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SPECIALI PAGINA LIBERA |
Gagliato,
la manovra e i… veleni locali
di FRANCESCO FODARO - Sindaco di Gagliato
La cosiddetta «manovra», che tutti ormai conosciamo (definita dallo stesso capo del governo di «lacrime e sangue») contiene - a mio avviso - delle misure del tutto inaccettabili, biasimevoli al massimo, anche perché va fortemente a discapito dei ceti meno abbienti, di chi vive con una modesta pensione o stipendio, dei lavoratori precari, e mai dei ricchi capitalisti o dei cosiddetti poteri-forti, che da sempre in questo Paese dettano le leggi al legislatore, da dietro le quinte. In questa manovra, purtroppo, a parte tutto, c’è un punto che riguarda ancor più da vicino anche il nostro ridente paese: Gagliato. Mi riferisco, lo avrete già intuito, all’accorpamento dei Comuni al di sotto dei mille abitanti. Io, a questo punto, non so che fine farà Gagliato. Non ho la palla di vetro per prevenire il suo futuro. Non so se verrà accorpato a Chiaravalle (8 chilometri verso la montagna) o a Soverato (altrettanto 8 chilometri verso il mare). A me sarebbe piaciuto, a dire il vero, creare un unico comune con la vicina Argusto. Ma unire due piccolissimi comuni non avrebbe, non avrebbe di certo, alcun senso. Vedremo. Probabilmente Gagliato, che si affaccia sullo Jonio, diventerà un quartiere di Soverato, la collina dei soveratesi. Sarà un bene o sarà un male? Anche questo sarà da vedere! Intanto, dopo aver varie volte analizzato la situazione del nostro paese (ho avuto spesso occasione di fare delle vere e proprie analisi socio-economiche locali) mi corre l’obbligo di fare un appunto, anche perché non tutti i mali - come si usa dire - spesso vengono per nuocere. Scomparirà Gagliato come Comune, e di questo me ne duole tantissimo, ma finalmente assieme ad esso scompariranno anche i veleni! Sì, avete capito bene: i veleni. Questo Comune, da anni, è infatti frantumato in tanti pezzi proprio per la bramasia di andare al Comune, pensando di potersi realizzare ed emergere facendo i consiglieri o gli assessori, di apparire ciò che in realtà non sono e sotto sotto poter anche curare il proprio orticello. Ma questo è solo un tentativo di magìa fatto coi piedi! Perché la gente non è fessa e ben conosce le persone, sia dalla parte esteriore che da quella interiore. Gestire la cosa pubblica, specie in un piccolissimo comune, significa sacrifici; significa lavorare quotidianamente a stretto contatto con i cittadini e non altro. Mi rendo conto che educare una cittadinanza al vivere civile e alla legalità è un’impresa piuttosto ardua e difficile. Spesso - come insegna un grande filosofo, Umberto Eco, sarebbe come «insegnare ai gamberi a camminare diritti, a guardare avanti, e non a camminare a ritroso». E allora, in mancanza di questa consapevolezza da parte di taluni cittadini ben identificati e segnalati da tempo, ecco i veleni, ecco i colpi bassi, gli schematismi (interni ed esterni), e quant’altro. Per non parlare, poi, dei toni che usano e di ciò che dicono alle spalle. C’è gente - è giusto che lo sappiate - che, rasentando addirittura la pazzia (come direbbe il prof. Crepet), cerca di mettere in giro delle assurdità nell’intento di denigrare, nella speranza che qualche ingenuo ci abbocchi. Sono persone ovviamente già da tempo individuate, spesso abituate a spingere gli altri in queste malefiche azioni. E qui naturalmente c’entra anche l’invidia, che è una vera malattia, un sentimento malsano che significa riconoscersi al cento per cento inferiori agli altri; c’entrano le frustrazioni, l’incapacità di creare qualcosa di buono, di costruttivo, ecc. Ecco il motivo per cui, quando qualcuno fa qualcosa di buono per Gagliato, c’è sempre un mediocre pronto a «criticarlo», senza avvertire neppure la necessità di capire. Ti avversano solo se conti, se sei qualcuno - è un fatto risaputo questo -, altrimenti nessuno ti considera. È questo il motivo per cui, spesso, le persone invidiate finiscono per montarsi la testa! Perché, come insegnano i vecchi saggi: a cavallo invidiato gli luccica il pelo! Magari, questa gente lo sapesse! Va da sé, tuttavia, che la persona fatta oggetto di critiche gratuite (e inqualificate perché provenienti da un pulpito tutt’altro che aureo, di critiche quindi che lasciano il tempo che trovano) non prende in considerazione gli strepiti dei maligni, che vivono male e vedono male dappertutto. A costoro dico: continuate, continuate pure in questo modo. Per vostra sfortuna, c’è qualcuno sopra di noi che ci assiste e - come spesso ci viene dimostrato - l’inferno esiste! Bene! La fotografia di Gagliato è questa! Si presenta così, purtroppo, oggi il nostro beneamato paese, anche se a volte non tutti se ne accorgono. Perché ho voluto dire questo, partendo dalla manovra del governo? Per un motivo semplice: perché se la scomparsa del nostro Comune, se il suo accorpamento significa la scomparsa definitiva di questi veleni, la fine di un inaudito «giocare allo sfascio», allora - sia chiaro - con buona pace di tutti, ben venga una buona volta l’accorpamento! Francesco Fodaro |
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