SOVERATO WEB - HOME PAGE PAGINA LIBERA
ARTICOLI

Per vedere gli Articoli pubblicati in questa pagina: info@soveratoweb.it


Soverato Web - Pagina Libera

SPECIALI PAGINA LIBERA
ELETTROSMOG - POLITICA - ISTITUZIONI - ANNUNCI
EROSIONE COSTIERA -
PAGINA LIBERA 2


Conosciamo l’Italia e la Calabria che vale...
Quattro città, due mari
di Vittoria Camobreco

   


Per gli spiriti liberi ai quali sento di assomigliare, il viaggio rappresenta il momento ideale per assaporare questo stato, il tempo e lo spazio all’interno del quale l’io si immerge per prendere, metabolizzare, conoscere  e magari anche dare, attraverso l’esserci, l’esistere, l’agire. Non importa quanto lontano, non serve contare i km, ma è bello stupirsi e curiosare, godere della bellezza o non di ogni angolo che possiamo permetterci di visitare. Il mare è la mia passione e il mio itinerario vuole confrontare, ma senza impegno, alcune città che mi appaiono bellissime nella loro diversità ma accomunate da questa immensa distesa blu che sa di libertà e moto perpetuo, come quello che  muove me, i miei pensieri, il mio divenire.

Venezia, Chioggia, Pizzo, Tropea.. lontane, differenti e marine, adagiate le prime due sull’acqua adriatica che lambisce palazzi, s’addentra in scale e ponti, accarezza banchine, affacciate le seconde su un Mediterraneo turchese ora viola che bagna spiagge quarzifere e schiaffeggia scogliere e promontori. Nei colori vivi ma già schiariti della primavera inoltrata questi territori hanno catturato il mio vagare tutto disponibile a cogliere identità culturali e ricordare per possedere e conoscere, al di là delle fotografie che evocano senza intenzione, vedute pittoriche rinascimentali e barocche,  calendari turistici.

Partita in trenino da Adria in provincia di Rovigo, nel Polesine sul Parco del Delta del Po, percorro  l’entroterra veneziano, passando per le sconfinate pianure padane, Mestre e finalmente giungo a Venezia. Qui la mia meta più ambita non è Piazza S.Marco, pur nella sua sfarzosa bellezza che visito ovviamente, ma la Venezia silente e affacciata su calle deserte e canali tranquilli, sta qui la magia di questa città che, assalita da immensi flussi turistici, vive invece una quotidianità pacifica e luminosa degli angoli inediti, tra caldi riflessi e merletti architettonici di un Oriente spettacolare che ha lasciato il segno in questa città dei dogi e delle gondole. Tra un ponte e un piccolo ristorante raggiungo nell’arco di una intera giornata, il centro, attraversando vetrine e giardini, maschere e sapori veneziani, boutiques  di grande prestigio mondiale..tentazioni quasi irresistibili. Ciò a cui non resisto, è invece guardare le migliaia di persone che mi passano accanto, con le loro identità razziali, linguistiche, culturali, somatiche, mescolandomi e sentendomi parte di loro e del mondo intero, io con la mia storia fra le mille altre. E’ un piacere immenso che mi trasmette l’energia di mille vitamine e mi regala ossigeno. La Venezia che conosciamo è fatta di colori, fantasia, allegria, romantica quanto basta ma soprattutto  aperta e unica nella convivenza con l’umore del mare. E sul mare ci stanno altre città nella laguna, una di esse si specchia ricca di storia  e di un’economia basata sui prodotti ittici più rinomati come le vongole: Chioggia definita la piccola Venezia. Lo stesso Goldoni  ne fece menzione nella  sua opera Le baruffe chiozzotte, dove la rivalità bonaria con la città lagunare per eccellenza veniva ironizzata  attraverso l’incomprensibilità dei rispettivi dialetti. I “chiozzotti” incompresi dai veneziani “gna capìo una maledetta”…Beh oggi il problema non si pone..e io che di questi luoghi ne ho fatto la mia ulteriore  patria e casa, trovo sempre cose nuove da scoprire e raccontare, tra il volo dei gabbiani e passeggiate sotto i portici dove gustare buon vino bianco,  comprare conchiglie e vetri di Murano. A Chioggia un porto attrezzato immette nella laguna con i vaporetti per viaggiare nelle acque calme e diffuse di questo grande bacino, dove a seguito di un lungo cammino, il Po si abbandona al mare, in un’area unica al mondo per l’ecosistema divenuto ormai riserva protetta e meta di numerosissime specie animali, per un turismo ricco di proposte anche culturali e gastronomiche, tra valli (di Comacchio), pianure e belle città.

