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SPECIALI PAGINA LIBERA |
Egregio signor Raspa, “mi consenta …“
… (come direbbe il cavaliere nano) di dirle che, se avrò il piacere di conoscerla di persona, capirà che sono uno spirito libero, allergico agli inchini ed avvezzo ad usare la lingua per parlare e mai per leccare. E che non sono “intruppato” in nessun esercito, e non subendo il culto della personalità umana non riconosco altro leader che Gesù Cristo. Sono un ex-allievo salesiano, e mi è stato insegnato il sacro rispetto per le persone, e per le idee altrui. Rivendico quindi il diritto di esprimere liberamente un’opinione senza neanche pretendere che sia quella giusta, ma senza che per questo sia tacciato di servilismo o accondiscendenza. In questa vita in cui tutto viene preso troppo sul serio, cerco di vedere le cose con ironia e disincanto. Rido per non piangere. Saranno forse le mie frequentazioni napoletane, boh. E se vedo la politica come un fumetto, non è affatto perché soffro di “cultura” berlusconiana, ma perché così credo che appaia agli occhi di molti. In un’epoca in cui i più stentano ad arrivare a fine mese, credo che considerare qualche politico pluri-stipendiato come un personaggio da fumetto non sia reato di lesa maestà. Sono ancora abbastanza giovane da credere che la politica possa migliorare le cose, ma abbastanza vecchio per non firmare assegni in bianco a nessuno, sia esso di destra, di centro o di sinistra. Sia esso cavaliere o scudiero, squalo o delfino. Valuto solo dai risultati che tocco con mano. Tant’è vero che parlo male sia della destra che della sinistra. E malissimo del centro, essendo orfano della mia balena bianca, ormai ridotta a brandelli dai suoi troppi politicanti. Sono come chi, avendo perso la propria amata (in senso politico!), si guarda intorno cercando qualcuna che le assomigli, ma resta quasi sempre deluso. Ripeto, valuto solo dai risultati che tocco con mano. Esempi? Leggi ad personam? Malissimo! Napoli liberata dalla monnezza? Benissimo! Terremotati d’Abruzzo sistemati a tempo di record? Benissimo! Mazzette per i lavori del terremoto? Malissimo! Costituzione Europea? Una schifezza, rinnegare le origini cristiane dell’Europa per compiacere qualche ricco paese musulmano è come dire che l’Italia si trova in Asia. I Savoia in Italia? Stendiamo un velo pietoso, un re che scappa abbandonando il suo Paese dovrebbe essere maledetto fino alla cinquantesima generazione. E invece oggi i suoi eredi vanno pure in tv! Maestro unico nelle scuole? Malissimo, perche a parte i posti di lavoro persi, siamo nel 2010 ed i bambini di oggi non sono come quelli di 30 anni fa. Lo so, perchè ho un bimbo che frequenta le elementari. Fini? Malissimo, perché non sono così ingenuo da pensare che uno che vive di sola politica da 40 anni si alza una bella mattina per fare il nuovo Don Chisciotte! Le pare? Perciò io lo metto nell’Inferno dantesco con tutti i berluschini: talvolta leccare o dissentire sono due facce della stessa medaglia. Lega Nord? Magari, così insegnano ai politicanti nostrani come si fa politica sul territorio girando casa per casa, ogni giorno, e non solo in campagna elettorale! Per la Lega parlano i risultati. Magari ci fosse una Lega Sud! Come vede, non faccio sconti a nessuno. Ma La prego, non mi levi il gusto della battuta. La mia non è rabbia o sprezzo nè rivalsa, ma come disse De Niro in C’era una volta in America: “è soltanto il mio modo di vedere le cose”. Il mio amatissimo Giovanni Paolo II appena eletto ebbe a dire: “Se sbaglio, mi corigerete…” . E lo disse facendosi una risatina bonaria, ricorda? Pensi, da allora questa è diventata la frase della mia vita. La saluto cordialmente.Michele Repice Lentini |
Scontro Berlusconi-Fini, come previsto ha vinto …la poltrona
Michele Repice Lentini
Come volevasi dimostrare: Fini il “delfino” (inteso sia come secondo che come pesce) ha cercato di impaurire lo squalo-nano, che gli ha ruggito contro chiedendogli di lasciare la poltrona della Camera. A questo punto il delfino gli ha riposto con una bella pernacchia: “fossi matto, la (mia) poltrona non si tocca! “ Allora lo squalo-nano ha minacciato elezioni anticipate ed il delfino, terrorizzato, ha fatto il giro delle tv a dire che in caso di elezioni faremmo la fine della Grecia, prossima alla bancarotta. E lui tornerebbe ad essere un politicante qualunque. Infine, un giornale vicino allo squalo-nano ha
scoperto il tesoretto-Rai della “suocera” del delfino, e lo
squalo-nano stavolta ha fatto finta di difendere il suo delfino: “la
suocera di Fini è come la sua poltrona: non si tocca!” Della
