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LA MIA PARTE INTOLLERANTE - a cura del Libero Cittadino in un Libero Mondo

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APPELLO E CONTRAPPELLO: LA QUESTIONE SOVERATESE
A cura di Massimiliano Riverso

Udite! Udite! Una epistola epocale è stata appena partorita dal subconscio stanco del premier soveratese. Una arringa stoica, tagliente finalizzata esclusivamente allo sbugiardamento della descrizione schizofrenica di Soverato operata nell’ultimo periodo dei media. Addentrandosi nel campo della semiotica ha applicato il principio della significazione che mette in relazione qualcosa di materialmente presente, ovvero la propaganda del sistema comunicativo nazionale, a qualcos’altro di assente ovvero il turismo non indigeno.

Relativamente all’esito quasi definitivo dell’Estate 2007 Raffaele e l’Alfetta alias la giunta comunale, nonostante la pedante e tartassante opera di promotion delle beltà della Perla dello Jonio ad opera di massmedia nazionali cartacei e tv locali e  via satellite, hanno ottenuto un risultato minore alle aspettative tuttavia non completamente negativo. La controtendenza locale considerata dal sindaco come controinformazione, a differenza del mezzo di informazione nazionale che esaltava l’estetica superba delle costa soveratese, ha gridato all’insuccesso per eccellenza. L’informatija locale godendo di una navigata esperienza nelle vicende politico-economiche del Basso Soveratese ha creato un campo minato all’amministrazione della CdL, difficile da attraversare senza intoppi. Gli errori di percorso compiuti dell’amministrazione comunale istintiva ed ignara hanno determinato l’innesco di bombe antisociali e di un diffuso disagio popolare. Tuttavia la virtù di rettifica e consapevolezza dei propri errori senili nobilita il governatore e tranquillizza la popolazione nei riguardi della vita spericolata intrapresa dalla Cdl negli ultimi mesi.

Gli effetti della promozione nazionale dell’essenza della città di Soverato probabilmente si manifesteranno negli anni a venire, in quanto per il momento il flusso cospicuo di turismo interessa esclusivamente i visitatori dell’esteso comprensorio ed il turismo di ritorno secolarmente radicato nella nostra area. A priori vi era il sentore che Soverato fosse affetta da un male incurabile, da una forma tumorale irreversibile. In realtà l’entità del malanno era lieve, pertanto adesso attraversa uno stato convalescente che potrebbe evolvere in futuro in una condizione di salute ottimale, magari mediante la progettazione di un Piano Turistico adeguato. Il gotha soveratese ha proferito giudizi contrastanti sul successo o la debacle dei provvedimenti amministrativi, adottando come tracciante o meglio metro di giudizio il bottino estivo delle attività commerciali dislocate lungo gli arenili del LungoMare Europa. Le considerazioni sono contrastanti varianti dal pessimismo cosmico degli elementi del centro-sinistra alla esaltazione delle inezie ad opera del centro destra.

In definitiva la baia dell’Ippocampo ha registrato un calo importante delle presenze turistiche ma limitando fortemente i danni preventivati dai gruppi di minoranza, dal comitato My Day e dagli oracoli cittadini, tramite un caro prezzi mai conosciuto. La sperimentazione e le migliorie future da apportare al piano Soverato Parking potranno aiutare nell’estate 2008 l’intera economia soveratese grazie al ritorno sul Palcoscenico del LungoMare Europa di turisti reali e abitanti del comprensorio confinati nelle proprie piazze oppure indirizzati verso mete differenti di divertimento ludico.

Difficile definire in maniera corretta l’operato del conduttore soveratese, arduo comprendere le sfaccettature della sua personalità, di conseguenza estraniandosi da logiche di partito e dall’ovvio campanilismo risulta impervio e contraddittorio porre delle sentenze conclusive.

