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“Il mondo di oggi ha
bisogno di don Bosco come non mai”. Lo ha detto Mons. Vincenzo
Bertolone Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace che ha presieduto la
solenne celebrazione con i ragazzi delle scuole salesiane di
Soverato, nell’annuale ricorrenza del Padre, Maestro ed Amico dei Giovani Il
fondatore della famiglia salesiana, secondo il presule, ha messo in atto un
“metodo di vita cristiano” che “si è rivelato fruttuosissimo nel tempo: il
sistema preventivo”, basato sulla convinzione che “l’uomo di domani si
costruisce sopra un humus creato giorno per giorno”. Di qui lo “stile di
approccio” di don Bosco con i giovani: “Attento alle richieste dei ragazzi – le
parole di Mons. Bertolone- Don Bosco ama parlare di gioia, di allegria, di sani
momenti di svago, perché la felicità è iscritta nella giovinezza. Uomo d’azione,
Don Bosco comprese che l’attenzione posta ai giovani è il migliore investimento
nella società, nella Chiesa e nel mondo. Non esiste un futuro nella società
senza la cura dei piccoli e dei giovani, e Don Bosco si è dedicato pienamente a
questo futuro”, tanto da essere definito da Giovanni Paolo II “padre e maestro
della gioventù”. “Nella persona di Don Bosco, operante inizialmente sulle strade
di Torino, e poi in ogni parte del mondo attraverso i suoi seguaci – ha
continuato l’Arcivescovo - si rende presente l’insegnamento aggiornato e
approfondito del Cristo legato ai problemi della società contemporanea”. Una
partecipazione attenta e riflessiva quella dei giovani che hanno gremito fino
all’inverosimile la parrocchiale dell’Immacolata. All’inizio della solenne
celebrazione il Direttore-Parroco Don Tobia Carotenuto ha rivolto un breve
indirizzo di saluto a Mons. Arcivescovo il quale, nel corso della sua vibrante
omelia, ha espresso segni di stima e gratitudine per l’impegno del Direttore
dell’Opera Salesiana che, con tenacia e determinazione , pone a servizio della
comunità tutta , la sua passione educativa capace di scardinare ulteriorità di
proposte e di visioni pastorali che richiamano il laicato ad un’assunzione di
responsabilità sempre più consapevole e determinata per la costruzione del bene
comune. Presenti alla concelebrazione anche don Ivan Rauti, Delegato di
Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi, don Antonio Scicchitano, Delegato per la
Pastorale Voicazionale ed il Parroco di Soverato Superiore, don Giorgio Pascolo
ed il segretario particolare dell’Arcivescovo don Francesco Candia.
Particolarmente significativa la presenza del primo cittadino Leonardo
Taverniti e di rappresentanti della Giunta e dell’Amministrazione Comunale. “Lo
spirito di Don Bosco – ha proseguito Mons. Bertolone - si è incarnato in decine
di migliaia di suoi figli e figlie che hanno deciso di continuare ad occuparsi
dei più piccoli, attraverso i diversi rami della Famiglia Salesiana e attraverso
la folla immensa degli exallievi. Anche se il mutare dei tempi incide sulle
modalità di applicazione, nei diversi istituti salesiani, nelle diverse opere
presenti in tutti i continenti, la natura profonda del carisma di Don Bosco
rimane sempre la stessa”. “ Rimanete con
Don Bosco e con
i tempi!” il monito finale dell’Arcivescovo fatto con cuore di padre e di
fratello. All’inizio della celebrazione, Gianfranco Procopio e Giulia Vavalà
hanno rivolto un breve saluto a nome degli alunni delle due scuole salesiane,
la Scuola Media ed il Ginnasio-Liceo dei Salesiani e la Scuola Media ed il Liceo
della Comunicazione e delle Scienze umane, nel quale hanno ringraziato i
salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice per la loro insostituibile missione
accanto a loro. Parole di apprezzamento sono state rivolte da Mons. Bertolone
anche ai docenti delle rispettive scuole cui è affidato il difficile e
affascinante compito di essere educatori secondo l’ispirato insegnamento di d.
Bosco per cooperare alla formazione di “buoni cristiani ed onesti cittadini”. E
dell’impegno straordinario del Santo torinese per la costruzione di una società
civile più equa e giusta ha parlato nell’omelia della Messa solenne della sera ,
il vicario episcopale don Gregorio Montillo che ha tenuto desta l’attenzione
della numerosa assemblea offrendo una riflessione sulla visione
“straordinariamente moderna” d’intendere l’impegno dei laici in ogni fronte
della vita civile, che fu di Don Bosco. Attraverso un originale parallelismo tra
la figura del Santo dei Giovani ed il Beato tedesco Adolph
Kolping che ad Elberfeld, partendo dalla sua personale esperienza di ex
artigiano calzolaio e conoscenza delle problematiche del modo del lavoro, diede
l’impulso a realizzare un progetto più vasto e dinamico a favore del modo
giovanile artigiano, fermamente convinto che “Das was Gott tun will, das macht
Er durch mich “, “Quello che Dio vuole fare, lo fa attraverso di ognuno di noi”.
Al termine della celebrazione, nell’adiacente Oratorio, la tradizionale
distribuzione dei “panini di don Bosco” ha concluso i festeggiamenti. In un
mondo di “emergenza educativa” l’attualità del Sistema Preventivo di don Bosco è
più attuale che mai, ai membri della Famiglia Salesiana, SdB ed FMa,
Cooperatori, Exallievi/e, Devoti di Maria Ausiliatrice, docenti ed educatori che
durante il triduo e le manifestazioni organizzate per festeggiare il loro Santo
Fondatore hanno vissuto momenti forti di riflessione il compito di inverare,
in
chiave moderna, le parole del Padre della Gioventù: «Io per voi studio, per
voi lavoro, per voi vivo, per voi sono disposto anche a dare la vita».
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