennesimo brutale omicidio nel Catanzarese. E se si tratti di un nuovo atto della “faida dei boschi” o di un tassello da inserire in un altro scontro in atto a Vallefiorita poco importa di fronte ad una considerazione raccapricciante: si spara come se nulla fosse tra la gente, tornando a ferire anche i bambini. La scorsa settimana il 40enne Ferdinando Rombolà è stato freddato in spiaggia a Soverato; sabato notte è toccato ad un 41enne che stava partecipando insieme a moglie e figlio ad una festa di paese. Come già pubblicato da Gazzetta del Sud nell’edizione di ieri, sabato notte è caduto sotto i colpi di una pistola calibro 7,65 Rocco Catroppa, di Vallefiorita (Cz), panettiere di professione, con alle spalle alcuni precedenti penali. L’omicidio si è consumato intorno alla mezzanotte a Palermiti (Cz), nella centralissima via Cannistrà, all’altezza di via Spasari. Erano in corso i festeggiamenti in onore della Madonna della Luce; per l’esattezza stava per concludersi il concerto della band “Sugarfree” e centinaia di persone - tra cui Catroppa - si stavano già spostando in un’altra zona del paese per per assistere al tradizionale spettacolo dei fuochi d’artificio che avrebbe dovuto concludere la serata festiva. Catroppa si trovava insieme alla moglie ed al figlio di appena dieci anni. Improvvisamente tra la folla si è fatto largo il killer - pare che abbia agito da solo - esplodendo almeno quattro colpi di pistola. Tre hanno centrato Catroppa alla nuca ed al bacino: il 41enne di Vallefiorita non avrebbe avuto scampo. Un altro proiettile ha raggiunto il figlio della vittima, che è rimasto ferito alla spalla. Il ragazzino è stato immediatamente trasferito all’ospedale di Soverato dov’è stato sottoposto ad intervento chirurgico; adesso è ricoverato ma fuori pericolo. Nessuno avrebbe sentito il rumore dei colpi di pistola: la musica, il vociare della folla e la possibilità che il killer abbia utilizzato il silenziatore hanno fatto sì che nessuno dei presenti si sia accorto di nulla. Catroppa, colpito a morte, si è accasciato per terra in una pozza di sangue; è ovviamente scoppiato il panico tra la folla presente alla festa. Il fuggi-fuggi generale ha preceduto l’intervento dei Carabinieri, della Polizia e dei sanitari del 118, che non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo dando invece il via ai soccorsi del figlio. Sul posto, poco dopo l’omicidio, ha effettuato un sopralluogo anche il magistrato di turno presso la Procura di Catanzaro, Alessia Miele, accompagnato dal comandante provinciale dei Carabinieri col. Claudio D’Angelo e dal comandante del Reparto operativo provinciale ten. col. Giorgio Naselli. Già oggi potrebbe essere conferito l’incarico per l’autopsia Naturalmente i festeggiamenti sono stati sospesi. Il concerto si è concluso mestamente e lo spettacolo dei giochi pirotecnici non è neppure iniziato. Sconcerto è stato espresso dal parroco don Antonio De Gori e dal sindaco Enrico Comi, entrambi presenti alla manifestazione. E proprio sulle numerose presenze sabato sera in piazza puntano gli inquirenti nel tentativo di far chiarezza sull’accaduto. Al di là della componente sonora, certamente qualcuno ha visto il killer avvicinarsi al bersaglio e poi dileguarsi tra la folla approfittando del caos generale. È più che scontato che qualcuno abbia aspettato il sicario nei pressi del luogo dell’omicidio, per poi agevolarne la fuga in auto o in moto. Sull’omicidio indagherà la Direzione distrettuale antimafia. Compiuti i primi atti urgenti il pm Miele trasferirà al più presto il fascicolo al collega Vincenzo Capomolla, che già si occupa di una dozzina di omicidi commessi nel Soveratese. Per gli inquirenti l’omicidio di Catroppa potrebbe rappresentare la risposta all’uccisione di Giovanni Bruno, il presunto boss di Vallefiorita ucciso nel maggio scorso; secondo gli investigatori Bruno sarebbe stato il braccio destro di Vito Tolone, anch’egli trucidato nel gennaio 2008. Nel passato di Catroppa ci sono due precedenti significativi. Nel gennaio del 1999 è finito in manette nell’ambito di un’operazione antidroga (nome in codice “Elefante”); nel marzo 2000 fu invece arrestato per detenzione di armi.

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(Giuseppe Lo Re - Gazzetta del Sud del 30/08/2010)


29/08/2010

Agguato a Palermiti
Assassinato uomo di Vallefiorita

PalermitiPALERMITI (CZ) - Un uomo, Rocco Catroppa, di 38 anni, è stato ucciso a colpi di pistola con silenziatore a Palermiti, nel catanzarese. L'uomo che aveva assistito ad un concerto e si apprestava a seguire uno spettacolo di fuochi pirotecnici nell'ambito di una festa religiosa, si è accasciato al suolo provocando la fuga delle persone in preda al panico - molti i bambini - che si trovavano nelle vicinanze. L'omicidio di Catroppa, che era di Vallefiorita, un centro poco distante, è stato rilevato carabinieri della tenenza di Soverato giunti sul posto che hanno potuto constatare che Catroppa era stato raggiunto alla testa da un colpo di pistola con silenziatore. L'omicidio è avvenuto a distanza di poco meno di una settimana dall'uccisione di Ferdinando Rombolà, di 40 anni, l'uomo colpito a morte sulla spiaggia della località turistica dello Jonio catanzarese mentre era in compagnia della moglie e di decine di bagnanti. L'omicidio Rombolà è stato inquadrato dagli inquirenti nell'ambito della faida dei boschi che da qualche anno vede scontrarsi le cosche della 'ndrangheta che operano nella zona delle serre vibonesi, nel basso Ionio catanzarese e nell'alto Ionio reggino.

Nell'agguato a colpi di arma da fuoco con silenziatore della scorsa notte a Palermiti, in cui è stato ucciso Rocco Catroppa, è rimasto ferito, in modo non grave, anche il figlio della vittima, un bimbo di 10 anni. Il bambino è stato colpito alla spalla ed è attualmente ricoverato nell'ospedale di Soverato. Le sue condizioni non sono gravi. La vittima dell'agguato, residente a Vallefiorita dove svolge l'attività di panettiere, pregiudicato ed ex sorvegliato speciale, stava assistendo assieme ai familiari alle celebrazioni civili della festa in onore della Madonna della Luce, quando è stato avvicinato da qualcuno che gli ha sparato alcuni colpi di arma da fuoco con un'arma silenziata. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Girifalco e la squadra mobile di Catanzaro.

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