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SPECIALI PAGINA LIBERA |
Indignatevi, non è più tempo di stare alla finestra
Da Italiano sono indignato e mi sento sempre di più impegnato a difendere i valori della nostra Costituzione. Quella Costituzione che molti definiscono “la più bella”. I valori della solidarietà, della democrazia e della libertà. La democrazia e la libertà, non sono valori acquisiti per sempre, essi vanno praticati e difesi ogni giorno e in ogni luogo. Valori che negli ultimi 17 anni, tante volte sono stati messi in discussione. Oggi, il mondo ride di noi, e ci guarda con sospetto e incredulità. Voglio citare solo alcuni spunti dei tanti editoriali mondiali degli ultimi giorni. Sydney Morning Herald (Australia): “difficile sostenere che Berlusconi possa essere vittima di un complotto dei media perché Berlusconi è i media”. E io aggiungo: Mondadori, Einaudi, Medusa, Mediaset, Endemol, e tutto il controllo della RAI. Facendo persino la guerra mediatica contro chi scrive un libro sulla camorra. Come se il problema non è la mafia, la camorra o la ndrangheta, ma chi ne parla. Il Times (Gran Bretagna): “ la sua presenza a Palazzo Chigi e ormai un grave danno di immagine per l’Italia”. Le Figaro (Francia): punta il dito sul “degrado della vita pubblica Italiana e sullo squallore di genitori che spingono le figlie nel letto di Berlusconi”. The Mail e Guardian (Sud Africa): “uno solo dei tanti scandali che hanno investito Berlusconi in questi anni sarebbe bastato in quasi tutti i Paesi del mondo a decretare la sua morte politica”. La Nacion (Argentina): “mentre il premier balla il bunga bunga molti italiani non riescono ad arrivare alla fine del mese e molti giovani laureati sono senza lavoro”. Il rag. Giuseppe Spinelli è un dipendente Fininvest, gestore delle holding immobiliari private del Presidente del Consiglio. Un privato cittadino. Eppure, i PM non hanno potuto perquisirgli l’ufficio perché sulla sua porta c’è una targhetta: “Segreteria on. S. Berlusconi”, (la stessa targa c’è in tutte le sue abitazioni in tutto il mondo). Quindi, - secondo l’Avv. Ghedini - l’immobile è coperto da immunità perché pertinente al Presidente del Consiglio. Che diavolo c’entra la Presidenza del Consiglio con un contabile privato mai eletto e nemmeno candidato? Poi Berlusconi dichiara: “i PM hanno ordinato una imponente operazione di perquisizioni contro ragazze colpevoli soltanto di essere state mie ospiti. Una procedura irrituale e violenta indegna di uno stato di diritto che non può rimanere senza una adeguata punizione”. Così recita l’Art. 3 della Costituzione: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E ancora l’Art. 104 della Costituzione: La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente di ogni altro potere. Altro abuso: quello di ricondurre tutto al Tribunale dei ministri (previa autorizzazione del parlamento che lo nega sempre) tutti i reati addebitabili al premier. In barba anche all’Art. 95 della Costituzione, che lo prevede solo “per i reati commessi nell’esercizio delle funzioni”. Ma, la legge che regola i reati ministeriali consente di “negare l’autorizzazione a procedere” solo se l’indagato “ha agito per la tutela dell’interesse dello Stato”. E dove sarebbe, nella telefonata salva-Ruby l’interesse dello Stato? Ora, visto che lui si dichiara sempre innocente e perseguitato, perché non fa una cosa semplice semplice? Si faccia giudicare da Giudici di un tribunale Italiano, che come lui hanno giurato sulla Costituzione, e dimostri una volta per sempre la sua innocenza. C’è da chiedersi: quali sono stati i passaggi che hanno determinato una situazione di guerra civile permanente, nel teatrino della politica, dove a farne le spese è stato soltanto il cittadino comune? Dalla prima alla seconda repubblica per non cambiare, ha avuto così inizio questa storia. Abbiamo vissuto una finzione dove non c’è stata una seconda o terza repubblica, ma soltanto un passaggio di consegne. Il mito dell’alternanza ha prodotto governi fin troppo simili nelle scelte di fondo, quali l’economia, i diritti civili, la politica estera ed un sistema legalizzato di clientele e corruzione; (fino al punto di trovarci un Presidente del Consiglio che “possiede, tra l’altro, 64 società off-shore con sede nei paradisi fiscale che le consente di evadere il fisco”; magari poi facendo una legge sullo scudo fiscale che le consente di far rientrare i capitali detassati) ma, soprattutto, una sostanziale concordia di obiettivi, pur se con formule diverse, quando si è trattato di ridurre gli spazi di rappresentanza e di mettere i cittadini l’uno contro l’altro per meglio controllarli. Il ricco nord contro il sud, i figli contro le pensioni dei genitori, i precari contro chi ha un posto poco sicuro, il disoccupato contro l’immigrato, i consumatori contro i lavoratori, e si potrebbe andare avanti a lungo con la lista dei poveri cristi di volta in volta indicati, dal liberal di turno presenti in entrambi gli schieramenti, come le sanguisughe che impediscono la crescita dell’Italia. Tutto questo è stato chiamato progresso ed è stato trasformato in una stagione di riforme, anche se non sempre vincente, tendente ad escludere dall’agenda politica le istanze provenienti da ampi settori della società. Senza poter più contare e con