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SCUOLA NAZIONALE DELLA MAGISTRATURA: ALFANO PEGGIO DI MASTELLA

Non credevamo che nessuno mai riuscisse a fare peggio di Clemente Mastella, ma ci eravamo clamorosamente sbagliati. Angelino Alfano, per quel che concerne la vicenda “Scuola Nazionale della Magistratura”, è riuscito a non far rimpiangere il suo predecessore. Anzi, mentre l’ex guardasigilli sannita, aveva più di un motivo personale per spostare l’importante istituto da Catanzaro nella sua Benevento, non si comprende, invece, cos’ha spinto il Ministro in carica ad avvallare l’ingiustizia perpetrata ai danni del Capoluogo della Calabria. Ma la cosa gravissima, che dovrebbe portare alle dimissioni di Alfano,  è che sulla vicenda pende ancora - dopo che il TAR del Lazio ha ampiamente dato ragione a Catanzaro -  il giudizio del Consiglio di Stato. Insomma, il ministro della Giustizia (sic!) Alfano con le sue dichiarazioni rischia di inficiare il più alto grado di giudizio. Un vero e proprio paradosso sanabile solo che le dimissioni dell’attuale esponente del Governo Berlusconi. E proprio al Premier, inoltre, che vorremmo ricordare che in occasione delle Elezioni Amministrative, presso il teatro Comunale di Catanzaro, promise ai suoi elettori che qualora fosse stato eletto, la scuola della Magistratura sarebbe stata riassegnata a Catanzaro. Confidiamo nella parola d’onore di Silvio Berlusconi. Tuttavia, vorremmo ringraziare tutti quegli esponenti politici calabresi, che, finalmente, di motu proprio stanno alzando la voce contro questo ennesimo sopruso che sta subendo la Calabria. Dopo aver trasformato il nostro mare in una pattumiera, dopo aver relegato le popolazioni della Jonica in situazioni da terzo mondo con un sistema ferroviario monobinario e senza elettrificazione, dopo aver tagliato i fondi per l’Autostrada Jonica mentre la Salerno-Reggio Calabria è un eterna incompiuta, dopo aver chiuso l’unico ospedale militare della Regione, dopo aver relegato le nostre università ad atenei di serie B, dopo aver fatto rinascere in Calabria l’emigrazione non solo dei giovani ma anche di interi nuclei familiari, dopo aver ascoltato invano promesse da parte dei diversi Governi che si sono succeduti, è giunta l’ora di dire basta! Occorre uno scatto di orgoglio dei calabresi, che bando ai campanilismi devono far capire che il tempo delle promesse di questo o quel Governo è finito. La Calabria per numero di abitanti è la decima regione d’Italia (ha una popolazione maggiore di Trentino, Liguria, Friuli, Marche, Sardegna, ecc.),  mentre con i suoi emigranti sarebbe addirittura tra le prime. Per questi motivi i calabresi non devono chiedere, ma bensì, pretendere rispetto dallo Stato Centrale. Dall’unificazione italiana ai giorni nostri, la nostra regione è stata relegata alla periferia dello Stato Italiano. Tutto ciò non è più tollerabile. La vicenda relativa alla scuola della Magistratura, è solo l’ultima in ordine di tempo delle mancanze nei confronti della Calabria. Nonostante le tante belle parole e le frasi di circostanza, ogni qualvolta si verificano fatti delittuosi, da ogni dove sentiamo levarsi parole di incitamento verso i calabresi. La frase più ricorrente è quella di “Credere nella Giustizia”, ma come si fa a credere alla Giustizia quando chi dovrebbe rappresentarla si sta macchiando di una vera e propria ingiustizia? E’ possibile continuare a vivere aspettando che da Roma qualcuno lanci un tozzo di pane ai calabresi? O sarebbe meglio, iniziare, seriamente a pensare di autodeterminarci come popolo e come territorio staccandoci definitivamente da uno Stato che invece di dare maggiore attenzione alla Calabria non perde occasione di affondarla, un po’ come sono state affondate le navi dei veleni per toglierci quel poco che ci rimane.

ASSOCIAZIONE CULTURALE
PETRUSINU OGNI MINESTRA

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