L’apertura all’estensione dei posti fieristici si scontra contro una pseudo-discriminazione nei riguardi dei nomadi ambulanti. La tolleranza si scontra inspiegabilmente con la figura retrograda dei depositari della Repubblica di Salo e del MSI,  riaffiora nella discriminazione indebita nei riguardi del circo ambulante, patrimonio culturale inestimabile dove alla tradizione calabrese si associano tradizioni indiane, senegalesi, cingalesi ed afro-arabe esaltando il senso umano di appartenenza ad ogni usanza ed angolo del mondo intero. Pertanto vista l’illegalità nell’occupazione del suo pubblico in area Lungomare Europa ad opera dei cosiddetti Vu Cumpra&Soci dovrebbe essere compito della amministrazione creare un area adeguata alla dislocazione delle attività commerciali nomadi, evitando la ghettizzazione in fantomatici campi nomadi quali il rettangolo dell’Ippica e consentendo allo stesso tempo l’adempimento dell’attività sportive.

Il commercio itinerante rappresenta un importante patrimonio economico dell’utenza del Basso Jonio Soveratese, secolarmente legata al mercatino del venerdì mattina ed alla Fiera dell’Angelo e di Sant’Anna. Tale orticello da coltivare dovrebbe rientrare nel business plan paventato dall’uomo libero Limoncelli, magari creando una piccola fiera district nelle adiacenze del Lungomare Europa.

La repentina volubilità dell’amministratore soveratese si evince dal sentimento di amore-odio nutrito nei confronti delle opere portuali. Negli ultimi giorni i giornali hanno ipotizzato la progettazione preliminare del Porto Soveratese ad opera dell’Amministrazione Comunale. Secondo le fonti dell’informatija l’imponente opera pubblica verrà ubicata nella porzione centrale degli arenili soveratesi. L’emblema della non coerenza deriva dalla statuaria resistenza opposta dal sindaco Mancini alla costruzione del Porto satrianese nei pressi della foce dell’Ancinale. Il suo rigoroso senso ambientale e le sue illazioni sull’estensione dell’erosione costiera a circa 50 m a partire dalla linea di costa sembrerebbero paradossali e illogiche nel caso in cui la notizia del progetto ideato dalla giunta della Cdl rappresenti una realtà. La personalità controversa risalta nella presunta tendenza a sottrarsi al confronto che si oppone alla sottovalutazione di atti amministrativi degna di non nota. Per quale motivo allucinogeno la maggioranza è costretta a sottrarsi al confronto pubblico con la neo-agguerrita minoranza, costituita da un numero irrazionale di gruppi e gruppettini? Per quale motivo Raffaele e l’Alfetta seduti comodamente nelle poltrone fornite dal cospicuo successo elettorale non dispendino i curiosi oppositori sulle cause delle loro scelte, sul perché dei loro provvedimenti? Oscurantismo ed ermetismo si mescolano nell’attitudine poco chiara degli amministratori di maggioranza e di minoranza, mentre la popolazione osserva il tutto a bocca aperta, impaurita dalla possibilità di mettere il dito tra moglie e marito.

Appelli e Contrappelli si succedono a ritmi vertiginosi , botta e risposta continui ed asfissianti dove la trasparenza e l’imparzialità si annidano nelle menti extra-soveratese, lontane dalle deleterie lotte partitiche interne.

Dalla tomba di Alleanza Popolare per Satriano risorge la figura annebbiata ed affossata dall’esito elettorale dell’avvocato Emilio Masucci. Lo stupore generato dalla valenza critica e programmatica insita nel suo articolo fiume si è esteso nell’intera area tandem Soverato-Satriano, rivalutando ai miei occhi la competenza di un uomo reo di aver instaurato rapporti politici con un movimento avulso alla sua esuberanza intellettuale. Negli ultimi mesi le pagine virtuali e cartacee dei mass media sono state riempite da innumerevoli articoli di disagio, di protesta, di strumentalizzazione politica, di difesa del potere ma nessuno di essi ha colpito il centro del bersaglio come la Filippica dell’avvocato Satrianese. Lo specchio della realtà soveratese si riflette nelle parole del destroso Masucci, finalmente all’opera senza l’influenza di nessun santone politico o correntone idealistico, finalmente parla il semplice cittadino libero da qualsiasi imposizione e legame deleterio.

