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CONSIDERAZIONI SULL’ARTICOLO APPARSO SULLA GAZZETTA DEL SUD A FIRMA DI CESARE BARONE
(a cura di: Ing. Maurizio BENVENUTO)

   


Mi è capitato di leggere l’articolo della Gazzetta del Sud intitolato: “Erosione delle coste. E’ ritornata l’emergenza”, e mi è sembrato doveroso esporre alcune considerazioni e correzioni alle parole dell’estensore dell’articolo. Quando si dice testualmente: “nei giorni scorsi, a causa del mare grosso, la spiaggia del litorale è infatti diventata sempre più esigua”, bisognerebbe avere almeno effettuato un sopraluogo sull’intero litorale ed indicare, quindi, puntualmente quali sarebbero state le emergenze riscontrate. Siccome il sottoscritto, in qualità di progettista e Direttore dei Lavori, ha anche l’onere di monitorare l’evoluzione della linea di riva, attraverso rilievi celerimetrici e fotografici, non ho avuto modo di rilevare la tanto asserita esiguità della spiaggia. Anzi, in particolare la spiaggia dell’Ippocampo ha subito un sicuro avanzamento sia a monte che a valle del pennello; mentre la zona delle case Doria continua ad essere esposta ciclicamente a fenomeni di erosione e ripascimento e non essendo stato ancora realizzato nessun pennello, non è stato possibile fissare la linea di riva (funzione che normalmente hanno i pennelli e le soffolte realizzate finora). Si dice ancora nell’articolo “a quanto pare, però i pennelli non hanno provocato l’effetto sperato”. Io personalmente, in qualità di Direttore dei Lavori sicuramente non speravo di ottenere un effetto così positivo (si pensi che dal 2009 la spiaggia di Soverato è aumentata di circa 20.000,00 mq!!!!) . Bisognerebbe capire qual è l’effetto sperato dal giornalista o dalla sua fonte. (Si allegano alcune foto comparative che rendono perfettamente l’idea sugli effetti delle opere).


Situazione al 18.10.2011 al Don Pedro

Nella prosecuzione dell’articolo si asserisce: “l’ultima mareggiata, infatti, ha provocato danni a diverse attrezzature di stabilimenti balneari ancora in procinto di chiudere i battenti”. Sono andato al Comune e mi sono recato anche sul litorale soveratese, per avere contezza di quanto asserito, ma ad eccezione degli effetti temporanei e localizzati che una mareggiata di modeste dimensioni, come in questo caso (Altezza max di 5 mt ed altezza significativa di 2,56 mt) provoca, non ho avuto modo di riscontrare richieste danni per eventi meteo-marini avversi. Quando si afferma: “come detto in seguito all’evento di qualche giorno fa, però, non hanno funzionato al meglio in quanto le onde hanno oltrepassato il limite di sicurezza”, bisognerebbe conoscere almeno la filosofia che ha portato alla progettazione dei pennelli e delle soffolte. Infatti non esiste in letteratura scientifica un limite di sicurezza per tali opere, ne va da sè che si chiamano “soffolte” perché sono perennemente sott’acqua e la loro funzione è semplicemente quella di fissare la linea di riva ed allontanare il più possibile la battigia dalle opere a terra, in parole povere, più il mare è lontano meno danni fa. E’ assurdo oggigiorno pensare ad opere rigide, che tanti danni hanno provocato negli anni (si pensi alla barriera che abbiamo demolito nei pressi del Circolo Velico e che è stata una delle cause della parziale scomparsa nel 2009 della spiaggia dell’Ippocampo).


Lo scoglio a punta del “tre scogli”

Il sig. Barone afferma infine: “…..Risulterebbe necessario che il Sindaco Taverniti organizzasse un tavolo tecnico dove avrà la possibilità di confrontarsi con i tecnici della Regione e comprendere i motivi che tengono bloccato il progetto antierosione in Commissione Ambiente…”. Confrontarsi con la Regione Calabria è sicuramente cosa buona e giusta, ma non vedo cosa dovrebbe fare la Commissione Ambiente, la quale, già dal marzo 2010, ha licenziato, approvandolo, il progetto sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale (i pennelli ancora da realizzare sono contenuti all’interno del Parco Marino dell’Ippocampo). L’Assessorato ai LL.PP. della Regione Calabria deve semplicemente firmare un cosiddetto “Atto Integrativo” con il Governo, perché l’Ente Attuatore (in questo caso la Provincia), provveda all’appalto dei lavori finanziati e pari ad € 500.000,00, contributo assegnato a suo tempo al Comune di Soverato.

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