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SHOWDOWN 2: TEO SINOPOLI NEGA LE ACCUSE
L’ex vicesindaco: “Solo calunnie, querelerò chi mi ha diffamato”

   


Teodoro Sinopoli, vice-sindaco di Soverato nella scorsa amministrazione, finito tra gli indagati nell’operazione che giovedì ha portato agli arresti tredici presunti affiliati alla cosca Sia-Procopio-Tripodi, esce allo scoperto per negare di aver avuto alcuna parte nelle vicende oggetto di indagine, e per sporgere querela contro i suoi accusatori. “Dopo aver appreso dai mass-media di essere indagato nell’operazione denominata Show down 2, condotta dalla Dda di Catanzaro, per un presunto concorso esterno in associazione di tipo mafioso,  proclamo la mia completa estraneità ai fatti contestatimi, e manifesto la mia massima fiducia nell’operato della magistratura, che saprà fare piena luce sull’intera vicenda”, scrive Sinopoli in una missiva consegnata in esclusiva a CalabriaOra. “Ho dato mandato al mio difensore affinché proponga ogni opportuna azione legale a tutela della mia immagine e sporga denuncia per calunnia nei confronti di chi, per motivi ancora da chiarire, ha reso dichiarazioni infamanti nei miei confronti, già rivelatesi a una prima disamina prive di fondamento”, prosegue Sinopoli. L’evidente riferimento è a Domenico e Vincenzo Todaro, padre e figlio vicini alla cosca Novella (rivale dei Sia), e collaboratori di giustizia dal 2010. E’ sulla base delle loro dichiarazioni che l’ex amministratore è stato iscritto al registro degli indagati.

“Sono rimasto sconcertato dalla richiesta di arresto nei miei confronti, che proprio non mi aspettavo”, confessa Sinopoli, “anche perché imperniata sulle dichiarazioni di persone la cui credibilità è tutta da dimostrare”. Sinopoli si ritiene comunque “sereno” rispetto alle accuse che gli sono mosse, tanto da non escludere l’ipotesi di presentarsi al magistrato, prossimamente, per chiarire la sua posizione.

Assistito dall’avvocato Attilio Matacera, l’ex vice-sindaco ritiene di avere dalla sua parte le considerazioni finali con le quali il gip, Antonio Rizzuti, nella sua ordinanza ha negato gli arresti che erano stati chiesti per lui dal pm, Vincenzo Capomolla.

L’ordinanza ricostruisce le affermazioni rese dai Todaro in vari interrogatori del 2010, relative a un ruolo di favore giocato da Teo Sinopoli in alcuni affidamenti di lavori pubblici a ditte o soggetti “compiacenti” –  secondo i Todaro vicini a Sia e a Maurizio Tripodi, membro di rilievo della cosca – e a un rapporto di confidenza tra Sinopoli e Tripodi, risultante da intercettazioni e atti di indagine. Dopo questa disamina il gip deduce però che “il legame del Sia con tali ditte non emerge in maniera chiara, in quanto i dati riferiti dai Todaro appaiono a tratti equivoci, generici e intuitivi. Né risulta provato, sulla base di elementi obiettivi, un legame stabile del Sinopoli con il Sia, e tanto meno con la cosca nel suo insieme. I buoni rapporti del vicesindaco con il Tripodi”, è la conclusione del giudice, “si prestano facilmente a significati diversi dalla solidarietà di tipo delinquenziale”. Una conclusione che a Sinopoli basta già a sentirsi tranquillo, “pur nello sconcerto – spiega –  di venire a conoscenza dai giornali, da mesi, di notizie di reato che mi riguardano”. Nel merito, Sinopoli sottolinea che “i lavori ai quali si riferisce l’ordinanza sono stati svolti, in urgenza, con l’obiettivo di valorizzare la zona di Soverato vecchio o salvaguardarne il decoro – in un caso per permettere la rappresentazione “Resurrexit”, e in un secondo caso per eliminare una discarica abusiva – in un’ottica di promozione di quel territorio a lungo trascurato”. Sinopoli tiene anche a ricordare i suoi dieci anni da amministratore “vicino alle forze dell’ordine, come dimostrano le tante iniziative organizzate insieme”. Questa, dunque, la versione di Teo Sinopoli. Ma se il fatto che il gip ne abbia respinto l’arresto, lasciandolo a piede libero senza alcun’altra misura restrittiva, sia un preludio a un suo futuro proscioglimento dall’indagine, come auspica la sua difesa, è ancora presto per dirlo.

 Teresa Pittelli - CalabriaOra

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