Un analisi approfondita, competente e decisa che determina la venuta a galla dei numerosi handicap che avviliscono lo sviluppo turistico soveratese.

Surreali paragoni azzardati con l’elitè delle località turistiche italiana, carenza di servizi e limitata efficienza del sistema idrico e depurativo, il problema rifiuti secolarmente legati alle vicende critiche ed altalenanti della Schillacium, la limitatezza della promozione e della offerta turistica, ed infine il problema viabilità dovrebbero rappresentare l’ordine del giorno di numerosi consigli comunali per rendere definitivamente la ridente cittadina soveratese al passo con i tempi innescando un progresso ancora rimasto nel limbo dell’incoscienza politica.

Come mai in qualsiasi comune italiano il servizio dei parcheggi a pagamento è gestito dal comune medesimo che riscuote e quindi gestisce il 100% delle somme incassate, avvalendosi di personale proprio (polizia municipale) nonché eventuale ulteriore personale esterno, e invece a Soverato la gestione di tale servizio è affidata a ditta privata ?

Un arcano tipo x-files si nasconde dietro l’assegnazione dell’appalto alla TelePark Sis dominante società privata dedita ai parchimetri in centinaia di città italiane. Sarà questione di pigrizia amministrativa ad opera del comune soveratese? La delega di gestione alla TelePark è dovuta esclusivamente alla competenza nel campo ad opera della società umbra? Il deficit pubblico ha impedito alla amministrazione comunale di rendere il servizio esclusivamente comunale? Quale sarà la percentuale reale?Come mai a Soverato esistono grandi difficoltà a disciplinare la viabilità urbana e il traffico cittadino? Mancanza di educazione stradale, menefreghismo civico e legge del più forte dominano il disordine urbano, ai quali si associa una altalenante professionalità dei vigili urbani a volte lascivi e a volta martellanti censori dal pugno di ferro per forgiare l’educazione civica dei cittadini.

Continua argutamente l’avv.Masucci evidenziando un aspetto storico turistico, ovvero la concentrazione del “boom di presenza” tra il 20 luglio e il 30 agosto, in realtà sarebbe più opportuno modificare le date gregoriane dell’estate a tale periodo. La Mors totale del turismo relativo ai primi 45 giorni estivi è causato dalla solita epidemia, ovvero dalla carente offerta e programmazione turistica che rende da sempre Soverato uno spirito tenebroso nel bimestre Giugno-Luglio.

Tralasciando la secolare carenza di strutture alberghiere e di accoglienza , è d’obbligo soffermarsi sull’ignoranza dei gestori commerciali restii ad apportare modifiche al loro programma estivo di gestione e proposizione, sulla indolenza dei medesimi a visitare località turistiche extrasoveratesi in modo da trasferire e riportare in Calabria i servizi, le tendenze dominanti e le Fonti Principali di guadagno delle coste sarde, toscane e romagnole. L’equilibrismo soveratese duraturo nel tempo renderà i nostri litorali soporiferi per la principale trance di turismo rappresentata dalla fascia di età compresa tra i 20 ed i 40 anni. Risulta indispensabile lavorare nel campo della promozione, del marketing per promuovere lo sviluppo del settore turistico, risulta necessario che l’associazione balneare non cullandosi sugli allori mai raggiunti dalla famigerato zircone dello jonio individui l’iter programmativo necessario per scalare la montagna del successo, bisogna scendere sulla terra rendendosi conto che Soverato non rappresenta Marte, Monte Carlo e Copacabana, bensì una realtà modesta della Calabria catanzarese ancora acerba ed incontaminata dal boom economico. L’allergia congenita all’emblema lavoro dovrà scomparire dal panorama soveratese, la bramosità nell’avere tutto e subito “sguazzandosi le palle nel Mar Jonio” dopo solo 3 mesi di lavoro e affittacameraggio deve estinguersi rapidamente se l’intento comune è la rinascita di Soverato. Limoncelli esaltava la funzione della concertazione, difatti proprio la medesima rappresenta l’anello mancante delle nostre comunità calabresi legate maggiormente al pensiero filosofico “So di non Sapere (fatti i cazzi tua!!) che al concetto latino vox populi, vox dei.

