Dal 1950 ad oggi la cementificazione in Italia è progredita del 166 per cento ed ogni giorno vanno in fumo 100 ettari, ovvero dieci metri quadrati al secondo.

In Italia ci sono 10 milioni di case vuote, eppure si continua a costruire.

I suoli fertili sono una risorsa preziosissima e non rinnovabile, ma in quarant’anni all'agricoltura sono stati sottratti 5.000.000 di ettari.

E tutto ciò a scapito del nostro meraviglioso paesaggio, dell'ambiente, delle risorse turistiche, dell’agricoltura e dell'assetto idrogeologico. 

Sulla scorta di questi dati, circa un anno fa il “Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio” ha promosso la campagna nazionale “SALVIAMO IL PAESAGGIO, DIFENDIAMO I TERRITORI” per il Censimento edilizio in ogni Comune d’Italia, con la finalità di evitare che i piani urbanistici siano realizzati senza tener conto dei bisogni effettivi delle comunità locali e prevedano nuovo consumo di suolo nonostante l’ampia disponibilità edilizia già esistente.

Il censimento serve, dunque, a mettere in luce con esattezza la realtà delle strutture edilizie già presenti nel territorio del Comune e, in particolare, il numero delle case sfitte, vuote, non utilizzate, le superfici edificabili residue del vigente piano urbanistico e quelle previste da quello in progettazione.

Ciò è di estrema importanza per monitorare lo stato attuale dell’offerta edilizia e ragionare sul fenomeno del consumo di suolo e sulle necessarie pianificazioni conseguenti. 

Anche il Governo è intervenuto sulla questione approvando, il 14 settembre scorso, un Disegno di legge-quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo, che mira a garantire l'equilibrio tra i terreni agricoli e le zone edificate o edificabili, ponendo un limite massimo al consumo di suolo e stimolando il riutilizzo delle zone già urbanizzate, sul presupposto che il mantenimento dell'attività agricola contribuisce a diminuire il rischio di dissesti idrogeologici.

D'altra parte, i disastri idrogeologici nella nostra regione, di questi giorni e del recente passato, confermano la necessità urgente di fermare lo sfruttamento selvaggio del territorio e di prestare una maggiore attenzione alla sua tutela. 

Aderendo a tale iniziativa, nel mese di marzo ho presentato al Consiglio Comunale di Satriano una Mozione per il “Censimento del Patrimonio Edilizio nel comune di Satriano”.

Il 23 aprile 2012 il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la Mozione, deliberando un Atto di indirizzo perché il censimento venisse iniziato entro 3 mesi e concluso entro 8 mesi.

Nella stessa occasione, il Sindaco e la Giunta, con espressioni di apprezzamento per l’iniziativa, si impegnarono a portare a compimento il Censimento. 

Sono passati più di 6 mesi dalla Delibera e il censimento NON è stato neppure avviato.

Perciò, il 29 ottobre scorso ho inviato una lettera al Sindaco, agli Assessori e ai Consiglieri comunali chiedendo di conoscere i motivi per cui il Censimento non è stato avviato e se il Comune di Satriano intende effettuarlo, dando finalmente attuazione alla Deliberazione consiliare del 23 aprile 2012. 

Ad oggi, 20 novembre, non ho ancora ricevuto risposta, né alcun cenno di riscontro.

Mi chiedo:

- Che valore hanno le deliberazioni del massimo consesso democratico di un Comune?

- Quale reale importanza diedero il Sindaco Drosi e la sua Giunta alla Mozione e alla decisione del Consiglio? Era solo, la loro, un’adesione strumentale e retorica?

- Possibile che il Sindaco, così lesto di penna quando si tratta di sfornare comunicati stampa, non abbia trovato dieci minuti di tempo per rispondere ad una legittima richiesta di chiarimenti?

Lascio a voi le considerazioni. 

Avv. Domenico Calabretta

ALLEGATI
LETTERA AL SINDACO
DELIBERA DEL 23/04/2012