Un bimbo di quattro o cinque anni mi ha abbracciata forte e guardandomi negli occhi mi ha sussurrato, quasi per non farsi sentire dalla folla intorno, in un pudore tutto privato di dialogo con la sua Befana: ”Grazie Befana mia per non avermi portato carbone”. Non la dimenticherò mai.. Perché questo momento rimarrà anche nel suo stesso ricordo, così come  la figura sorridente e un po’ diversa di questa portatrice di doni, sarà per tutti i bambini che ieri hanno arricchito la loro fantasia e i loro sogni di una icona d’infanzia in carne ed ossa.  Non tanto per la dinamica e la logica dei regali, quanto per l’inizio di una consapevolezza valida lungo il corso di tutta la vita, che quanto sudato è sempre e meglio guadagnato, un sorriso, un dono, un perdono, una conquista, un lavoro.

Queste mie poche righe sono immediate ma assolutamente indispensabili per me, avrò modo di scrivere più lungamente, sono già in partenza, non con la scopa ma con un mezzo moderno verso l’avventura reportages lontano da qui.

Ma tornerò presto per raccontare tutto il turbinio di emozioni che questo lancio, dalla prima sconvolgente prova, al tuffo nel vuoto, sopra una folla infinita, mi ha fatto vivere.

Voglio ringraziare per la determinazione e la condivisione di questa idea, da molti definita in principio ed istintivamente folle,  Vito Loprieno, intrepido, creativo e affezionatissimo animatore, insieme alla moglie Maria Teresa Scalzo, della città di Soverato. E’ stato lui a testare al posto mio il primo lancio di prova, quest’anno altissimo. Grande esempio di amicizia. Ma tutto lo staff di A Soverato e collaboratori esterni meritano grandi elogi, per avere regalato a questa città, il proprio prezioso tempo, responsabilità e creatività. Ma ne riparleremo. So di avere già uno stratosferico format scenografico ed artistico per la prossima Befana che sottoporrò al gruppo. E so anche che gli piacerà da morire!! Il resto del mondo lo potrà conoscere solo il prossimo 6 gennaio..

  Vittoria Camobreco

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