Corre l’obbligo di
intervenire nella pretestuosa polemica innescata ai danni della
Schillacium Spa da due estemporanei articoli pubblicati dalla
stampa locale a ridosso di due consecutive sedute del Consiglio
Comunale di Soverato. Polemica del tutto infondata, poiché
riguardante fatti estranei all’attuale Cda della Società mista;
polemica mistificante, poiché propalata nella totale ignoranza della
reale situazione giuridica in cui versano i rapporti tra Schillacium
Spa e Comune di Soverato.
Procedendo con ordine, occorre specificare come le inchieste
giudiziarie genericamente richiamate dalle note stampa riguardino
persone ed organi sociali appartenenti a passate gestioni
societarie, e come tali inchieste siano state e siano tutt’ora di
pubblico dominio, poiché scandite da informazioni di garanzia ed
avvisi di conclusione indagini inviati a tutti i soggetti
interessati. Verrebbe da chiedersi quale sia la motivazione sottesa
alla creazione mediatica di uno “scoop che non c’è”, proprio in
coincidenza di un consiglio comunale dedicato alla trattazione di
aspetti strategici legati alla gestione dei rifiuti urbani.
E qui sorge la necessità di chiarire il secondo punto oggetto di
puntuale disinformazione, ovvero quale sia la reale natura giuridica
dei rapporti tra Comune di Soverato e Schillacium Spa, al fine di
smontare sul nascere ogni tentativo di strumentalizzazione dei
fatti. Ad oggi, l’originario contratto stipulato tra i due enti in
data 17.06.2002 risulta formalmente prorogato sino alla data del
16.06.2012 per effetto della clausola di cui alla pag. 34 del
“Progetto Tecnico - Economico”, parte integrante del predetto
accordo contrattuale, che prevede, a proposito del contratto
medesimo, “… la durata in anni 5 rinnovabili … previa richiesta
della Schillacium Spa.”. Quasi superfluo sottolineare che tale
richiesta è stata formalmente inoltrata al Comune di Soverato dalla
Schillacium Spa in data 11.06.2007.
Riteniamo tale argomentazione decisiva ai fini che qui importano.
Del resto, se così non fosse, occorrerebbe porsi un grave quesito
circa la legittimità dell’azione amministrativa comunale fino ad
oggi dispiegatasi nei confronti della Schillacium Spa e della
gestione del servizio di nettezza urbana soveratese.
Azione amministrativa che, al contrario, è stata ed è legittimamente
vincolata nel suo esplicarsi dall’intervenuto rinnovo contrattuale.
Si aggiunga a ciò che, a norma dello Statuto e dell’Atto costitutivo
della Schillacium Spa, i soci pubblici (ovvero gli enti comunali del
comprensorio) si sono obbligati al conferimento diretto dei pubblici
servizi municipali.
Non a caso, alla luce di quanto appena richiamato, la Schillacium
Spa ha appreso solo dalla stampa le notizie circa punti all’ordine
del giorno del Consiglio Comunale di Soverato riguardanti
approvazione di “capitolati d’appalto” concernenti il servizio di
nettezza urbana, che possiamo interpretare unicamente come attività
di predisposizione degli atti propedeutici di un’ipotetico nuovo
affidamento da espletarsi nell’anno 2012.
Ancora una volta superfluo sottolineare come ogni diversa
interpretazione dei fatti sopra esposti, oltre a concretizzare
evidenti fattispecie di danno erariale all’Ente comunale,
condurrebbe all’immediato avvio, da parte della Schillacium Spa, di
formali azioni in ogni sede giudiziaria idonea alla tutela degli
interessi della Società e dei singoli Soci pubblici e privati.
Ancora, per completezza di informazione, è necessario evidenziare
come i recenti interventi normativi di cui alla legge 166/2009,
prevedano espressamente all’art. 15, intitolato “Adeguamento alla
disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali di
rilevanza economica”, che il conferimento della gestione dei servizi
pubblici locali avvenga in via ordinaria: 1) mediante gara ad
evidenza pubblica; 2) a società a partecipazione mista pubblica e
privata, a condizione che la selezione del socio privato avvenga
mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, le quali
abbiano ad oggetto al tempo stesso la qualità di socio e
l’attribuzione di specifici compiti operativi connessi alla gestione
del servizio, e che al socio sia attribuita una partecipazione non
inferiore al 40%. I requisiti richiesti dalla legge
sono,naturalmente, tutti posseduti dalla Schillacium Spa.
Infine, si rileva come nessuna autorizzazione dell’Antitrust sia
prevista per la fattispecie in esame, essendo tale incombente
previsto esclusivamente per le società “in house”, a capitale
interamente pubblico, come previsto dalla richiamata legge n°
166/2009, art. 15, commi 3 e 4.
Concludiamo questa nota significando la nostra perplessità per la
violenza e, per altri versi, per l’inconsistenza delle critiche
avanzate in questi giorni rispetto a rapporti tra la Schillacium Spa
e Comune di Soverato, ricordando che la Schillacium Spa rappresenta
una delle poche attività imprenditoriali in essere nel comprensorio,
seconda per numero di occupati solo all’Azienda Sanitaria
Provinciale, ed è stata protagonista negli ultimi 4 anni di una
straordinaria, quanto misconosciuta, opera di risanamento e rilancio
aziendale.
Ringraziando per lo spazio concesso a questa doverosa replica,
auspichiamo per il futuro la possibilità di fornire direttamente
agli organi di stampa interessati ogni notizia utile alla fedele
rappresentazione delle attività della nostra Società.
Soverato, 13
maggio 2010
L’Amministratore Delegato
Luciano Costanzo
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