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SOVERATO
ELEZIONI, PDL TRA ALLEANZE E DIVISIONI
Occhi puntati sull’Udc. Intanto a destra arriva“Nuova Italia”

   
Parte la fase pre-elettorale e i partiti, una volta definita, chi più chi meno, l’organizzazione interna, sondano il terreno per le alleanze in vista delle elezioni amministrative. Il Pdl soveratese, ad esempio, con un organigramma ormai abbastanza strutturato quanto a direttivo e comitato elettorale, punta adesso a intavolare le trattative con i possibili alleati, a partire da quelli storici dell’Udc.

In casa Pdl si pensa che sia utile, infatti, valorizzare le alleanze che a livello territoriale hanno dato buoni frutti, come spiegano fonti interne al partito secondo le quali i dieci anni a braccetto con l’Udc rappresentano un’esperienza da non buttare a mare, ma da suggellare con una nuova intesa. Magari sulla scia dell’avvicinamento dei vertici regionali del Pdl e dell’Udc dopo il summit di Vibo Valentia di qualche giorno fa, o anche sulla scorta del probabile sostegno dello scudo crociato catanzarese al candidato sindaco del Pdl, Michele Traversa.

Non è detto, però, che questi accordi valgano anche nello scenario soveratese, che potrebbe riservare sorprese. Intanto il vice-sindaco centrista, Teo Sinopoli, a margine dell’ultimo consiglio comunale ha esplicitamente parlato di una corsa solitaria del suo partito, con tanto di candidato sindaco già nel cappello. Ma anche le altre anime centriste non nascondono il favore per una coalizione aperta ai contributi delle liste civiche e di altre sigle politiche di centro, prima tra tutte l’Alleanza per l’Italia. Con la possibilità concreta, quindi, che alla fine si arrivi davvero a quel terzo polo moderato che il Pdl ha tutto l’interesse a scongiurare. E come sta succedendo, del resto, anche nel comprensorio, da Chiaravalle, dove l’Udc andrà alle elezioni insieme alle associazioni civiche, a Montepaone dove lo scudo crociato non appoggerà la lista del Pdl.

Se questa è la situazione al centro, a destra si segnala intanto la nascita dell’associazione “Polis”, presieduta da Francesco Cuteri, ex assessore della giunta Mancini, mentre il vice-presidente è Roberto Papini, già consigliere di An in comune. L’associazione si ispira e sarà affiliata a Nuova Italia, fondazione politico-culturale presieduta a livello nazionale da Gianni Alemanno, coordinata a livello provinciale dal sindaco Raffaele Mancini, e per molti versi ispirata ai valori storici di An. Chissà se anche questa realtà sarà destinata a diventare una nuova tessera del mosaico elettorale.

Teresa Pittelli – CalabriaOra

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Il Pdl ha Mancini: ha la tessera, rispetti il partito. Il sindaco: non siamo il Pcus
SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

   
Scoppia la bagarre tra il Popolo delle Libertà e Raffaele Mancini, sindaco di Soverato eletto dieci anni fa tra le sue file. Nel dibattito interno che contrappone Mancini e i suoi fedelissimi a una parte della nomenclatura pidiellina, degenerato ormai in spaccatura dopo gli ultimi consigli comunali, il Pdl ieri è intervenuto ufficialmente con una nota indirizzata a CalabriaOra, nella quale contesta al sindaco la sua posizione critica nei confronti del partito e dei partiti. “Non corrispondono al mio modo di concepire il confronto politico le dichiarazioni, che comunque rispetto, del nostro sindaco Mancini riportate sul quotidiano CalabriaOra del 27 dicembre scorso, dove afferma che i problemi della maggioranza sono sorti quando è arrivato il partito ed è per questo che crede nelle alleanze tra uomini anziché tra partiti”, scrive Gianfranco Peronace, coordinatore del Pdl cittadino. Una logica che per Peronace non può essere accettata, perché il nostro sindaco, già candidato ed eletto consigliere provinciale per An e sindaco per ben due volte con il Polo per le libertà, e alle ultime regionali con il Pdl, conosce quali sono gli strumenti della democrazia interna dei partiti, essendo in possesso di una tessera di adesione e avendo partecipato più volte alle riunioni degli iscritti, non ultima quella del 19 u.s. alla presenza degli organi di partito soveratesi, del coordinatore provinciale Michele Traversa e del vice coordinatore Maurizio Vento, in cui è stata ribadita la centralità e unità del partito nel dibattito politico e nel rapporto con i suoi elettori.

Il sindaco, però, raggiunto da CalabriaOra, ribadisce la sua idea. Certo, premette di “credere fermamente alla centralità dei partiti per la democrazia”, e di essere “un militante della prima ora dentro An”, ma poi chiarisce le vere ragioni delle divergenze con il Pdl locale. “Manca un dibattito aperto e un confronto vero sui problemi concreti, e ci si concentra sul tema elettorale e su discorsi personali”, spiega Mancini, secondo il quale nel partito non c’è una discussione sufficiente, e sufficientemente trasparente, su argomenti chiave ai quali la sua giunta ha lavorato e sta lavorando, “come federalismo, infrastrutture, portualità sulla costa jonica, pericolo di infiltrazioni non lecite nei piani di sviluppo urbanistico della città”.

Anche sullo spinoso argomento di chi dovrà succedergli, Mancini sente la mancanza di “un percorso trasparente di selezione della futura classe dirigente, che andrebbe fatto in base all’ascolto e alla discussione di cosa si propone di fare, e in che modo, il candidato sindaco, e non solo in virtù di accordi e indicazioni di partito”. Altrimenti questo partito, del quale Mancini ribadisce di avere il massimo rispetto essendone appunto un tesserato (- ma a livello nazionale - tiene a precisare), “da cuore pulsante di discussione pubblica aperta a tutti, quale dovrebbe essere, diventa un gruppo chiuso”. Mancini sostiene di non avere posto nessun veto, come da molte parti lo si accusa, sui nomi papabili cari al Pdl, come quello dell’assessore alla cultura, Sonia Munizzi. “Sonia Munizzi, così come Renato Barone, Antonio Matozzo, Giancarlo Tiani, rappresentano tutti professionalità molto capaci e meritevoli”, conferma, aggiungendo però che “è il percorso politico e amministrativo che fa la differenza per il candidato sindaco”. Candidato che per Mancini “dovrebbe essere espressione della comunità soveratese e lavorare tra la nostra gente, dedicandosi totalmente al mandato”. 

E il sindaco non rinuncia a chiudere in una battuta provocatoria la sua idea di partiti e democrazia interna: “Non siamo mica il Pcus, è ora di uscire da una concezione un po’ antiquata della politica, e non avere paura di aprirsi agli uomini”. Ora che Mancini è stato chiaro, guardando alle elezioni resta da vedere se il Pdl è pronto ad accogliere e discutere le istanze “ribelli” del sindaco e dei suoi, o se le loro strade si separeranno. (Teresa Pittelli – CalabriaOra) 

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