SPECIALI PAGINA LIBERA
ELETTROSMOG - POLITICA - ISTITUZIONI - ANNUNCI
EROSIONE COSTIERA - PAGINA LIBERA 2

Caro Presidente Scopelliti, poiché anche Lei ritiene iniquo tartassare i calabresi per il deficit della Sanità regionale, Le chiedo di proporre al governo di citare in giudizio i politici calabresi che hanno prodotto questo danno! Mi pare la proposta più logica e più giusta, per evitare ai calabresi anche la beffa, oltre al danno.

Per cominciare recuperare il debito, proponga anzitutto di far bloccare immobili, indennità e pensioni dorate dei suoi predecessori – cominciando dai suoi ex-colleghi Loiero, Chiaravalloti e compagnia bella, nonché dagli ex-Assessori alla Sanità e relativi  portaborse. Chiami questi signori a rispondere delle proprie responsabilità, ed a rifondere il danno provocato.

Sarebbe, Signor Presidente, un primo, concreto segnale di svolta per noi calabresi, da troppo tempo destinati a fare la fine dell’ortolano (con tutto il rispetto per gli ortolani).

Per quale motivo in Italia soltanto i politici e qualche altra casta protetta godono dell’impunità per i loro errori? Per quale motivo, se io sbaglio pago di tasca mia, mentre se sbaglia Loiero pago sempre io?

Le ricordo, signor Presidente, che mentre un ministro italiano si accorge con stupore che qualcuno “distrattamente” gli ha pagato la casa al posto suo, dall’altra parte dell’Atlantico c’è un bell’uomo, alto e “abbronzato” , un novello Robin Hood che forse sta cambiando la storia del suo grande Paese: estende l’assistenza sanitaria ai meno abbienti caricandola sui ceti ricchi (Sic!), stanga le banche truffaldine, tartassa  i capitalisti senza scrupoli; e chiede i danni ai petrolieri per i disastri ambientali, per l’appunto.

Pensi, fa la guerra a tutti, e gli danno il Nobel per la Pace!

Non le piacerebbe, Presidente Scopelliti, ripercorrere in Calabria le orme di quell’uomo, con le dovute proporzioni?

Si dice: “Un uomo è quello che fa”, cioè si giudica dai suoi comportamenti. Perciò, chieda i danni anche Lei, come Presidente dei calabresi, ai politici che l’hanno preceduta e che ci hanno ridotto così. Dimostri il suo coraggio a coloro che l’hanno scelta, o Dio non voglia che debbano pentirsene troppo presto.

Son finiti i tempi degli assegni in bianco, Signor Presidente: per salvare la Calabria ci vuole il bastone, la carota non basta più.

Ho già passato la quarantina, e la rivoluzione legale in Calabria è forse la mia ultima illusione.

Gradirei molto, Signor Presidente, da Lei in persona una risposta al riguardo.

E al riguardo mi piacerebbe anche conoscere il pensiero di qualche mente eccelsa ma troppo taciturna, e di tanti miei conterranei che continuano a camminare a testa bassa o a mettere la testa sotto la sabbia, invece di gonfiare il petto con un sussulto d’orgoglio.

La saluto cordialmente, Signor Presidente.

 Michele Repice Lentini

 Condividi su Facebook