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SOVERATO COMMEMORA GIORGIO GIOVIALE
Venerdì il ricordo di
don Alfonso. Oggi la partita di calcio
Il riferimento di zi Fonso è a una gioventù falciata da droga e aids proprio in quegli anni, che sfila nel libro con momenti di vita, lettere, episodi anche divertenti, nonostante epiloghi spesso drammatici. Nei brani letti da Salvatore Frangipane e Ramona Calcagno, si è ripercorsa ad esempio la storia di Silvana, una ragazza di Soverato morta di aids, che in don Alfonso, nelle lettere scritte prima di morire, vedeva l’unico amico rimastole, nel fuggi fuggi generale allora provocato, intorno ai malati, dalla scoperta dell’hiv. Storia diversa e a lieto fine, invece, per un ragazzo siciliano che da il titolo al libro con una sua poesia, sorpreso da don Alfonso a bucarsi in strada, a Roma, e da lui portato all’interno del centro e di una nuova vita, che nel tempo ha significato riabilitazione, rientro in famiglia e ripresa degli studi. Un approccio educativo, quello di don Alfonso, che “recupera la lezione di don Bosco, nella quale fondamentale è l’affettività e l’espressione delle emozioni nel rapporto con i ragazzi”, ha spiegato nella relazione introduttiva Gerardo Pagano. Un’attenzione al centro anche del saluto iniziale di Francesco Grisafi, presidente dell’Università della terza età. “Anche il ragazzo più delinquente può diventare migliore, se si punta su un dialogo ormai dimenticato”, ha sottolineato Marisa Gualtieri, coordinatrice della serata. Infine, le parole di don Alfonso: “testimonianza e dialogo, di questo hanno bisogno i giovani, e non di incomprensibili divieti”. Tornando alla commemorazione di Giorgio Gioviale, oggi alle 16 sarà giocata una partita al campo di calcio Ippica, “per non dimenticare”. Teresa Pittelli |
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