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L'anomalia calabrese

Oltre all’astensionismo, dato nazionale, un altro dato caratterizza il voto della Calabria: la totale assenza di donne nel nuovo consiglio regionale. Io non sono uno di quelli che crede nella “quota rosa” all’interno delle liste, però se neanche una donna è stata eletta, una qualche domanda vale pure la pena porsela. Anche perché vi erano donne con una significativa storia politica o con un ruolo pubblico di qualità. Sfogliando i giornali si nota un altro dato: nelle elezioni comunali, dove diverse donne sono state candidate sindaco, esse hanno tutte perso. La Mazzeo, la Falduto, la Natale, la Tassone nei comuni del vibonese. La Ranieri, la Riccelli nel catanzarese. E cito i dati più vicini a noi e che, ovviamente, conosco. Solo la D’Ippolito va al ballottaggio a Lamezia. Nel Lazio i candidati alla regione sono state due donne, così in Umbria. In Piemonte vi è stata la Bresso ed in Puglia la Poli Bortone (che avrebbe anche vinto se il PDL si fosse accordato con l’UDC). Nell’Emilia Romagna ed in Toscana due donne hanno sfidato i candidati del centro sinistra. In pratica il panorama politico calabrese vede ai vertici di una istituzione pubblica solo Wanda Ferro. E’ come se alle donne calabresi si conceda spazio a livello nazionale nelle rappresentanze parlamentari e poi, a livello locale, la gestione del potere tenda a concentrarsi in mano agli uomini, forse perché per molti aspetti vale più un assessorato regionale che un ruolo di deputato nazionale.
Nelle altre regioni lo spazio è stato diverso. Ho fatto una veloce verifica sul sito del ministero degli interni per vedere gli eletti (tranne che in Toscana e Puglia dove non ci sono questi dati) e le donne, anche se non tantissime, sono in qualche modo rappresentate. In Piemonte sedici, in Lombardia otto, nel Veneto leghista quattro, In Liguria cinque, in Emilia Romagna undici, in Umbria cinque, nel Lazio dodici, in Campania tredici. Giusto nella Basilicata, solo una. Si può parlare, per quello che vale, di una “anomalia calabrese” del sistema di rappresentanza politica regionale. Non è cos’ irrilevante.

Francesco Raspa

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