|
09/10/2010
L’auto, il cellulare e il portafogli erano stati trovati a
Brognaturo. Ora indaga solo la Compagnia di Soverato
Nessuna traccia del boscaiolo
Franco Amato di Davoli è scomparso da 9 giorni, potrebbe essere lupara
bianca
|
05/10/2010
Continuano le ricerche di Franco Amato il trentottenne di Davoli
Tutte le piste continuano ad essere battute in maniera serrata ma di Franco Amato non c'è ancora nessuna traccia. Il trentottenne di Davoli scomparso ormai da mercoledì scorso è di fatto stato risucchiato in un inquietante cono d'ombra, dal quale non si sa ancora come possa uscire. I boschi di Brognaturo (dov'è stata trovata la sua auto, normalmente parcheggiata e con a bordo diversi effetti personali) sono stati battuti palmo a palmo dai carabinieri della Compagnia di Soverato e da quelli di Serra San Bruno. Anche le unità cinofile dell'Arma hanno fornito il loro contributo, senza però riuscire a trovare l'uomo. Boscaiolo, sposato (a dare l'allarme è stata proprio la moglie che non lo ha visto rientrare dal lavoro) e domiciliato a Davoli da qualche anno, ma residente nel quartiere Scordovillo di Lamezia Terme, Amato è noto alle forze dell'ordine per via di due arresti subiti negli anni scorsi per furto d'auto e di materiale ferroso. Gli inquirenti non tralasciano alcuna ipotesi: dall'allontanamento volontario a quello, in qualche modo, contro la sua volontà. Col passare dei giorni, pare invece vada sbiadendo l'ipotesi dell'incidente: un corpo o un uomo ferito sarebbe stato trovato, prima o poi, in una pur fitta boscaglia. Così, accanto alla prospettiva di una fuga per ragioni "personali", potrebbe prendere quota quella della sparizione "coatta". Va però compreso quale potrebbe esserne il contesto. Amato, al di là dei precedenti per furto, non pare avesse legami con realtà della criminalità organizzata del luogo. Ma anche su questo - ricordiamo che si è nel labile campo delle ipotesi - non vi sono certezze che possano far inquadrare o meno la sua scomparsa in un ambiente ben determinato, magari in quello della "faida dei boschi". Quest'ultima è una possibilità che, alla luce della sua recente virulenza, può sempre essere inserita a pieno titolo nel ventaglio delle supposizioni ma, ovviamente, per assurgere al rango di "pista" investigativa dovrà essere supportata da elementi concreti. E in questa delicata fase, gli investigatori tengono le bocche ben cucite, proseguendo la loro attività d'indagine senza "proferire verbo" e senza trascurare alcuna possibilità. (Francesco Ranieri - gazzetta del sud) |
02/10/2010
Potrebbe trattarsi di lupara bianca legata alla faida dei
boschi. Nel 2008 era stato arrestato per estorsione
Boscaiolo scomparso da 3 giorni
L’auto di Franco Amato, 38 anni di Davoli, trovata tra gli alberi a
Brognaturo
CATANZARO - È scomparso da tre giorni, dalle 16,30 di mercoledì, un boscaiolo di Davoli , nel Catanzarese, Franco Amato di 38 anni, già noto alle forze dell’ordine ma residente nel campo rom di località Scordovillo a Lamezia Terme. A dare l’allarme l’altro ieri la moglie dell’uomo che ha allertato i carabinieri della Compagnia di Soverato al comando del capitano Emanuele Leuzzi. L’ auto di Amato, una Fiat Bravo nera ultimo modello, è stata ritrovata nei boschi a Brognaturo nel Vibonese, con dentro il cellulare e il portafoglio, ma dell’uomo nessun atraccia. Proprio in quei boschi dove il 14 giugno di quest’anno è stato ucciso a colpi di lupara Salvatore Vallelunga, fratello del presunto boss dei “Viperari” Damiano Vallelunga ucciso il 27 settembre 2009 a Riace davanti al santuario dei santi Cosma e Damiano . E nello stesso agguato rimase ferito anche Santo Procopio, 27 anni, boscaiolo di Isca ma residente a Guardavalle che già il 27 gennaio di quest’anno era scampato a un altro agguato. Stando a una prima ricostruzione dei fatti secondo gli inquirenti Franco Amato non si sarebbe allontano in modo volontario. E non si esclude, dunque, che l’uomo possa essere stato vittima di un agguato che potrebbe rientrare nella cosiddetta faida dei boschi. Una riaperta e cruenta guerra tra clan rivali che da oltre due anni sta segnando col sangue il territorio a cavallo tra la vallata dello Stilaro nel Reggino, le Serre del Vibonese, e il Basso Jonio Catanzarese, per il controllo delle attività illecite sul territorio. Interessi che vanno ben oltre gli appalti boschivi, come più volte ribadito dal procuratore capo della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ma che riguardano soprattutto il traffico di cocaina, gli appalti pubblici e non ultimo il business dell’eolico per come emerge dalle indagini. Un guerra che ha già lasciato a terra dall’inizio dell’anno 11 morti ammazzati solo nel Catanzarese senza contare i casi di lupara bianca come il giovane Giuseppe Todaro 27 anni di Soverato scomparso da casa il 23 dicembre 2009 e il cui cadavere non è stato più ritrovato. Sulla scomparsa di Franco Amato stanno indagando anche i militari dell’Arma della Compagnia di Serra San Bruno che con l’ausilio di unità cinofile hanno setacciato i boschi della zona del Vibonese alla ricerca dell’uomo ma senza alcun esito positivo finora Franco Amato il 13 agosto del 2008 era finito insieme ad altre persone di etnia rom nelle maglie dell’operazione, anticrimine condotta da polizia e carabinieri di Lamezia Terme per stroncare una banda criminale ben organizzata dedita ai furti e alle estorsioni. L’operazione anticrimine si è conclusa con sei arresti tra cui quello di Franco Amato. Le estorsioni riguardavano il cavallo di ritorno. In sostanza i rom prendevano di mira alcuni proprietari di automobili ai quali chiedevano somme di denaro per riavere l’auto rubata. A firmare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere era stato il gip di Lamezia. Chiara Ermini su richiesta del procuratore della Repubblica di Lamezia, Raffaele Mazzotta e del sostituto Maria Alessandra Ruberto che per mesi ha coordinato l’attività investigativa. (Amalia Feroleto - Quotidiano della Calabria) |
SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese
|