una qualità della vita sempre più compromessa, c’è certamente la necessità di restituire agli elettori quella sovranità che dovrebbe essere già loro ma che, invece, il partito azienda e gli americani de Roma che parlano dal Lingotto hanno fatto divenire di loro esclusiva proprietà. E’ stato fatto passare il messaggio che gli Italiani votano persino il Presidente del Consiglio, tramite la semplice figurina nella schede elettorale, mentre sappiamo tutti che non è vero, e la Costituzione prevede altro. Una legge elettorale pseudo maggioritario inesistente, che ha contribuito a dividere gli Italiani e ha imbarbarito il livello di civiltà. Oltre che un premio di maggioranza e con lo sbarramento, che ha enormemente abbassato la partecipazione al voto, sfiorando oltre il 34% di astensione. Così ci ritroviamo con un partito di maggioranza relativa – il centro destra – che nel 2006 ottenne soltanto 277 seggi alla Camera, nel 2008 ne conquista 340 pur passando dai 18.977.743 voti del 2006 ai 17.063.874 del 2008. quasi 2 milioni di voti in meno e ben 63 Deputati in più. Insomma, l’idea del maggioritario, ha ammutolito le coscienze, lo spirito critico il controllo e la partecipazione. E’ in questo contesto che va inserita la vicenda Fiat. L’accordo di Pomigliano prima e Mirafiori dopo, (che è un imposizione prendere o lasciare e non un accordo) costituisce un precedente pericoloso. Esso mette in discussione anche il diritto di essere ammalati; violando l’Art. 32 della Costituzione. Mette in discussione il diritto di rappresentanza sindacale; Art. 39 della Costituzione, oltre alla legge 300 del 20/05/70 “Statuto dei Lavoratori”. IL diritto di sciopero; Art. 40 della Costituzione. Inoltre, con questi accordi si cancellano i CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro), creando il precedente e cancellarli definitivamente dappertutto; infatti, già Federmeccanica e altri parlano di accordi aziendale al di fuori e senza tener conto dei CCNL. Intanto, per il 2011 quasi tutti i lavoratori di Mirafiori, saranno in cassa integrazione a carico dello Stato, quindi della collettività. Solo tra la fine degli anni ottanta e i primi del duemila, i contributi pubblici alla Fiat sono stimati nell’ordine di 500 milioni di euro. Nel frattempo, il 2010 ha registrato un calo Europeo di immatricolazione auto del 5%, mentre la Fiat la vede a meno il 17%; sostanzialmente stabile il mercato Francese, e in crescita quello Tedesco. E magari un lavoratore della Volkswagen guadagna il doppio di quello della Fiat: La responsabilità è dei lavoratori o del management? Visto che le auto Fiat prodotte giacciono invendute in immensi e sterminati parcheggi? Da ex Delegato e dirigente della Fiom, non posso sottacere di fronte a tale arroganza. Ho la fortuna di essere stato uno dei protagonisti che, nel 1985 partecipò attivamente a uno dei primi accordi italiani sulla produttività e competitività, lo abbiamo fatto proprio in Calabria con una multinazionale delle telecomunicazioni, senza intaccare nessun diritto e dignità dei lavoratori, ne tantomeno sottoporli a ritmi di lavoro al di fuori di ogni dignità umana (al contrario di quello che sta avvenendo alla Fiat), innalzando notevolmente l’elemento retributivo nella busta paga dei lavoratori, e rendendo l’azienda altamente competitiva. E’ mia convinzione che, visto i dati del referendum a Mirafiori 54% di si, dove da sola la Fiom è andata oltre il risultato persino degli iscritti con il 46% dei no, con questo scenario Mirafiori sarà una fabbrica assolutamente ingestibile. Anche perché, è molto probabile che molti lavoratori che hanno votato si, non lo hanno fatto per convinzione ma, per costrizione. Bene farà se la Fiom si rivolgerà anche alla magistratura a mettere in discussione l’accordo di Mirafiori. Nessun accordo può annullare diritti sanciti per legge e della Costituzione. Farebbe ancora meglio se la CGIL facesse sua questa battaglia e di non lasciare sola la Fiom, senza se e senza ma. Non è azzardato affermare che, l’Italia è a un passo dal serio pericolo plebiscitario. L’obiettivo in atto ormai da anni, è quello di abbattere (se pur con tutti i suoi limiti) l’ultimo baluardo: la Cgil. E per abbattere la Cgil si inizia proprio dalla Fiom, guarda caso quella categoria più combattiva e da sempre considerata la punta dell’iceberg di tutto il sindacato italiano. Mi sento a fianco dei lavoratori, senza se e senza ma, proprio perché intravedo tutti quei pericoli prima citati e la messa in discussione della nostra “bella” Costituzione. Avvertendo forte la deriva antidemocratica della nostra bella Patria, e con tutti i problemi che sappiamo, l’Italia sembra “un paese sequestrato da un boss senza scrupoli”, e per giunta “un uomo malato”, come a suo tempo lo definì la sua ex moglie. Non è più tempo di stare alla finestra. Mi rivolgo a Voi cari giovani Italiani: prendete in mano la bandiera dell’Italia e difendetela a denti stretti. Noi abbiamo conquistato i diritti, a voi li stanno togliendo. Abbiate il coraggio di staccarvi da quel cordone ombelicale che vi offusca la testa, prima che sia troppo tardi, e tra non molto scoprirete di essere i nuovi schiavi del terzo millennio. Il futuro siete Voi. Fausto Pettinato (Scritto e pubblicato su paneacqua.eu) |
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