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Uno slogan non si nega a nessuno
Slega la Calabria; tante buone ragioni; competenza e concretezza al servizio del territorio; il sogno di una Calabria migliore; i nostri valori radici forti per costruire il futuro; la voce dei vostri diritti perché non restino nel silenzio; cambiare la Calabria è possibile; mandatemi a Reggio; costruiamo insieme la Calabria del domani; sempre dalla parte dei cittadini; per non dividere la Calabria; dentro i sentimenti popolari; coerenza e impegno per la Calabria; per una Calabria libera e moderna contro i neofeudatari. Sono alcuni dei tanti slogan, sui manifesti elettorali dei 650 candidati alla Regione per 49 posti di consigliere più il Presidente. Manifesti imbrattati ovunque e fuori dagli spazi elettorali. Manifesti che si coprono a vicenda e persino dello stesso partito. Uomini che hanno cambiato partito al fotofinish pur di essere candidati; altri che continuano a candidarsi a tutti i costi e in qualunque tipo di competizione, forse, pensano che un giorno riceveranno la medaglia alle candidature. Altri ancora, parlano sulla stampa contro di tutti, salvo, scoprire che gli stessi dopo non essere stati rieletti al parlamento nel 2008, sono stati RI/collocati negli uffici di segreterie regionali, a soli 80,000 euro l’anno circa! Inoltre, da non dimenticare che, in Calabria circa 5.000 persone sono organiche alla politica, vivono di politica e con essa traggono sostentamento e privilegi. Questi Signori/e dovrebbero essere quelli che andranno a servire le Istituzioni! Come esempio non c’è di che… E ancora, tante lettere che ti arrivano a casa con tanto di: Caro Amico, abbiamo fatto, vorremmo fare, insieme con te. Insomma, come avevo previsto le promesse, non mancano. Ma non le avevano fatte anche nel 2005 e nel 2000? Sempre per non andare troppo indietro nel tempo. E come mai la Calabria è sempre ultima in tutte le graduatorie Italiane socio – economiche? Quando quest’articolo sarà in stampa, le elezioni saranno già passate; chiunque abbia vinto, si troverà davanti ad una corsa ad ostacoli. Infatti, mancano solo tre anni alla fine dei fondi straordinari Europei, previsti per le regioni sottosviluppate, così dette obiettivo uno. La prima fase 2000 – 2006, la seconda 2007 – 2013. Difficilmente l’Europa rinnoverà tali fondi per una terza fase. Stando alla storia, sono sicuro che i Calabresi dovranno leccarsi le ferite per il mancato sviluppo di questa terra a livelli standard Europei. In questi dodici anni, tutti gli schieramenti politici si sono alternati alla guida della regione, per questa ragione, come ho sempre sostenuto, non è un problema di schieramenti, bensì, di competenza e qualità della classe politica. Infatti, fino ad oggi abbiamo assistito a truffe da capogiro, e molti dei fondi 2000 – 2006 sono tornati indietro per l’incapacità di progettazione e spesa. Mi viene sempre in mente la solita domanda: il problema è la Calabria, o siamo i Calabresi? E perché mai avrei dovuto votare uno dei 650 candidati? Sapendo che con il mio voto, costui, se eletto avrà conquistato un posto di lavoro per cinque anni a 16.500 euro al mese netti, totale legislatura 990,000 euro. Ammesso che ne abbia investito 40,000 per la campagna elettorale, cosa volete che siano quelli spesi? Alla faccia di chi l’ha votato, della povertà che aumenta in modo vertiginoso, dei precari, dei disoccupati e di quelli che non arrivano alla terza settimana, e dei quali nessuno parla più. In ogni caso, state tranquilli che tra cinque anni, vi manderanno la solita letterina: caro amico/a. “ La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”. E’ una riflessione di Corrado Alvaro – scrittore calabrese di San Luca - prima della sua morte. “Chi pensa che questa sia un’esagerazione, sappia che l’Italia è un paese sotto assedio. In Calabria su 50 consiglieri 35 sono stati inquisiti o condannati. E tutto accade nella più totale accondiscenda. Nel silenzio. Quale altro paese lo ammetterebbe? Quello che in altri Stati sarebbe considerato veleno, in Italia è pasto quotidiano. Non c’è luogo in cui la corruzione non sia ritenuta cosa ovvia. L’ingiustizia ha ormai un sapore che non ci disgusta, non ci schifa, non ci stravolge lo stomaco, né l’orgoglio”. E’ una delle ultime riflessioni di Roberto Saviano, - scrittore Napoletano - che condivido pienamente. Ovviamente, non sono così sprovveduto a pensare che non ci siano candidati che sono persona perbene, ma, proprio per questo, avrebbero dovuto distinguersi e candidarsi con il partito delle persone perbene, magari fondandolo. Insomma, viviamo in un’epoca, dove la corruzione imperversa in tutti gli ambienti della società, dai piccoli comuni, per finire allo Stato centrale. Il fenomeno è ancora più grave nel sud, dove si respira un’aria che toglie forza agli onesti, annega, strozza e seppellisce il diritto. Basti pensare che, tra il 1997 e il 2008, 700 mila persone hanno abbandonato il sud con la speranza di trovare una realizzazione professionale all’estero o nell’Italia settentrionale. Io non voglio arrendermi a un’Italia così, e vorrei dilaniarmi l’anima a scegliere di votare il migliore, e non il meno peggio. A questo ricatto non ci sto più. Ci sarà un motivo se l’On. Angela Napoli – membro della commissione parlamentare antimafia – dichiara che si asterrà dal votare? Poiché, secondo Lei, ci sono troppe liste inquinate. Ci sarà un motivo se un uomo di elevata cultura come il regista Mario Monicelli, arriva ad affermare che in Italia c’è bisogno di una rivoluzione? Altrimenti, non se ne esce più. In quale altra parte del mondo un governo ammutolisce la TV di Stato, pagata da noi cittadini, durante una campagna elettorale? Chi pensa che la democrazia sia un valore acquisito per sempre, si sbaglia. La democrazia è qualcosa che va difesa in ogni luogo e in ogni momento. Sino a quando gli Italiani non capiranno che la bandiera della legalità è la più grande emergenza da affrontare; che la Repubblica conquistata con il sangue della resistenza antifascista è a rischio, nulla potrà cambiare. Esagerato? Stando a quando afferma ripetutamente il capo del Governo, penso proprio di no. Esso, non perde occasione di attaccare tutti: dalla Corte Costituzionale alla Magistratura, dal Parlamento ai mezzi d’informazione. Guarda caso, tutti questi sono i contrappesi che reggono una Repubblica. Senza di essi, esistono solo le dittature. Sovente, mi piace ricordare spesso un rigo di una bellissima poesia di Ignazio Buttitta: “Tua è la colpa, chi porti Lu basto e non ti lamenti”! Soverato
26/03/10 (Pubblicato su Punto&@Capo n. 4 Aprile 2010 in edicola) |
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