|
(24/03/2011)
Guardavalle L’operaio Agostino
Gerace è stato assassinato fra i boschi di Elce della Vecchia con modalità non
mafiose (il cranio fracassato)
Gli uccisero zio e fratello, ora è toccato a lui
Si pensa ad un litigio ma non vengono escluse altre piste investigative,
compresa la “faida dei boschi”
I rami fitti e intricati degli alberi di faggio tutt’intorno sarebbero al momento gli unici “testimoni” della brutale uccisione del 33enne Agostino Gerace, avvenuta intorno alle 13 di ieri in località Faggio Grande di Elce della Vecchia, frazione montana di Guardavalle, quasi al confine tra le province di Catanzaro e Vibo Valentia. Stando ai primi accertamenti, l’uomo, che di mestiere faceva l’operaio ma si prestava a vari altri lavori per arrotondare il mensile, sarebbe stato ucciso dai violenti colpi alla testa infertigli da una o più persone con un corpo contundente: l’arma, dunque, potrebbe anche essere stata un ramo o una pietra, oggetti di cui il terreno circostante è del resto disseminato. L’operaio, che viveva da solo proprio a Elce della Vecchia, si era recato a fare legna per il riscaldamento della sua abitazione (proprio quella in cui era nato nel 1978), visto che si sta parlando di una località situata a circa mille metri d’altezza, dove la temperatura è estremamente bassa fino a primavera inoltrata. Una volta giunto a Faggio Grande, Gerace è sceso dalla sua Peugeot 207 e ha iniziato a raccogliere un po’ del legname circostante, cercando poi di mettersi all’opera con i vicini alberi, utilizzando degli arnesi da taglio. Non si sa ancora se l’uomo abbia raggiunto il luogo da solo oppure in compagnia di altre persone: dall’esame dell’area, che è stata circoscritta e interdetta al transito, i carabinieri potrebbero riuscire ad ottenere dei primi riscontri. Si tratta, d’altra parte, di una zona di non facile analisi, visto che, difatti, si cammina su un’immensa distesa di foglie secche, rami caduti e terriccio. Luogo che si è proseguito a ispezionare anche una volta calate le tenebre, grazie al supporto delle cellule fotoelettriche dei vigili del fuoco. È dunque, in questo scenario di aspro silenzio e isolamento assoluto che Gerace potrebbe essere stato raggiunto da qualcuno. A questo punto, la ricostruzione può solo trascendere in una serie di ipotesi: a far scattare la “scintilla” di un violento diverbio sfociato in tragedia potrebbe essere stato uno scambio di battute frainteso; o, forse, l’uomo non avrebbe “potuto” prelevare quella legna; oppure, ancora, delle questioni personali potrebbero aver fatto alzare prima le mani e poi il corpo contundente verso la testa di Gerace, uccidendolo e lasciandolo riverso accanto a un albero, nelle vicinanze della strada provinciale. Proprio uno dei rari automobilisti in transito, ha notato intorno alle 13 il corpo dell’uomo riverso a terra e ormai esanime e ha lanciato l’allarme. I carabinieri del Comando provinciale e della Compagnia soveratese - sul posto sono intervenuti il colonnello Salvatore Sgroi, il tenente colonnello Giorgio Naselli, il maggiore Massimiliano Dovico e il capitano Emanuele Leuzzi - non escludono nessuna pista, anche se, al momento, pur propendendo con cautela verso il violento litigio sfociato in omicidio, quella della faida che ha insanguinato il basso Jonio e le Serre nell’ultimo anno non parrebbe essere la strada maestra. In effetti, nessuna arma da fuoco sarebbe stata utilizzata, anche se occorrerà attendere l’esito dell’esame autoptico prima di dire una parola definitiva sulla morte, nonché i risultati dei rilievi dellla sezione scientifica del’Arma guidata dal maresciallo Giuseppe Chiaravalloti. Mancando, però, l’arma da fuoco, l’ipotesi della “modalità mafiosa” potreb - be dunque scemare e cadere in secondo piano. Sarà importante attendere il preciso riscontro dell’autopsia, che sarà eseguita nelle prossime ore all’Istituto di medicina legale dell’Università Magna Græcia di Catanzaro, dove il corpo di Gerace, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica Alberto Cianfarini (giunto nel pomeriggio sul luogo della tragedia), è stato trasportato, una volta concluso l’esame cadaverico eseguito dal patologo forense dott. Giulio Di Mizio. La lite sfociata in scontro mortale, dunque, apparirebbe l’ipote - si al momento più percorribile, anche se il territorio del basso Jonio e delle Serre calabresi è stato sovente teatro di omicidi legati alla criminalità organizzata. Ma, comunque, gli investigatori non “puntano tutto” in una sola direzione e, pur valutando la pista della lite, stanno cercando di ricostruire la personalità e le conoscenze di Gerace, passando al setaccio quegli ambienti a loro “no - ti”. Del resto, la storia dell’ope - raio racconta sì di un giovane incensurato, ma le pagine che parlano di alcuni suoi stretti familiari sono invece rimaste imbrattate dal sangue: il 28 settembre 1981, infatti, venne barbaramente ucciso il fratello Damiano, un pastorello di soli 14 anni, che era intento a pascolare delle pecore proprio nell’area montana di Guardavalle. Un evento che suscitò molto clamore all’epoca, anche a livello nazionale. Dopo quel fatto, anche il padre, Spartaco, rimase ferito in un agguato ma si salvò. Fu così che la sua famiglia decise di trasferirsi a Milano, con i genitori e due sorelle, mentre di lì a poco il fratello maggiore si sarebbe sposato a Guardavalle. Proprio da Milano, poi, l’operaio si era ri-trasferito in via definitiva a Elce della Vecchia circa sei anni addietro, recandosi di tanto in tanto all’ombra della Madonnina per trovare l’anziana madre (l’ul - tima visita era avvenuta venerdì scorso), rimasta vedova da qualche anno dopo la morte del marito. Nell’agosto del 1988, invece, era caduto sotto le pallottole di alcuni sicari lo zio Libero Gerace, un omicidio che sarebbe maturato proprio nell’ambito della già allora vigente “Faida dei boschi”. Elementi forse “scollegati” rispet - to a quanto accaduto ieri ma che, intanto, aprono uno spaccato tragico su una famiglia bersagliata dai lutti e su tutto un territorio ormai sofferente per il troppo sangue visto scorrere. (Francesco Ranieri - gazzetta del sud) |
SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese
|