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Risposte all'ing. Benvenuto riguardo l'erosione costiera

Dopo essere stato assente da Soverato per qualche giorno, apprendo  dalle pagine di Soveratoweb che l’ing. Maurizio Benvenuto si considera esperto di idrodinamica costiera e difesa dall’erosione ( vai all'articolo ... n.d.r. ).  Per la verità un professionista acquisisce la qualifica di esperto se:
a)     ha seguito un corso di studi specialistici;
b)     ha maturato esperienze  professionali nel settore specifico;
c)     ha proseguito gli studi, con relative pubblicazioni, nel settore specifico.
Mi pare che l’ing. Benvenuto non rientri nella casistica predetta. Tralasciando, comunque, l’indebita appropriazione del titolo di esperto, vengo ai fatti.
L’ing. Benvenuto espone una elencazione di atti di carattere amministrativo per dimostrare che tutti gli enti preposti erano a conoscenza delle opere da eseguite e che pertanto il loro insuccesso è responsabilità di tutti. Mi permetto di ricordare che la responsabilità del progetto di qualsivoglia opera è di esclusiva pertinenza del progettista. Molto spesso gli enti vengono coinvolti per pareri di ordine amministrativo e, certamente, non per esprimere giudizi di ordine tecnico. L’elencazione, dunque, di delibere, atti di approvazione è del tutto pleonastica ed inutile. Ci mancava pure che le opere fossero realizzate senza le dovute autorizzazioni!
Il problema vero, che sfugge all’ing. Benvenuto (esperto in idrodinamica costiera) è valutare se l’intervento costato 800 mila euro ha prodotto benefici o danni. La gente vuole capire proprio questo, aldilà delle elucubrazioni e delle dimostrazioni teoriche di conoscenza del problema. Purtroppo dalla lettura delle  considerazioni dell’ingegnere, sembrerebbe, viste le inesattezze contenute, che cerchi di trovare una qualche giustificazione ad un evidente “flop”.
Intanto dovrebbe dimostrare dove sono le migliaia di mq in più di spiaggia che ad oggi si avrebbero, a seguito dell’intervento. Dovrebbe dimostrare se l’ingombro sull’arenile provocato dai massi in calcestruzzo, a suo tempo depositati,  sia diminuito o sia rimasto lo stesso.
L’ing. Benvenuto da esperto, fa il confronto con la linea della spiaggia riferita all’anno precedente. Tale approccio è, ad essere comprensivi, quanto meno discutibile. Il confronto per i fenomeni di carattere naturale si deve effettuare per periodi di secoli e non di giorni! Ma forse, l’ingegnere, ritiene di non dovere tenere conto di quanto successo negli anni precedenti, anche perché, vive a Soverato solo dal 1992 e quindi pretende di conoscere le cose sicuramente meglio di chi vive qui fin dalla nascita. Bontà sua… è una caratteristica degli esperti!
Non risponde al vero, come tenta di dimostrare, che i danni subiti dagli stabilimenti balneari sono gli stessi dell’anno precedente il suo intervento.
Lo stabilimento “Marechiaro” negli anni passati non ha subito alcun danno. Questo inverno, come già detto nel mio precedente scritto, ha subito, invece, danni notevoli e non è andato distrutto solo perché in fretta e furia sono stati ricollocati i massi rimossi dall’esperto.
Lo stabilimento “San Domenico” è andato distrutto, così come le cabine-spogliatoio prefabbricate, cosa mai accaduta in passato. E del resto, basta informarsi dai proprietari dello stabilimento stesso… .
Le foto allegate all’articolo dell’ing. Benvenuto, sono del tutto inutili. Sarebbe opportuno, invece, che dimostrasse planimetricamente qual è il beneficio ottenuto, altrimenti risulta tristemente chiaro che sono stati spesi invano ben 800 mila euro!
Con l’occasione dovremmo ringraziare tutti l’esperto per il lavoro svolto, ma visto i risultati ne avremmo fatto volentieri a meno!
In conclusione, a titolo semplicemente conoscitivo, e da semplice fruitore della spiaggia soveratese, vorrei porre le seguenti domande:

  1. La superficie di arenile impegnata da blocchi artificiali di calcestruzzo e da massi naturali depositati a seguito dei lavori, è aumentata o diminuita?

  2. In quale sito dell’arenile di Soverato è aumentata la superficie della spiaggia libera, così come affermato dal progettista?

