Soverato Web | Numeri e fatti dei malanni d’Italia

È una sorta di genere letterario ormai quello di libri contro la “casta”, e, in genere, contro il malgoverno; e figuriamoci in questo momento di crisi economica accompagnata da crisi politica. Si dicono e si scrivono molte cose ovvie e condivisibili, però troppo spesso in stile pamphlettistico, generico, più vicino al pettegolezzo che all’analisi. Con questi dubbi ci siamo accostati al saggio “L’Italia che (non) va” di Salvatore Grenci, e però ne siamo rimasti subito piacevolmente stupiti, e per la serietà del linguaggio e per la solidità degli argomenti, frutto di un lungo e puntuale lavoro di raccolta e vaglio di informazioni.

Non sfugge nulla: cap. 1, il Quirinale; cap. 2, Governo e Parlamento; cap. 3, il Parlamento, per approfondire; cap. 4, Politica e Imprenditoria; cap. 5, lo Spettacolo, con particolare attenzione alla RAI; cap. 6, Organi di garanzia e controllo; cap. 7, Contraffazioni e sofisticazioni; cap. 8, le Organizzazioni; cap. 9, la Giustizia, significativamente intitolato (In)Giustizia; cap. 10, Enti Territoriali, con disamina particolareggiata delle singole Regioni, e specialmente della Calabria. Leggiamo dell’inefficienza prima che della corruzione, e di come ciò pesi sulla sanità, sui rifiuti, sull’economia, sul lavoro, sulla vita quotidiana di ognuno di noi. E tutto ben documentato e attendibile, senza generici luoghi comuni più degni di comizio che di un saggio.

Eppure la finalità di questo buon lavoro non sembra essere la critica per la critica, o una sorta di sfogatoio di malumori personali e collettivi. Ogni male ha il suo rimedio, e anche tutti i problemi d’Italia, che sono molti e difficili, potrebbero trovare una soluzione. O forse la soluzione è insita nel problema, se sappiamo studiare questo per intravedere quello. Alla fine, pare di capire, questa Italia potrebbe tornare ad andare.

Bibliophilus

Salvatore Grenci, L’Italia che (non) va. Zibaldone di notizie attinte da stampa e libri, Falco ed., Cosenza 2013, p. 608, euro 15,00.

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