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Rubrica di Opinioni di Francesco Raspa |
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TAVERNITI COME MARCHIONNE?
Era già mia intenzione osservare e ragionare su come i candidati intendessero impostare mediaticamente la loro campagna elettorale e il manifesto dell’Ing. Taverniti mi ha subito colpito. La ragione sta nel fatto che la sua fotografia, il suo abbigliamento, il modo stesso di porsi mi ha fatto venire in mente l’amministratore delegato della FIAT, Sergio Marchionne. Niente giacca e cravatta. Niente atteggiamento serioso, magari da una scrivania dirigenziale o con alle spalle una scenografica libreria. Invece maglione a giro collo, il colletto della camicia in evidenza, giacca o giubbetto sulla schiena, sostenuto ovviamente da una mano. Sullo sfondo la spiaggia di Soverato, che rappresenta il simbolo della cittadina e richiama la sua bellezza naturale, nonché la sua principale vocazione economica: il turismo. Ma anche la sua più antica attività economica, la pesca. In basso questa immagina viene separata in modo poco scenografico, da una striscia che rappresenta la sede del Municipio, laddove si esplicherà l’attività amministrativa per il bene della città. Non ci sono icone di santi… né slogan. Si ricordano le elezioni, la loro data ed un semplice: “CANDIDATO A SINDACO”. A mio avviso, il richiamo a Marchionne è abbastanza evidente. La semplicità apparente, quasi la praticità del manager, pronto a governare un’azienda per risanarla e riportarla in profitto. Probabilmente quello che dovrebbe accadere a Soverato: risanare economicamente il bilancio e rilanciare l’economia, il “marchio” della città nel contesto turistico. Naturalmente c’è un bel sorriso sul volto dell’ing. Taverniti per dare l’idea di una persona positiva, ottimistica. E’ un manifesto semplice e con messaggi simbolici piuttosto precisi anche se non tutti bene assemblati. Se poi si volesse provare a forzare l’interpretazione del manifesto elettorale, concentrandosi su quel gesto molto semplice e rassicurante della giacca tenuta dalla mano e poggiata sulla schiena si potrebbe arrivare a evocare il grandioso e maestoso dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo: Il Quarto Stato. Un famosissimo olio su tela di quasi cinque metri e mezzo per tre, che occupa una intera parete del Museo del Novecento a Milano. Magari l’ing. Taverniti strizza l’occhio anche ai braccianti, diremmo oggi, al “proletariato”, che dagli anni Sessanta in poi, ha smesso di votare in massa i partiti di sinistra. Chissà… i voti vanno acquisiti da tutte le realtà sociali, nessuna esclusa. Francesco Raspa
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Ringrazio il sig. Francesco Raspa per il commento sul manifesto elettorale della mia lista ma voglio precisare che la foto in basso non rappresenta il municipio bensì è uno scorcio di Soverato Superiore ( Calvario, scuola e piazza ). Leonardo Taverniti
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ARCHIVIO NUMERO 03: Quando i naufraghi eravamo
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