E se il mare è protagonista di queste bellezze venete, io che sono calabrese, non posso ignorare il mio mare,  il blu della mia terra. Nel mio gironzolare, da discendente ionica di Nosside, ho varcato i confini e mi sono recata sull’altra sponda: il Tirreno con le sue terrazze e i promontori incombenti, le scogliere e le rupi a picco su spiagge bianchissime e assolate, tra vestigia storiche e panorami  mozzafiato. Partendo  dalla mia costa soveratese, ho raggiunto Vibo e poi la bellezza strabiliante di Tropea che in questo periodo pre estivo, si presenta in tutto il suo silente bagliore. Lambita da onde turchesi e sotto un cielo ancora per poco turbato da qualche nuvola, la città che occupa solo 3,59 km2 di territorio, accoglie il mio sguardo che abbraccia case, alberi, sabbia e il bellissimo porto, simbolo di approdo, ma anche di partenza verso altri  lidi, mare aperto,  avventure e onde  mediterranee. Qui le case arroccate raccontano la loro storia che affonda in radici lontane, romane e poi normanne e aragonesi e oggi, grazie alle adeguate strategie turistiche e commerciali, la città di Tropea che vanta tra gli abitanti i suoi più appassionati promotori di questa identità, è conosciuta in tutto il mondo. Il suo fascino elegante e raro, la natura generosa e benevola, la ricettività e l’accoglienza, le specificità culturali, le dolci e succulente cipolle…. Che fantastica “mangiata”….

Da Tropea, amata meta vip, mi sono spostata a Pizzo che mi accoglie con una sottile e romantica pioggia, borgo tranquillo in questo periodo primaverile un po’ spopolato, ma forte nella tensione e nell’orgoglio di memoria storica che si respirano fra vicoli e soprattutto al cospetto del castello che, con le sue mura poderose e le torri, porta indietro nel tempo e negli eventi che ne fecero di questo luogo il teatro di una toccante esecuzioni che vide Gioacchino Murat, re di Napoli, giustiziato il 13 ottobre 1815 e oggi sepolto nella chiesa di San Giorgio. Ma questo mio non è un racconto storico, è un viaggio emozionale, visivo, olfattivo, sensoriale, introspettivo....e anche gastronomico nel quale non mi sono privata del meraviglioso tonno, gustato nelle più buone varianti, dall’affumicato, all’insalata condita con i sapori mediterranei , olive, capperi e la viciniora cipolla tropeana. Pizzo mi conquista col suo tartufo, con la sua gente cordiale e un po’ malinconica, con le assenze di quei giovani andati via per lavoro e la presenza di quelli rimasti con ancora la  speranza in tempi nuovi..e come fare a non riporre fiducia in luoghi così belli ed espressivi, in questa Calabria selvaggiamente amata..

E questo mare promette, ve lo assicuro, non deluderà, lo sento..

Condividi su Facebook


 

   
   

FOTO

   
   


Condividi su Facebook


 


Per vedere i Vostri Articoli, Segnalazioni, Comunicati pubblicati in questa pagina: info@soveratoweb.it


Soverato Web.Com
SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese