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Ma il disoccupato calabrese per chi voterà alle Europee??
Mancano pochi giorni alle votazioni europee e non so chi
scegliere.
Ed è un problema perchè è necessario avere le idee chiare in quanto, da buon
calabrese, so bene che le elezioni possono, prima di tutto, diventare
l’occasione per aggiustare il mio futuro lavorativo, e che diventa,
quindi, rilevante azzeccare la scelta del candidato a cui rivolgere le
raccomandazioni per un lavoro, ancor più in tempi di crisi economica.
Ma la mia incertezza, nel voto, nasce dalla constatazione che in queste elezioni
mancano quelle peculiarità, tipiche della vigilia di una tornata elettorale, che
possono aiutarmi a scegliere il candidato più sensibile alle mie richieste
lavorative: mi riferisco ai manifesti, ai comizi ed alle tribune televisive.
Ad esempio, se provate a fare un giro noterete l’assenza di affissioni abusive,
segno distintivo del politico pronto a tutto pur di garantirmi uno stipendio. E
i pochi manifesti presenti mostrano personaggi di una eleganza ostentata, invece
del classico candidato con addosso la cravatta a righe oblique stile
regimental, tipica dell’uomo che non perde tempo col gusto, impegnato com’è
a trafficare per sistemare me e l’amico degli amici. Per non parlare delle
espressioni sul volto, che mi suggeriscono più il loro timore, se eletti, di
essere costretti ad emigrare nel Nord Europa che non il desiderio di candidarsi
a voler cambiare la mia vita con la promessa di un posto a termine con scadenza
indefinita.
E che fine hanno fatto quei gioiosi comizi annunciati dal megafono di un
camioncino vestito a giostra? Parlo di quelle belle riunioni dove l’aspirante
politico recita frasi banali buttate lì giusto per dimostrare che non ci pensa a
cambiare il mondo, inseguendo patetici ideali, ma che preferisce strizzare
l’occhio a chi ritiene necessario uno Stato che dia lavoro a tutti, me compreso.
Intendiamoci, non pretendo mica un lavoro altamente qualificato, ma una
sistemazione tranquilla, tipo il dover controllare il livello di qualcosa che
esisteva anni fa, per verificare che non risalga, e se proprio non è
disponibile, al massimo, fare l’ausiliario di supporto per un lavoro inutile,
che deve essere smaltito, ma nessuno sa come. Ma solo fino alle ore 17, si
intende, perchè bisogna avere il tempo di crescere la famiglia. Chiaro? Non
chiedo troppo e poi non cerco mica il lavoro che mi dia grande rispettabilità:
perchè la dignità dell’uomo, oggi, si misura dal poco che fa e dal tanto che
sembra agli altri.
Ma come faccio a districarmi nella scelta se, perfino, la TV preferisce non
parlare delle elezioni europee? Non c’è traccia di quei bei dibattiti
cronometrati, in cui c’era sempre qualcuno che mi prometteva la meritocrazia
all’italiana, cioè: non solo lavoro fisso, ma ogni anno un meritato certificato
medico di quattro mesi per riposarmi dallo stress. Così per conoscere le idee
dei politici nazionali, e darmi almeno una regolata sull’avvenire, tocca andare
in edicola e sfogliare le riviste patinate, nelle quali si parla almeno del
futuro di Noemi.
Capite le mie difficoltà? Non sembra proprio la vigilia delle elezioni europee,
ma la veglia del digiuno che verrà! E in questo contesto, in cambio di un posto
fisso, come scelgo quale candidato avvicinare per offrirgli il pacchetto di voti
familiari?
Filippo Apostoliti
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