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LA MIA PARTE INTOLLERANTE - a cura del Libero Cittadino in un Libero Mondo |
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L’ASTUTA MOSSA STORICA DEL SINDACO MANCINI
Un diluvio universale continua ad angosciare le sponde dell’arenile soveratese evocando lontani spettri di un passato mai dimenticato. L’impeto del dio della pioggia Hadad, personaggio epico dell’antica Siria, si sta abbattendo sul piccolo squarcio di Mar Jonio ormai tristemente abbandonato dalla canicola estiva.
In un epoca di equilibri instabili, di precariato annichilente, di governi fantasma mantenuti coesi per l’unica brama di potere, di qualunquismo Grilliano e obbrobri Mastelliani, anche la piccola comunità di Soverato rientra in tale boutade paradossale che segna in maniera marcata la crisi della democrazia.
Nel frattempo il Palazzo Municipale accoglie “ i miracolati del 3° giorno”, i quali tramite la scaltra mossa operata dal sindaco R.Mancini nello scacchiere politico traballante locale, si sono riabilitati da uno stato di mors apparente.
L’uomo del momento è senza ombra di dubbio il “forzista” Matozzo, il quale forte dell’assegnazione “sub-giudice” delle deleghe precedentemente conferite al “ribaltonista” Pepe Froio, incrementa esponenzialmente la sua portanza politica innalzandosi a spalla destra del Sindaco.
Morale della favola , il governo locale mantiene la leadership nell’agorà soveratese distruggendo i sogni di gloria dell’agguerrita minoranza e dell’isolato centrista Froio.
L’astuzia politica del “vate” Mancini ha spiazzato tutti lasciando di stucco l’intera comunità locale, dai giornalisti locali alle emittenti, dalla minoranza alla giunta comunale stessa, .
La nomina provvisoria di Matozzo, forte di un cospicuo riscontro elettorale grazie alla sua stabile presenza da anni nelle liste azzurre, rappresenta una sorta di patto di non belligeranza per sedare la guerra sotterranea sorta all’interno della maggioranza.
L’UdC nelle vesti di Riccio, il PPI dell’emergente Sica e l’AN di Rattà sono state costrette ad alzare bandiera bianca, inchinandosi alle direttive Manciniane ed agli accordi pre-elettorali che prevedevano una distribuzione degli assessorati in funzione della percentuale di voto acquisita dai vari partiti.
In realtà l’estrema ratio per la sopravvivenza nel Palazzo di Città ha portato il Sindaco ad una decisione saggia per estinguere il fuoco di potere e crescita politica, nutrito dagli emergenti consiglieri presenti nell’amministrazione comunale.
Quasi sette anni di governo hanno tramutato l’ex membro del partito socialista in un arguto statista locale, capace di districarsi in una fitta rete colma di trappole ed insidie. Mancini immedesimandosi nella figura di Quinto Fabio Massimo alias “il Temporeggiatore” ha atteso a lungo il momento opportuno per sferrare l’attacco decisivo, sia alla maggioranza tribolante che ai temerari figli della politica di centro-sinistra.
I musi lunghi che adornano i visi dei vari Riccio,Sica e Rattà sono la diretta conseguenza di tale colpo a sorpresa e del rimpasto autunnale a carattere conservativo adottato dal premier, terrorizzato dai potenziali danni consequenziali indotti dalla presunta nomina ad assessore dei rampolli dominanti nelle file extra Forza Italia.
L’evanescente condizione politica soveratese innalza incautamente la figura del Sindaco come principale uomo politico del paese, estraneo a decisioni istintive e uterine e pertanto navigato statista conservatore.
Il disegno della minoranza maturato nell’inutile mozione di sfiducia è stato rispedito al mittente, in quanto i presunti ribaltonisti in sede di voto si sono dimostrati titubanti nell’apporre il voto favorevole alla caduta del governo locale.
La strada da percorrere dal tandem Rombolà-Calabretta è ardua e tortuosa, in quanto nonostante la riluttanza del gotha intellettuale ad accogliere la figura di Mancini, la geopolitica rimane ancora ancorata nelle file del centro-destra includendo le famiglie a maggiore tasso elettorale.
Risulta ubiquitario intraprendere strade alternative ed “epurative” per creare un nuovo movimento che sia in grado di destabilizzare la posizione della Giunta Mancini. Le diatribe interne alla sinistra, la tendenza perenne ad essere tutto ed il contrario di tutto non giovano alla crescita di una coalizione sovrastata dall’ultima tornata elettorale. Il compito delle sinistre ormai tramutate tristemente nel PD e nella Sinistra Democratica è quello di plasmare una associazione di uomini o donne che siano in grado di fornire nuova linfa al “Progetto Soverato”, cittadina dall’immani potenzialità turistico-economiche e non come molti sostengono da anni una realtà affermata del Basso jonio Soveratese.
Massimiliano Riverso
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