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L'ABUSO DELLE PAROLE ED IL VIZIO DELLA MEMORIA

   
Che fatica il mestiere di filologo, come direbbe il prof. Nisticò !

La Filologia Classica (Altertumswissenschaft) così chiamata da Christian Gottlob Heyne, è quell'insieme di discipline storico-letterarie che studiano l'antichità greca e romana, in particolare la tradizione (traditio da trado, tramandare), cioè la trasmissione dei testi delle Letterature antiche giunti sino ad oggi.

Compito della critica del testo (Textkritik) è la restituzione di un testo che si avvicini il più possibile all'originale (constitutio textus).

Nel nostro caso, il textus, la cui etimologia significa letteralmente "intreccio", è la gestione e amministrazione della cosa pubblica di Soverato.

Oggi una cattiva abitudine, quella di non conoscere il significato delle parole italiane, la semantica, ha condotto tutti, fuor che gli specialisti, ad un uso distorto della lingua italiana e la conseguente perdita di valore delle stesse, con effetto finale il caos linguistico e l'incomunicabilità.

Per non parlare della colonizzazione linguistica in atto nella nostra lingua italiana, con l'ingresso sconsiderato e sfrenato di anglismi.

Al lemma populismo, il Dizionario della Lingua Italiana di G. DEVOTO- G.C. OLI, recita:

Movimento politico-culturale russo, che si sviluppò tra la fine del sec. XIX e l'inizio del XX, aspirante ad una sorta di socialismo rurale, in opposizione al burocratismo zarista e all'industrialismo occidentale. Questo è il primo significato detto significato base o letterale.

Un secondo significato, segnalato dal Dizionario dalla sigla estens., cioè significato estensivo, cioè a carattere universale, dichiara:

Qualsiasi movimento politico socialistoide, diretto all'esaltazione demagogica delle qualità e capacità delle classi popolari.

Ora, tacciare il sottoscritto di populismo, senza sapere il significato della parola, ma solo perché va di moda di questi tempi, o perché è oramai talmente inflazionata dai nostri pseudo-politici, denota scarsa attenzione per lo sforzo che sto compiendo nel restituire una situazione più aderente possibile alla realtà e al vero.

Ho una memoria così acuta, qualcuno dice elefantiaca, che ricordo quando l'amministrazione Calabretta decise di riqualificare l'ex campeggio, attuale villa comunale, che prometteva sulla carta di risanare un posto divenuto luogo di incontro e di bivacco di tossico-dipendenti e di mandrie di cani randagi (ancora oggi sono una spina nel fianco di Soverato), creando un parco pubblico e spazi verdi e... il risultato fu quello di qualcosa di simile ad un bombardamento.

Qualcuno si ricorda dei maestosi alberi di eucaliptus che ornavano l'ex campeggio?

Vi vengo incontro, cari lettori.

L'amministrazione Calabretta decise l'estirpazione di questi alberi, e quel che c'è di più grave, furono lasciati indenni dalle lame delle motoseghe, una manciata di pini marittimi malati di rachitismo e ricurvi, il che dimostra assoluta mancanza di programmazione dell'opera e miopia !

Tutto questo per far posto al cemento (industria in cui la nostra Calabria è la prima per produzione e consumo) di un anfiteatro comunale, che subito dopo essere stato costruito, ha sollevato problemi per i progettisti e ingegneri dell'opera, a causa del ristagno delle acque piovane che non defluivano nell'unico tombino posto al centro del teatro, per un errato calcolo delle pendenze.

Chissà cosa avrebbero detto gli antichi Greci e Romani, che collocavano i loro teatri sul declivio di colline o poggi naturali, seguendone la pendenza!

E non parliamo di un altro manufatto in cemento: l'aquitrino/palude/fontana, incubatrice di stormi di zanzare, costruito al centro della villa, con tanto di "ponte dei sospiri", pesci rossi morti o pescati, e un tempo anche papere, che poi finirono nello stomaco di un branco di quadrupedi famelici.

Non contenti, gli esperti optarono per abbellire, cioè imbruttire il capolavoro, con l'installazione di una coppia di architravi e colonne scanalate in cemento armato, per rievocare la Magna Graecia. Mah!

Poi fu la volta dei celeberrimi bagni pubblici turriti, cioè a forma di torre, con una sottospecie di terrazza e ringhiera con pennoni porta bandiera, mai entrati in funzione. Altra trovata dell'amministrazione Calabretta.

Sarebbero stati utili, soprattutto in estate e durante il mercato del venerdì, ma il loro destino è stare chiusi.

Eppure il Sig. Peppe ricorda quello che tutti i Soveratesi imparano a memoria, come le poesie delle scuole primarie: il lungomare Europa costruito dal sindaco Calabretta e l'isola pedonale.

In dieci anni l'amministrazione Calabretta, e in altri dieci l'amministrazione Mancini, totale vent'anni, non hanno avuto il tempo (qualcuno perché impegnato ad organizzare un'operazione cosmetica di rilancio dell'immagine di Soverato con pseudo-festival e rassegne cinematografiche) di porre rimedio a questo scempio che sono gli scarichi di acque reflue, non depurate, che sversano il loro contenuto direttamente a mare e per i quali la Corte di Giustizia Europea ha condannato l'Italia e i comuni inadempienti (tra questi Soverato).

Quelli erano tempi in cui non c'era questa asfissiante crisi economica e non era calata la scure della revisione della spesa pubblica. Inoltre, i famosi fondi europei erano i grandi ignoti ai vari Presidenti della Regione, Nisticò, Meduri, Chiaravalloti, Loiero........

Programmare un opera pubblica significa fissare una gerarchia di priorità, dagli obiettivi primari a quelli secondari, in base alle funzioni che assolvono e, compiuta una scelta, dirottare verso la stessa i finanziamenti.

Non penso che la salute pubblica, l'ambiente da cui traiamo alimento attraverso l'attività ittica (il pesce pescato nel nostro mare di cosa si nutre?), l'igiene pubblica, il decoro urbano siano voci pleonastiche o variabili opzionali, per cui si comincia a costruire il lungomare e poi si pensa al resto.

E' come se uno cominciasse a costruire un palazzo dal tetto, anziché dalle fondamenta !

Lodevole e originale fu l'iniziativa dell'amministrazione Calabretta di istituire i vigili volontari ambientali, di cui conservo la fascia consegnata dal sindaco, per sensibilizzare la cittadinanza in materia di rispetto dell'ambiente.

Ma se a questo bel gesto, non segue una prassi politico-amministrativa e un'attività ispettiva del corpo di polizia municipale (assente) restano solo buone intenzioni.

Per quanto riguarda la pista ciclabile sita sul lungomare Giovanni Paolo II, evidentemente il mio interlocutore non ha letto attentamente il mio articolo POLITICHE DEL TURISMO A SOVERATO, in cui affermavo:

"Ma è possibile che in una località di mare, posta in pianura, con un lungomare e ampi spazi di verde, l'unica pista ciclabile sul lungomare Giovanni Paolo II, sia ridotta in uno stato pietoso, con pavimentazione sconnessa, in assenza totale di segnaletica verticale e orizzontale, così che i residenti e i turisti non sapendolo, o più probabilmente fingendo di non saperlo, transitano sulla stessa sede in promiscuità?"

Dopo aver fatto chiarezza, attendo ancora risposta dall'attuale amministrazione in carica, dal sindaco, dagli assessori e dai consiglieri di maggioranza e di opposizione, circa le criticità da me sollevate attraverso i due articoli inviati a Soverato web, l'uno riguardo ad un rifiuto pericoloso, un accumulatore al piombo posto in via S. Giovanni Bosco 109, abbandonato sul marciapiede addosso al cancello di una villa, alla portata di chiunque, l'altro riguarda lo stato di degrado dei canali di scolo, documentato nelle mie foto e la programmazione di messa a norma degli scarichi di acque reflue, opportunamente collettate al depuratore.

Al caro Peppe l'invito a firmarsi con Nome e Cognome, come fa il sottoscritto, poiché non bisogna temere di esporsi in prima persona, anche per evitare spiacevoli equivoci o scambi di identità, sopratutto se l'argomento tocca interessi della collettività.

 

Angelo Oliverio

 

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