  3. Qual è il beneficio apportato dall’intervento nel tratto di spiaggia tra la “Punta” di Soverato ed il fiume Beltrame?

  4. I danni provocati dalle mareggiate di questo inverno, sono maggiori o minori di quelli ante intervento?

E’ sottinteso che le risposte, qualora dovessero essere date, dovranno avere un riscontro oggettivo. In particolare tramite la sovrapposizione planimetrica prima e dopo l’intervento. Affermare che la superficie sia aumentata di migliaia di mq senza riscontri  è fumo negli occhi, soprattutto per gli amministratori.
Anziché esibirsi in elucubrazioni di delibere varie e di fotografie che non dimostrano nulla, sarebbe invece necessario dimostrare in maniera semplice e comprensibile per tutti se gli effetti attesi sono stati raggiunti o meno.

Ing. Giuseppe Voci

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SOVERATO: INTERVENTO SULL'EROSIONE COSTIERA

Nell’ambito del Programma di difesa dall’erosione delle coste varato dalla Autorità di Bacino della regione Calabria, veniva individuato un tratto del litorale soveratese, specificatamente l’arenile compreso tra il campeggio Glauco ed il Lido San Domenico, come area particolarmente a rischio.

L’amministrazione comunale di Soverato, opportunamente, predisponeva  un progetto preliminare di intervento e richiedeva alla Regione Calabria un contributo per porre rimedio alla sistematica diminuzione della spiaggia “mangiata” in occasione di ogni inverno.

La regione Calabria riteneva meritevole di approvazione l’iniziativa proposta dalla amministrazione del comune di Soverato e concedeva un contributo di circa 800 mila euro per gli interventi del caso.

E’ bene precisare che l’economia di Soverato ed anche dei paesi viciniori si basa prevalentemente della risorsa del turismo estivo, quindi legata al mare ed all’uso della spiaggia. Era pertanto auspicabile, anzi indispensabile, al fine di salvaguardare una importante fonte di risorse economiche, fare ricorso ai più capaci esperti nel settore della idrodinamica costiera per programmare gli interventi lungo l’arenile salvaguardando  la spiaggia e consentendone un proficuo utilizzo.

Alla luce di quanto, purtroppo, si è verificato, evidentemente tale scelta non è stata effettuata. Intanto la localizzazione degli interventi, così come riportato sulla cartografia del P.A.I. (Piano di Assetto Idrogeologico) doveva essere ubicata in funzione della zona a più forte erosione e cioè nel tratto di arenile compreso tra il Lido san Domenico ed il campeggio Glauco.

Tale tratto di arenile, per la verità, sempre per la notevole erosione in corso, negli anni passati era già stato oggetto di interventi di salvaguardia da parte delle Ferrovie dello Stato che negli anni Novanta avevano provveduto alla realizzazione di una barriera di massi a difesa della linea ferrata (località Castellano).

Con i fondi erogati dalla regione Calabria gli intereventi realizzati dall’amministrazione del comune di Soverato, sono stati localizzati uno poco a sud della foce del “fosso Marini” ed uno in corrispondenza della cosiddetta “Punta” di Soverato.

Questo tratto di arenile, come tutti i Soveratesi sanno, era già stato oggetto di intervento di salvaguardia a seguito delle fortissime mareggiate degli anni Settanta che avevano distrutto l’edificio destinato a terme per la talassoterapia ed il lungomare ubicato in prossimità  della  cosiddetta  “Punta”.

A quell’epoca  furono sistemati alla rinfusa sulla battigia dei blocchi di calcestruzzo che ricoprirono quasi interamente la battigia stessa dalla “Punta” alla foce dell’Ancinale ed in corrispondenza della Punta fu realizzato un blocco ciclopico di calcestruzzo. Tale intervento sicuramente antiestetico , non ecocompatibile e limitativo dell’uso della spiaggia,  nella sua semplicità ha funzionato per circa 35 anni, salvaguardando l’arenile da fenomeni erosivi che sicuramente, senza difesa, avrebbero interessato la fascia dove oggi è presente la piantagione di palme e pini marittimi (da lido don Pedro alla foce dell’Ancinale), la villa comunale, tutta l’area verde compresa tra viale Cristoforo Colombo ed il lungomare,  nonché gli stabilimenti balneari presenti.

