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La Commemorazione del 70°Anniversario dell’Affondamento del Regio Sommergibile Ammiraglio Millo

   


Era il 14 marzo 1942, il Regio Sommergibile Ammiraglio Millo mentre navigava  in superficie a circa due miglia dalla costa calabra per rientrare alla sua base di Taranto, appena doppiata Punta Stilo, venne silurato ed affondato dal sommergibile britannico Ultimatum. Solo 14 uomini dell’equipaggio si salvarono perché finirono in acqua, gli altri 56 tra marinai ed ufficiali persero la vita, compreso il Comandante Vincenzo D’Amato. Il 14 marzo scorso ricorreva il 70°Anniversario dell’affondamento.

Ed è proprio per questa importante ricorrenza che si è tenuta una bellissima cerimonia commemorativa divisa in due soleggiate giornate.

Il sabato 17 marzo è stato inaugurato a Satriano Marina un Monumento dedicato appunto ai marinai sommergibilisti che perirono in quel tragico affondamento, realizzato dall’artista Massimo Ponteduro. L’Amministrazione comunale presieduta dal sindaco Michele Drosi, con grande sensibilità ed un profondo senso del rispetto della nostra storia e degli uomini che hanno dato la vita al Paese, è stata promotrice dell’evento ad elevatissimo impatto emozionale. L’indomani, poi, la commemorazione si è spostata a Punbta Stilo, sul relitto del Millo, per un evento straordinario reso possibile grazie al supporto logistico fornito dall'ingegnere Gregorace che ha messo a disposizione il "Porto Bocche di Gallipari".
Le cerimonie di entrambi i giorni si sono svolte alla presenza di tutte le autorità locali, di alti rappresentanti della Guardia Costiera, nonchè delle Associazioni Marinai D’Italia e, non ultimo, di diversi familiari dei Caduti del Millo.

E’ proprio Paolo Palladino, titolare del diving center Thalassoma, ed a capo del team che nel 2005 ha ritrovato il “Millo” a raccontare come è andata la giornata di domenica.

“Domenica 18 marzo – spiega - alle 7 del mattino tutto era già pronto! Nulla è stato lasciato al caso, ma è stato pianificato anche nei più piccoli dettagli. La preparazione è stata silenziosa e certosina, per uscire in mare e portarsi sulla verticale del relitto del Sommergibile Ammiraglio Millo, per un immersione che si è rivelata magica ed irripetibile! Lo scopo è stato di posizionare sul relitto una targa commemorativa per i marinai che riposano nella loro bara d’acciaio, custoditi dagli abissi del Mar Jonio. Sulla targa una semplice scritta, ‘Ai marinai caduti del Regio Sommergibile Ammiraglio Millo 14-03-1942 14-03-2012’”.