L’ironia intrinseca allo slogan “Grazie Soverato” innalzato a baluardo della satira remunerativa catanzarese, non identifica solo ed esclusivamente il presunto karakiri del parcheggio a pagamento, a mio parere il male minore, bensì l’atteggiamento conservatore dell’intero contado amante dei tranquilli dormitoi degli esercizi spirituali salesiani. Attendere la fortuna è un atteggiamento negativo, che da secoli si è rivelato come il boia che giustizia il progresso. E’ un dovere della società lanciarsi anima e core in modo da ottenere la grata fortuna. Il sonno profondo continua si estende  nei condomini soveratesi, mentre il mondo viaggia a ritmi vertiginosi. Una canzone di Roi Paci suona con il seguente promo “ Ma ti lamenti, ma chì ti lamenti pigghia u bastoni e tira forì li denti”, ritengo che tale posizione non sia mai stata adottata da una porzione cospicua populi, pertanto continuiamo ad autosomministrarci la dose quotidiana di valeriana per narcotizzare il nostro dissenso, la nostra voglia di evoluzione.

I sondaggi evidenziano la debacle delle manifestazioni estive, l’assenza di eventi di richiamo popolare degno di nota. L’osservazione da fare a tale riguardo esclude in parte le responsabilità oggettive dell’amministrazione volontariamente abbandonata dal supporto regionale e provinciale. La contrapposizione tra opposti simboli politici inoltre esclude a priori la tendenza della regione a fornite fondi utili al pagamento del “casciè” di illustri cantautori. La dignità ha un prezzo pertanto l’identità della giunta eletta verrebbe deturpata e definitivamente affossata dai tentativi di accattonaggio utili al raggiungimento del fine sperato.

Concordo ampiamente nella dissertazione elargita dal gruppo di minoranza inerente al motto Soverato Città dello Sport. Sarebbe più adatto il titolo Soverato la Guantanamo dello sport, Nonostante una squadra di volley partecipante al campionato B1 femminile, nonostante l’undici della promozione calcistica, nonostante il quintetto cestistico della C2 la possibilità dello svolgimento dell’attività sportiva è legata quasi esclusivamente al pagamento di una minimum tax. Non esistono centri polisportivi appannaggio degli amanti dello sport, l’Oratorio tende all’estremunzione, l’ippica si è trasformata in luogo angusto di street basket, non esiste un centro polisportivo funzionale grazie anche allo ingegnoso allestimento del camping fieristico che ha decretato la morte estiva della gloriosa Ippica.

Giustamente la minoranza esprime il disagio creata dal sistema gestionale dei rifiuti governato dalla martoriata Schillacium, che essendo priva di mezzi di autosostentamento cerca in qualsiasi modo di mantenere rapporti con la fonte centrale regionale. L’orario schizzoide di raccolta dei rifiuti, la mancata assistenza asettica rea della diffusione dell’esalazioni nauseanti del rusco, la dubitativa competenza degli operai influiscono nella decadenza della nettenza urbana. Negli ultimi tempi l’obiettività di analisi inerente al microcosmo soveratese è stata fortemente inquinata dalla stampa locale e dalle tv locali. Parlare di strumentalizzazione giornalistica mi sembra ovvio, poiché da tempo tutte le amministrazioni di qualsiasi colore, compreso il governo Mancini si prestano alla manovalanza di giornalisti al guinzaglio per esaltare il proprio ego politico, celare i fatti e discreditare quotidianamente la porzione di popolo in minoranza.