Stante questa situazione era plausibile quindi pensare che con il contributo elargito dalla Regione, in questa prima fase, si intervenisse nelle zone effettivamente a rischio di erosione, posticipando ad una fase successiva la bonifica dell’arenile con la rimozione dei massi, recuperando quindi un lungo tratto di spiaggia alla fruizione della popolazione.

L’amministrazione invece ha preferito intervenire subito sul tratto di arenile ove erano depositati i blocchi di calcestruzzo procedendo altresì, in corrispondenza della “Punta”, alla demolizione del molo, che in questi anni aveva salvaguardato l’arenile nel tratto centrale dell’abitato.

Probabilmente l’amministrazione intendeva eliminare la presenza dei blocchi dalla spiaggia recuperandone un tratto consistente, intenzione meritoria, ma propedeuticamente era necessario dotarsi di studi e programmare interventi, compatibilmente con le risorse economiche disponibili, che avrebbero sopperito alla rimozione dei blocchi medesimi.

Per la verità, quando si decide di interviene per diminuire i fenomeni erosivi, è necessario estendere gli studi ad un tratto di mare (paraggio) che va ben oltre le competenze di un singolo comune, e poi bisognerebbe conoscere l’idraulica fluviale per valutare gli apporti di materiale solido dai fiumi, quindi, valutare la presenza di manufatti che alterano l’andamento delle correnti., e altre attività simili. Si evince dunque la complessità degli studi da affrontare dove le variabili in gioco sono molteplici e non riconducibili a modelli di semplice risoluzione.

Si è invece intervenuti  con i risultati a tutti noti e che qui si ricordano:

  1. Nel mese di Dicembre a seguito di una mareggiata di intensità modesta il Lido Marechiaro ha subito danni notevoli e per evitare la sicura distruzione si è dovuto realizzare una barriera di protezione con i blocchi di calcestruzzo precedentemente rimossi.

  2. Il lido San Domenico, realizzato da oltre cento anni sempre nello stesso sito (e che  nel corso degli anni non ha mai subito danni), questo inverno, a seguito della demolizione del blocco di calcestruzzo alla “Punta” , di fatto è stato totalmente distrutto.

  3. L’arenile compreso tra il lido San Domenico ed il campeggio Glauco, individuato sulle carte del PAI a forte erosione, è praticamente inesistente.

  4. L’ampia spiaggia prospiciente piazza Amerigo Vespucci è ridotta ad una striscia di minime dimensioni, tanto che lo stabilimento “Circolo velico” si trova, adesso, al limite della battigia.

Alla luce di ciò,  se i risultati ottenuti con le opere di difesa dall’erosione e programmata dagli esperti, (sic!),  sono stati questi, allora era meglio non eseguire alcun intervento e forse per la prossima stagione estiva la spiaggia, anche se poco ampia, non sarebbe stata “mangiata” dal mare e non si sarebbero spesi tanti soldi inutilmente additando le colpe dell’insuccesso ad altri.  Per la stagione estiva, stante questa situazione, grazie agli interventi eseguiti dovremo andare altrove per prendere la tintarella, ritrovandoci nella condizione dell’Alighieri che incontrando il nocchiero infernale Caronte si sentì dire.

“Per altra via, per altri porti
verrai a piaggia, non qui per passare,
più lieve legno convien che ti porti…”
(vv. 91/93 III canto dell’Inferno).

Ing. Giuseppe Voci

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Soverato: Idrovore marine contro l'erosione costiera

Buon giorno a tutti, vorrei dare un suggerimento a chi forse non ha pensato, che la soluzione della spiaggia non sta nelle barriere sommerse che sono costate un occhio della testa, bensì nelle meno costose idrovore marine cosa sono? ANDATE SU GOOGLE VI DARA' TUTTE LE RISPOSTE.
Le idrovore marine sono utilizzate anche e soprattutto a GIOIA TAURO PER LIBERARE L' ENTRATA DEL PORTO, LA SABBIA VIENE SPOSTATA  A CIRCA 500 METRI PER RICOSTRUIRE LA SPIAGGIA PER I BAGNANTI.
LA SPIAGGIA CHE HA PORTATO VIA IL MARE MOSSO E' SOLO A 5 METRI DALLA RIVA, le idrovore potrebbero ricostruire tutto in pochi giorni, non solo si potrebbero avere spiagge più lunghe.

Con affetto
GIUSEPPE


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