serie: gli amici tienteli stretti, ma i nemici ancora più stretti. “Divide et impera” deve aver pensato il console Fini tentando di sfasciare il Pdl: peccato che della grande torta gli son rimasti solo gli avanzi. “Quando sei al comando, comanda!” avrà pensato l’imperatore-nano di palazzo Chigi che, tentato dalle urne, si è lasciato scappare (!) che “il matrimonio si fa in due, ma per il divorzio basta uno solo”. Eh, sì, Veronica docet. Dimenticavo: per completare il “teatrino della politica”, la sinistra sta ancora aspettando che dal cielo cali un nuovo Messia per fargli ri-perdere le elezioni. Alla prossima barzelletta metto su anch’io una bella commedia teatrale. PS: Scommettiamo che a ottobre si vota? |
Fini, il dramma dell’"eterno secondo"
Michele Repice Lentini
La frustrazione che vive l’eterno secondo è un classico nella storia degli uomini: Ettore visse nell’era di Achille, Pompeo visse nell’era di Giulio Cesare, Salieri visse nell’era di Mozart, Platinì visse nell’era di Maradona, eccetera. Oggi Fini vive nell’era di Berlusconi. In un mio articolo sui Salesiani di qualche giorno fa, ricordavo il mio professore di storia Don Mandìa, che menzionando Vico amava dire che la storia si ripete. Ipse dixit, aveva ragione! Ed io che sono un vecchio nostalgico della grande balena bianca, spero con questo articolo di non attirarmi gli strali dei miei amici di destra e di sinistra: nessun j’accuse, ma solo un piacevole esercizio di storia (condivisibile o meno) svolto con la visione asettica del mio professore di storia, e con un filo d’ironia che ricordi il grande Raimondo Vianello. Dunque, per capirci, l’eterno secondo è come un delfino che si crede uno squalo e vuol combattere contro uno squalo vero, ma non ne ha la natura, e quindi le capacità. La carriera politica di Fini a me ricorda l’arco solare: alba, mezzodì, tramonto (nell’ordine che preferite) o se volete destra, centro, sinistra. Già, perché ha iniziato come camerata, è diventato nel tempo un moderato, ed oggi sposa idee di sinistra. Il tutto, passando per Mario Segni (chi l’ha visto?), per l’Elefantino, per la Coccinella (ricordate?) e per qualche altra bestia che non mi sovviene: tutti eventi Storici ! Debolezze degli uomini, democristiani e non. Tutto lecito, per carità, ma tutto pur di distinguersi da Berlusconi e da Bossi, per cercare l’agognata “visibilità”: parolina magica nella storia e anche nella politica. Già, Bossi, il vero “controsqualo”, con tanti denti quanto i voti che ha preso. Bravo lui. Ma la strategia non è tra le migliori virtù di Fini, che arriva con puntuale ritardo ad ogni svolta politica, e perciò la subisce invece di determinarla: e questo è un peccato mortale, per un politico di professione. Difatti proprio lui, dopo l’iniziale incertezza, fu costretto ad agganciarsi al rimorchio del nanetto sul “predellino” , per non restare a terra. E questa sì, è già storia. Ed oggi egli non sopporta più di fare il co-pilota, e tantomeno il “navigatore” come nelle corse di rally. Non si capacita Fini, lui così alto, bello e intelligente, che un imperatore nano possa sedere al posto suo a Palazzo Chigi ed aspirare persino al Colle. O che un barbaro del nord gli soffi la precedenza. E oggi, sfiancato da anni di logorante attesa, dopo l’ultimo successo del rivale alle regionali con il rude nordico, finalmente ha gettato la maschera: il delfino ha sfidato lo squalo spalancandogli la bocca e cercando di mostrare i suoi presunti denti da squalo, tra lo sguardo sbigottito degli altri pesciolini e il controsqualo che si fa una risata. Del resto, l’aspirazione di ogni colonnello è quella di diventare generale. Ma quel mago di tattica di Berlusconi, da profondo conoscitore delle umane debolezze (comprese le proprie), lo ha subito invitato a lasciare la presidenza della Camera, per oscurare la sua “visibilità” e togliergli la terra sotto i piedi. Pàrdon, la poltrona sotto al sedere. Già, la poltrona, maledetto chi l’ha inventata, croce e delizia di ogni leader o aspirante tale, quella che i re chiamano scettro e i dittatori bastone del comando, insomma il risultato della famosa “visibilità”. Forse, se invece dell’amata poltrona Fini usasse uno sgabello un po’ scomodo, ogni tanto si alzerebbe per far qualcosa di utile per il paese. La storia insegna che tra i principali requisiti di un leader c’è il carisma, cioè la capacità di attrarre a sé le persone: nelle dittature si misura con la forza delle armi, in democrazia col peso dei voti. Se nuove elezioni saranno, gli italiani diranno chi tra i due contendenti è Ettore e chi è Achille. O forse l’anno già detto? Boh. Ma state tranquilli, non vi sarà alcun voto a breve: scommettiamo che come sempre vincerà la “poltrona”? Historia magistra vitae, tanto il finale lo scrive sempre lei ! Ma vuoi vedere che alla fine è soltanto una questione di corna (politiche, s’intende!): non sarà che Gianfranco, “sposato” con Silvio, è geloso di Umberto? Saluti a tutti. P.S.: Ricambio in particolare i saluti di Salvatore Gatto, che finalmente ho il piacere di conoscere, anche se solo via web. |
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