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Efeso di Calabria

     
“Se vôi l'ammirazione de l' amichi nun faje capì mai quello che dichi.” (Trilussa)

Ancora prima di Alessandro Volta, Alberto Gavarrini, intellettuale e studioso di fisica molecolare, durante un esperimento subì una forte scossa, costruì una strana scatola che faceva scintille: sconosciuto.  Pierpaolo Dalpe, capì che la propagazione dell’energia in un liquido era sperimentabile in qualsiasi elemento in grado di ondeggiare: completamente ignoto. Fiore Valtelli, navigatore incosciente, tentò diverse volte di raggiungere i confini del mare e fallendo giunse alla conclusione che la terra poteva essere, come la luna, una sfera: di lui nessun testo ufficiale narra. Tutto ciò non è dovuto ad un lapsus bensì ad un LAPIS. Usare con dovizia e mestiere questo piccolo arnese procura vantaggi inimmaginabili. Poter cancellare un nome o aggiungere un segno, molte volte, è l’unica via d’ uscita… per venirne fuori.

Resta comunque l’inconsistenza di argomenti veri per sostenere il confronto e allora si blatera di inezie: che la penna con cui si scrive è di due soldi o che prima di “ecc.” è facoltativa ma consigliata la virgola. Altissima cultura!

La matrona di Efeso piange la dipartita dell’ “amico” d’arte e con esso la perdita di opportunità per la crescita culturale e intellettuale della Calabria, ma non temete, prestissimo si lascerà consolare e prima o poi cederà anche alla tentazione d’incontrarmi pubblicamente, di guardare in faccia senza le mele sugli occhi il bambino ritardato da prima elementare, il virgolettato arrotino. Si, si, perché pare che l’unica preoccupazione della matrona, tra un singhiozzo e l’altro, sia di che colore siano i miei occhi, dove vivo, di cosa mi occupo quando la trascuro e infine questo benedetto nome, che non riesce proprio a digerire. Mannaggia, non considera affatto i miei articoli, però almeno si occupa di curare… i “segni d’elisione”. Cederà? Cederà! La conosco meglio di lei stessa. Fidatevi, fatevi pubblicare la versione in inglese di una sua bella guida turistica su Soverato e dintorni, finanziata con soldi pubblici, soprannominata “Il tour delle risate”: nemmeno Woody Allen avrebbe saputo fare di meglio. La matrona dal braccino corto e l’altro lungo finge di piangere la scomparsa del regista del filmato sul miracolo di Torre di Ruggiero ma si strofina le mani: doveva occuparsi lei della ricerca storica per la sceneggiatura di quel filmato, concedendosi a titolo completamente gratuito all’unica condizione che il tutto fosse realizzato dalla sua troupe di fiducia, accontentandosi solo di un piccolo rimborso per le spese… pari a 5 volte il preventivo più alto presentato da altri concorrenti, che non nascondevano di guadagnarci anche! No! Se gli offrite soldi la offendete! Segue cena, segue cena basta e avanza. Sssh, se sollecita qualche pagamento lo fa solo per altruismo, si, si: altruismo proprio, privato e personale.

Prima di concludere, sarei scortese se non salutassi il professore Nisticò. A pensarci bene forse abbiamo fatto le elementari insieme: ecco perche il mio collega di banco, abilitato all’insegnamento di italiano, geografia, ecc. ecc. , nel suo “punto” di giovedì 10 febbraio 2011, a proposito della Puglia dice “è una città”, lapsus che immediatamente corregge così “è una serie di città”. Regione Prof, la Puglia è semplicemente una regione. Non si amareggi, fossero questi gli “orrori”… Pensi che oggi (11 febbraio 2011) il quotidiano “Repubblica” titolava così ”Rivoluzione ATAC, torna il bigliettaio”:  a prof., gli mandi un vocabolario “de italica lingua” a ‘sto branco di ignoranti…

“…il “Pennisi” (e ora anche Repubblica) mostra di ignorare il significato in lingua italica di bigliettaio, che significa addetto alla vendita di biglietti all’ingresso di cinema e teatri…” (U.Nisticò, “Poveri maiali miei”, 2011, SoveratoWeb)

Prof., lo sa cosa pensano a Soverato dei suoi sospirati convegni (segue cena) sull’unità d’Italia, non l’ha ancora capito?  E allora glielo dico io, “cor tono de Trilussa”:

È stato ar fronte, sì, ma cór pensiero:
però te dà le spiegazzioni esatte
de le battaje che nun ha mai fatte,
Avressi da vedé come combatte
ne le trincee der Punto! 
Spiana li monti,
sfonna,
spara,
ammazza...
<< Per me,>> - barbotta – <<è tutta na gran farsa...>>
E intigne li biscotti ne la tazza.

Cederà, cederà, vedrete che pur di dirmene quattro in faccia cederà. Non cederà, non cederà.

 Claudio Maria Pennisi
 
   
   

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