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“MONITORAGGIO DELLE STRUTTURE” E’ IL LIBRO – MONITO DEL’ING. ALFONSO SQUILLACIOTI
IN ITALIA NON ESISTE LA CULTURA DELLA SICUREZZA

 di Fausto Pettinato

 Incontriamo l’Ing. A. Squillacioti, Docente di Costruzioni presso l’Istituto Tecnico per Geometri di Soverato, che ha appena presentato il suo libro “Monitoraggio delle strutture”.

Ingegnere, un libro e un titolo molto eloquente, visto il periodo e i disastri che negli ultimi tempi si sono verificati.

L’attività di monitoraggio delle struttura viene scarsamente praticata nel nostro paese. Questo è un male. Molte tragedie si sarebbero potute evitare se solo si fosse prestata attenzione ai mutamenti delle strutture in rapporto alle condizioni iniziali. Il mancato controllo, tuttavia, non è da ascrivere a pigrizia o noncuranza da parte degli utenti . Il problema è tutto culturale. Occorre che nel nostro paese si affermi una cultura della sicurezza che sovrintenda ogni momento del processo edilizio e accompagni l’opera durante la sua vita. E’ necessario dunque che intorno a questi temi si avviino delle campagne di divulgazione delle conoscenze e  di sensibilizzazione.

Lei non crede che spesso alcuni disastri siano annunciati, mi spiego: non pensa che abbiamo troppo maltrattato il nostro territorio, e che spesso prevale l’ignoranza o la corruzione?

Condivido le sue preoccupazioni. La ignoranza si combatte attraverso la divulgazione della cultura della sicurezza. Ognuno deve fare la sua parte, sia le istituzioni che i cittadini. Le indico un esempio. Un gruppo di professionisti appartenenti a varie regioni italiane, ha fondato nel mese di ottobre dello scorso anno la MASTER (Materials and Structures TEsting and Research), io mi onoro di esserne il direttore nazionale . Trattasi di un’associazione no profit che opera nel settore della sicurezza. Essa  promuove dibattiti e momenti di studio intorno ad aspetti importanti dell’ingegneria strutturale quali: le prove sui materiali, con particolare riguardo alle indagini non distruttive, la definizione dei livelli di conoscenza negli edifici, il monitoraggio strutturale e territoriale ecc. ecc. . Inoltre, contribuisce alla divulgazione delle conoscenze attraverso la diffusione  della rivista: MASTER MAGAZINE.  All’iniziativa hanno aderito molti tecnici e, ancor più, tantissimi enti pubblici. Mi auguro che l’iniziativa venga diffusamente imitata.

Anche il libro che Lei citava prima costituisce lo sforzo di quattro soci della MASTER (oltre me, il vice direttore Santo Mineo, da Palermo, e i due Presidenti: Stefano Bufarini e Vincenzo D’Aria dell’Università delle Marche) di alimentare il dibattito culturale offrendo un contributo concreto.

Come Lei sa, spesso mi sono cimentato a scrivere su questi argomenti, nel senso che, secondo me, ancora non abbiamo imparato a rispettare di più il nostro territorio, sottovalutando che Gaia, è un pianeta vivente. Si è costruito dappertutto,  persino sugli arenili e nei fiumi; a Soverato vi sono palazzoni accasciati l’uno a fianco all’altro che quasi non passa neanche la luce. Ecco, non pensa che queste cose sono in un certo senso dei disastri annunciati?

Il degrado del patrimonio edilizio esistente è determinato principalmente dall’abusivismo edilizio e dalla mancanza di una adeguata azione di governo del territorio. Non dimentichiamo che in Italia, negli ultimi venticinque anni si sono avuti ben tre condoni edilizi (uno nel 1985, sotto il governo Craxi, gli altri due sotto governi Berlusconi). In Calabria ed in molte realtà del Sud del Paese, le responsabilità sono complesse. Risultano coinvolte la stragrande maggioranza delle amministrazioni locali che non hanno saputo dispiegare un’efficace azione di governo del territorio. Anzi, il più delle volte quest’ultimo è stato facile preda della più feroce e spietata speculazione edilizia. Qui da noi, nonostante la sciagura del Beltrame si assiste alla cementificazione dell’area dell’Ancinale. A livello regionale, inoltre,  è mancata una tempestiva azione legislativa sul terreno urbanistico. La legge urbanistica regionale è di qualche anno fa. Manca ancora un piano di area vasta (di riferimento regionale) che  contenga le linee di sviluppo regionale e gli elementi di coordinamento per la pianificazione provinciale e comunale. Anche il Piano di Assetto Idrogeologico è di recente formazione. Mentre manca completamente un piano paesaggistico , e cosi via.

Nella premessa del suo libro, parla di sintomi degenerativi e cura delle costruzioni, quindi, anche una struttura manifesta l’allarme quasi come un essere umano. Lei pensa che c’è anche un problema di sottovalutazione rispetto a questi fenomeni?

Nel libro “Monitoraggio delle Strutture – degradi, dissesti ed analisi dei quadri fessurativi”, edito da EPC Libri, poniamo l’accento su quelle  moltitudine di azioni che degradano i materiali costituenti le strutture e, spesso, costituiscono le cause perturbatrice di condizioni di equilibrio originario. Si tratta di  complessi processi che inducono forme di degrado (perdita delle caratteristiche originarie) e livelli di dissesto (perdita delle iniziali condizioni di equilibrio) che impongono, per scongiurare scenari di pericolo, interventi di riabilitazione la cui importanza discende dall’entità delle trasformazioni subite dalla struttura.

L’esame dei quadri fessurativi ed il loro monitoraggio servono a scongiurare scenari di grave pericolo in cui sono esposte vite umane. Purtroppo, oggi manca, verso questi aspetti, la giusta attenzione. Potrei annoverarle una moltitudine di sciagure dovute, per esempio a crolli, ma non solo,  che potevano essere evitati con un’azione diagnostica tempestiva ed un monitoraggio mirato.

A tal proposito, Le giro una domanda che più volte ho posto pubblicamente al Sindaco di Soverato: siamo sicuri che tutti gli edifici di pubblica utilità godano di sicurezza?

Per rispondere a ciò bisogna avviare un’azione ricognitiva, specie sugli edifici e le opere infrastrutturali di interesse strategico. Mi riferisco a edifici ed infrastrutture che assumono, durante gli eventi sismici, rilievo fondamentale per le finalità della protezione civile. Lo strumento legislativo di riferimento è l’OPCM 3274 del 20.03.2003. Un primo elenco di siffatti edifici ed infrastrutture è stato approvato dalla Giunta Regionale con delibera n. 786 del 27.11.2009. In buona sostanza, sono state approntate le schede di indagine di LIVELLO  “L0” “L1” e L2” finalizzate alla formazione di una banca dati. La mancata compilazione delle schede da parte degli enti proprietari (nella fattispecie il comune) comporta l’esclusione da qualunque forma di finanziamento regionale per interventi su edifici pubblici. Dalle verifiche scaturisce la possibilità agli enti di venire inclusi nel Piano di Azione utilizzato per l’individuazione degli interventi da ammettere a finanziamento  nell’ambito delle risorse finanziarie sul POR Calabria FERS 2007-2013 o di altre risorse.

La ringrazio per la sua cortesia, e Le auguro buon lavoro. 

(Realizzata e pubblicata su Punto&@Capo n. 6 Giugno 2010 in edicola)

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