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Proclama di Rosarno

Fratelli della Gran Madre Africa,

ho visto in TV le immagini dei posti dove siete stati costretti a vivere a Rosarno e, per la prima volta in vita mia, mi sono vergognato di essere calabrese.

Non pensavo che la mia terra, di grande ospitalità e dignità, potesse cadere così in basso! La Calabria nei millenni ha accolto tutte le popolazioni che sono arrivate alle sue sponde: fenici, greci, ebrei, longobardi, bizantini, normanni, aragonesi, spagnoli, occitani, valdesi, albanesi e più recentemente curdi, cinesi, ucraini…

Nel mio libro Ritorno in Calabria, uscito nel 1994 e ora gratuito in rete, avevoscritto alla fine del capitolo 28:

…vidi al lato della strada litoranea due giovani africani che avanzavano a piedi, alti e scuri. Mi sembrò di aver già visto quella scena e cercai di ricordare dove…

Ma certo! Somigliavano ai due Bronzi di Riace, anche loro alti e scuri. Mi venne uno strano presentimento, misto a emozione e speranza. Bronzi millenari emergevano dal nostro mare e popoli d’Africa arrivavano nei nostri paesi in cerca di un futuro migliore. Cose grandi ed arcane stavano succedendo! Forse gli antichi dèi, ai quali il Sud fu tanto caro, si erano ricordati della Calabria e stavano tornando tra noi?

Voi siete venuti in Italia per cercare una vita migliore, e avete trovato disprezzo e sfruttamento. Eppure la scienza insegna che l’umanità ha avuto origine in Africa: lì è nato l’uomo e da lì ha iniziato a migrare per il nostro pianeta!

In tutti i miei scritti ho sostenuto che la nuova civiltà del mondo, la Civiltà Sissiziale, verrà dalla Calabria dove l’Italia è nata, e la vostra rivolta mi dice che è giunto il grande momento! Non crediate di essere soli. Io sono l’onore e la grande anima filosofica della Calabria e vi ringrazio di essere venuti da lontano per portarci il fiore dei vostri giovani anni!

Vi chiedo perdono per come siete stati trattati e, più che fratello mi considero vostro padre per i miei bianchi capelli: perciò mi unisco a voi per dare umanità al mondo che diventa disumano ogni giorno di più.

Il mio cuore, la mia penna, la mia mente, sono e saranno sempre con voi per il vostro pane, la vostra dignità, il vostro e nostro onore!

Evviva l’Africa libera, evviva l’Italia libera!

Milano, 13 gennaio 2010
Salvatore Mongiardo

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