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IMPIANTISTICA SPORTIVA A SOVERATO
FATTI, NON PIU’ PAROLE...

di Fausto Pettinato

Non è il mio forte parlare di sport, né tantomeno ho voglia di sostituirmi a chi scrive e s’interessa di esso, facendolo molto bene.

Tento semplicemente di analizzare questo fenomeno sotto l’aspetto socio – economico.

La pallavolo Femminile Frigorcarni Soverato, dopo aver dominato il campionato di B1, ha conquistato la promozione in A2. Si sanno quanti sacrifici e passione serve per certi traguardi, non si arriva a ciò per caso, ma, con una seria programmazione e sacrifici economici. Ora, i festeggiamenti sono finiti, si pensa già al prossimo campionato. Le massime Istituzioni calabresi si sono recate a Soverato per festeggiare l’evento e prendere impegni. Che a Soverato ci siano tante attività sportive si sa, dal calcio al calcetto, dalla pallavolo al basket, dal tennis alla vela, e altri ancora, che mi scuso se non cito perché non ricordo. Il fermento insomma c’è.  C’è anche tanta gente che lavora in silenzio e che svolge un’opera meritevole educativa e aggregativa, sostituendosi spesso loro malgrado e in perfetta solitudine, all’assenza e alla mancata conoscenza delle pubbliche istituzioni spesso assenti e insensibili su queste problematiche. Non sfugge però a uno come me, abituato sin da giovane a prestare molta attenzione ai fenomeni socio – culturali ed economici, e non posso che lanciare un grido di allarme rispetto a quanto appena citato. Per tornare a Soverato e allo sport, aldilà delle polemiche paesane e di bassissimo spessore che non offrono nessun contributo serio, se è vero che il fermento c’è, la domanda nasce spontanea: abbiamo le infrastrutture adeguate? La mia risposta è no. Poiché l’attuale capannone dello sport non è idoneo per il campionato di pallavolo A2, se ne sta progettando una fotocopia dell’esistente solo un po’ più grande. Altra domanda: perché in Calabria persiste questa maledetta cultura dell’emergenza, che ci porta a non saper guardare aldilà del proprio naso, nonostante gli slogan lanciati in questi anni? Certo, gli slogan non costano nulla, il problema nasce quando dallo slogan bisogna passare ai fatti. Potrebbe anche lo sport a Soverato diventare un elemento di core – business per la Città? La mia risposta è sì. Esso va inquadrato all’interno di una visione complessiva di crescita della Città. Quella visione che necessita di una programmazione e un coinvolgimento di tutte le forze sane della Città, e perché no, anche dell’ambizione di poter diventare capoluogo del comprensorio. Magari, iniziando proprio dal progettare e costruire un palazzetto dello sport di almeno 5.000 posti, da utilizzare anche per grandi eventi. Perché pensare sempre le cose in miniatura così com’è stato concepito il teatro? O forse Soverato non meritava un teatro con almeno 1.000 comodi posti, da utilizzare anche per la grande convegnistica? Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Per finire, penso che sia necessario trovare la forza culturale, scrollarci di dosso una volta per sempre questa cultura del non saper guardare avanti, e, non essere sufficientemente ambiziosi per progettare anche quello che sembra impossibile.  Se non ora quando, visto che ancora per tre anni, godremo dei finanziamenti Europei previsti per le aree sottosviluppate?

(Pubblicata su Punto&@Capo n. 6 Giugno 2010 in edicola)

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