La strumentalizzazione politica del comitato My Day sembrerebbe cosa certa, da quanto palesato da alcuni gestori locali e dalla pubblica cittadinanza. In realtà risulta praticamente impossibile nella storia politica italiana osservare proteste pubblico-sociali nelle quali la res pubblica risulti inesistente, risulta praticamente improbabile che la maggioranza o la minoranza di qualsiasi urbe nazionale non esprima la propria opinione, il proprio disagio nei confronti di provvedimenti civici erronei o malcostruiti. Penso sia giunto il momento di deporre le armi e di lavorare insieme per il bene dell’intera Soverato. Inutile dilungarsi sulla contrapposizione dei principali esponenti politici dell’ultimo ventennio, inutile contrapporre 2 differenti gestioni comunali, 2 differenti scuole di pensiero. Soverato necessita di una nuova classe politica prevalentemente costituita da uomini a cavallo delle 3 decadi,che possa fornire nuova linfa allo sviluppo della ridente località del Golfo di Squillace. Un letargo profondo oscura le menti abuliche dal senso politico e sociale, si scappa a gambe levate dall’affrontare a viso aperto i problemi della vita quotidiana, i giovani rinnegano la politica non comprendendo a pieno il valore che riveste per il futuro della loro esistenza.

Lasciate il potere agli ominicchi che di volta in volta nolenti o volenti deturpano e invecchiano i nostri splendidi borghi. La Questione Soveratese presenta molte affinità con la questione satrianese, 2 torri gemelle abbattute dai kamikaze destrosi e sinistrorsi guidati da un intelligence occulta ottenebrata dall’esclusivo amor di se stessa, dall’indiscutibile avidità di realizzare i propri interessi opprimendo la virtù popolare e la voce dei più deboli.

Omettendo le rivalità personali, annullando le considerazioni spicciole e inutili su divise tipo x-mas, strisce blu, ausiliari della navigazione e minchiate varie, ritengo che per Soverato sia giunto il momento di una pseudo rivoluzione popolare, della restaurazione dello spirito associativo ormai delirante profugo dell’area soveratese. L’intera cittadinanza ritiene che sia scoccata l’ora in cui la gente comune debba esprimere le proprie idee, il proprio disagio, la propria approvazione o dissenso verso i discutibili provvedimenti amministrativi. Nelle democrazie moderne la capacità decisionale e progettuale, il senso di legalità e rispetto del diritto spetta esclusivamente al popolo, mentre la politica deve rappresentare l’espediente per la realizzazione del desiderio progressista di ogni membro della comunità.

Massimiliano Riverso

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Intervento di Un Vicino di Casa

Voglio esprimere il mio rammarico per quello che ho visto a Soverato lo scorso sabato pomeriggio. Con moglie e figli sono partito alla volta di quella che tutti definiscono la Perla dello Jonio, voglio precisare che sono un cittadino di un piccolo paese vicino Soverato, e da quasi 30 anni non venivo sulla spiaggia per piantare il mio ombrellone, ma l'insistenza di mia moglie mi aveva convinto a farlo. Prima cosa per trovare un parcheggio ha girato quasi venti minuti, ho pagato regolarmente il biglietto, ho dovuto farmi una passeggiata di 500 metri, con ombrellone e altro, finalmente siamo arrivati in spiaggia, tra il san domenico e il miramare. sono rimasto scioccato, ho visto tanta sporcizia, immondizia, la sabbia piena di mozziconi e avanzi di ogni genere, il frastuono e le grida della gente. mi sono detto "ma sono venuto per passare un pomeriggio rilassante, oppure devo tornare a casa più stressato di prima?" non ho aspettato nemmeno trenta secondi, ci siamo presi le nostre cose, anzi non li avevamo neanche messi a terra, e siamo scappati per andare nel posto tranquillo che di solito frequentiamo. Voglio solamente dire che mi ricordavo Soverato molto diverso, e ai politici ,locali e non, che si riempiono la bocca con paroloni sul turismo, cercate di rendere ospitale la cittadina, perchè se avranno quel brutto impatto che ha avuto io dopo tanti anni, non penso che ritornerà dalle nostre parti.

UN VICINO DI CASA

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