Il team è arrivato di buon ora sulla verticale del relitto, a bordo delle barche allestite appositamente per l’evento dal “mitico” meccanico Leo. “Il mare – racconta Palladino – era piuttosto calmo, a parte una leggera onda lunga, che ha procurato qualche piccolo fastidio ad alcuni dei preziosi passeggeri a bordo del Rancraft Yacht . Una bellissima imbarcazione di 18 metri, messa gentilmente a disposizione da Massimo Ranieri il quale, oltre che essere l’armatore, era al comando dell’unità. L’imbarcazione con alcuni dei familiari dei sommergibilisti del Millo è arrivata proprio quando avevamo ultimato i preparativi la vestizione e l’ennesimo Breafhing, il gommone della Capitaneria di Porto era sul posto vigile e poco dopo sopraggiungeva la Motovedetta della Guardia Costiera. Eravamo sei subacquei profondisti, pronti a tuffarsi sul relitto cullati dalle onde. I primi tre ad iniziare la discesa, io, Massimo Ardizzone e Massimiliano Salvatori, abbiamo documentato l’immersione con le fotocamere e la telecamera, gli altri tre subacquei erano Pasquale Montilla, Pasquale Pariano, David Primonato, che aveva il delicato e onorevole compito di fissare sul relitto la targa commemorativa essendo il più giovane di noi - 33 anni -, considerato che l’età media dei giovani sommergibilisti del Millo era di 25 anni! Sul fondo purtroppo la visibilità era molto scarsa, ma siamo riusciti perfettamente nell’intento, e dopo appena 8 minuti di immersione già David si era messo al lavoro per fissare al meglio la targa, e poi Massimiliano ha dispiegato la Bandiera Tricolore che ‘sventolava’ con una leggera corrente proveniente da sud, mentre io non riuscivo a contenere la grande emozione! Erano passati già 15 minuti, e pensavo che il tempo passa troppo in fretta. Ci siamo quindi avvicinati alla zona centrale del relitto, e sulla torretta e mi sono ricordato dell’oggettino che mi era stato consegnato a bordo da una signora che faceva parte dei familiari presenti. Era una scatolina d’argento che raffigura una Madonnina con all’interno un rosario, l’ho sfilata dalla tasca della muta e l’ho lasciata scivolare delicatamente all’interno del boccaporto della torretta. A quel punto abbiamo cominciato tutti insieme la lenta risalita lungo la cima. A - 30metri ci ha raggiunto il sub d’assistenza Franco Lobello, con il compito di osservare se tutto era ok. A bordo di uno dei gommoni c’era Rino Tringali un altro sub con il compito dell’assistenza ed emergenza, mentre su tre battelli di appoggio vi erano altri esperti subacquei con il compito dell’assistenza a bordo, Filippo Iembo e Danilo Silipo che aspettavano con ansia la nostra emersione. A bordo della terza barca appoggio un Boston Waler, affidata al comando di Tony Lanatà e Davide Viscomi c’era anche una infermiera del 118, Teresa, e due sub di assistenza in superficie muniti di snorkel e muta rossa ben identificabile, Maria Assunta Menniti e Antonio Staglianò, mentre Andrea Meraglia, anch’egli infermiere professionale e subacqueo, si trovava a bordo della grande imbarcazione Rancraft per assistere i familiari dei caduti. Dopo la lunga decompressione, finalmente in superficie!”.

“Si è avvicinata la grande motovedetta della Guardia Costiera – ha proseguito Palladino - con a bordo il Comandante Nicola Freda (il comandante di Crotone), anche in rappresentanza dell’Ammiraglio Cacioppo (Comandante Generale della Guardia Costiera) e il T.V. Mauro Sciarra  (il comandante di Soverato) con tutto l’equipaggio in alta uniforme sull’attenti mentre suonava la sirena dell’unità, è stata lanciata in mare una corona di fiori, tra la commozione generale ed un’incontenibile emozione!”.

“Tutti ha concluso Palladino – erano totalmente coinvolti, i familiari, gli accompagnatori, i militari, i subacquei, gli assistenti. Siamo stati colti da sensazioni talmente forti e sconosciute che nessuno ha potuto risparmiare le lacrime, mentre avveniva un dolcissimo scambio di abbracci fraterni. E’ stata una cerimonia veramente importante, un evento unico ed irripetibile, credo veramente destinato a rimanere nella storia!”.

A sostegno tecnico ecco intervenire l’azienda calabrese Rancraft Yachts S.p.A. che ha messo a disposizione oltre ad un’imbarcazione anche la propria professionalità e sensibilità. E a proposito di sensibilità che vale la pena sottolineare la giusta interpretazione “morale” con la quale la Rancraft Yachts e la Capitaneria di porto di Soverato nella persona del comandante Sciarra hanno affrontato tale evento, …poiché esserci è importante quando si partecipa con consapevolezza dando esempio di disciplina  e solidarietà come da giusta tradizione marinara. Il ritrovamento del sommergibile Ammiraglio Millo è un pezzo di storia che ci appartiene e va ad aggiungersi alle tante che giacciono sommerse in fondo ai mari.
 

   
   

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