Soverato Web - Poliporto, Eutimo e Caritea ringraziano

Ringraziamo per la cortese attenzione e gli applausi i tanti che, sfidando la calura, sono stati “spettatori partecipi” del dramma POLIPORTO. Chi non è venuto, salvo casi gravi, peggio per lui!

Ringraziamo l’Amministrazione Comunale e la Nuova Zampagallo per lo sforzo compiuto e nell’investire e nell’organizzare un così complesso evento. Ringraziamo, con le dovute proporzioni, anche gli altri, persino quelli che hanno preso alla lettera che “basta il pensiero”. E il glorioso Liceo di Santa Severina per averci prestato parte dei costumi.

Ringraziamo Tonino Pittelli, l’anima dello spettacolo, per aver mirabilmente inteso l’arduo testo e averlo tradotto in interpretazione scenica; e per la severa pazienza, il ruvido garbo, il burbero sorriso con cui ci ha insegnato a recitare.

Ringraziamo tutti gli attori, che hanno messo a difficile prova le loro capacità incarnando ruoli difficili con rara competenza e naturalezza.

Ringraziamo il coro di Ida Raynal per aver con finezza sottolineato l’azione scenica.

Ringraziamo le coreografie di Carlo Aguero e Maria Grazia Sestito per l’intensità che hanno conferito ad alcuni momenti del dramma.

Ringraziamo gli scenografi e scenotecnici Franco Papini, Rocco Paparazzo, Nadia Abruzzo, Gianni Sangiuliano, la decoratrice Maria Tropea, e quanti altri hanno lavorato con la mente e con il braccio.

Ringraziamo Giovanni Donato e Angelo Greco e il servizio di Pino Procopio per la non facile parte musicale e tecnica; e gli ingegnosi microfonisti Enzo Sestito e Bruno Pittelli.

Ringraziamo il maneggio Ranch Turrati, il vivaio Garden e quanti altri ci hanno fornito spontaneo aiuto.

Ringraziamo anche l’autore che ci ha creati! Prima eravamo dei nomi raramente pronunziati, oggi siamo vivi! E lo ringraziamo anche per averci insegnato che la storia è vera solo quando diventa mito, cioè coscienza, carne e sangue.

Ringraziamo Francesco Leuzzi per aver stampato il testo, e speriamo che molti lo leggano e due e tre volte, per capirne i messaggi, i valori estetici, la felice ricostruzione di epoche così remote da noi; e per l’uso di un linguaggio che è nello stesso tempo epico e chiaro, complesso e lineare.

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