|
|
Soverato
- Forse anche lui, come i numerosi Fedeli e Devoti che frequentano
assiduamente la piazzetta dedicata a Padre Pio, dove giganteggia
anche la sua statua, è andato a chiedere al Santo qualcosa, qualcosa
che non è certamente una grazia, una raccomandazione per la propria
salute o per i propri cari o, ancor più, a lamentarsi per la vita
che conduceva. Non so se collegato ad una fantastica linea
telepatica col Santo abbia avuto la possibilità di farlo ma,
certamente, se questo gli fosse stato concesso da Colui che sta più
in alto di tutti, avrebbe solamente chiesto il perché
dell’assurdità, della cattiveria e dell’incomprensione di questo
nostro mondo, e dell’enorme divario esistente, e mai colmato, tra
l’uomo e gli animali.
Quel vecchio cane, morto probabilmente investito da qualche
“anima Pia” che aveva paura di arrivare in ritardo alla Movida
Soveratese, è andato a morire proprio lì ai piedi della statua
di quel Santo che certamente, a differenza dei suoi Fedeli, lo
avrebbe soccorso, lasciando le preghiere da parte. Quegli stessi
Fedeli e quegli occasionali frequentatori della Piazza Padre Pio
che, incuranti del cattivo odore sprigionatosi in poco tempo anche
a causa del caldo intenso, non si sono premurati di elevare le loro
proteste a chi di dovere per la necessaria rimozione.
La
fila e le proteste senza perdere un solo attimo, qui si è abituati a
farle per accusare di ferocia e di attacchi indiscriminati quei cani
impauriti, che l’uomo stesso ha reso così; dapprima con una
entusiasmante adozione per accontentare i capricci di figli
“viziati” e poi, dopo avergli fatto assaporare per breve tempo il
falso calore di una famiglia, ha pensato bene di disfarsene
buttandoli per strada, a lottare per la propria sopravvivenza.
E’ questa l’origine di quel BRANCO che sembra seminare il
terrore. E quel vecchio cane, andato a morire sotto quella
statua, io lo conoscevo bene, faceva parte di quel branco, e vi
assicuro che non aveva mai dato fastidio a nessuno, era diventato
anziano come lo sono io e, come me, anche se non aveva modo di
esprimerlo, aveva visto quello che succede in questa società.
Non aveva mai rapinato, rubato, truffato e, soprattutto, non
aveva “odiato” i suoi simili. Aveva lottato dignitosamente per
sopravvivere e si era appartato con la sua razza perché,
sicuramente, aveva capito che quella razza è di gran lunga superiore
alla nostra.
Mimmo Gallo
|
|
|