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Caro Gianvito Casadonte ti scrivo, così mi distraggo un po’

   


Innanzitutto mi presento : sono un “quisque de populo” , uno di quelli che, privi di invito e posto riservato, hanno fatto la fila per accedere ai gradoni dell’arena durante il Magna Grecia Film Festival. Ho una scarsa cultura cinematografica, però mi sono appassionato alle pizze metafisiche di Una Notte Blu Cobalto, all’ossessiva violenza di Polvere, ai continui e coinvolgenti flash back di Due Vite per caso. Sono uno di quelli che correvano a gustare, gratis, il caffè Guglielmo, prima di affrontare la splendida hostess che per varie sere mi ha spiegato quanto fosse conveniente comprare una Ford (proprio a me che acquisto solo Fiat). Ho pianto quando si  è parlato di Natuzza, ho seguito con sguardo attento i passi di un’Anna Falchi avvenente nonostante la gravidanza. In poche parole sono un affezionato spettatore della consueta e tradizionale edizione di un festival cinematografico che, come hai dichiarato, per una settimana mi fa uscire da un letargo intellettuale che avvolge la mia mente per oltre undici mesi all’anno. Scusami se non riesco a capire cosa sia un “piano americano”, però a mia discolpa posso dire di aver visto, al cineforum del liceo, il film “Trevico Torino : viaggio nel Fiat – nam”. Non si tenne, all’epoca il dibattito in quanto ero solo in sala. Ma,eccoci al dunque : personalmente ho tanta voglia di ringraziarti per come hai fatto scoprire e riscoprire, a me ed a tanti altri, quel meraviglioso Universo chiamato Cinema. Attraverso il viaggio ironico e graffiante di Rocco Papaleo da un lato all’altro della Basilicata, mediante il drastico e complesso confronto tra la vita e la morte, l’amore fraterno e la rabbia del pluripremiato “Diciotto anni dopo”, mi hai permesso di volare in un mondo stupendo fatto di sensazioni e sentimenti il cui unico lato negativo è stato il riaccendersi della luce in sala. Non facendo pagare il prezzo del biglietto, hai riunito le famiglie; ponendo a portata di mano “personaggi famosi”, hai fatto sentire importanti anche i comuni cittadini come me, borghese piccolo piccolo;  hai fatto apprezzare la magia del cinema anche a chi, malato di televisione, sentiva nella propria mente, dopo quindici o venti minuti di proiezione, l’impellente necessità di un stacco pubblicitario.

Non so se tu sia simpatico o presuntuoso, ricco o povero, amabile o cinico; non sono a conoscenza di eventuali secondi e/o  terzi fini che animino il tuo impegno (che dall’esterno appare abbastanza sano e naturale), ma in fondo tutto questo mi interessa ben poco! Mi sono sentito felice quando, a tarda sera, con il  cornetto preso da Chocolat, insieme a figli e  moglie, tornando a casa, pensavo ( e già questo è stato  un risultato) a quanto sia bello il Cinema, a quanto siano trascinanti le storie che vengono raccontate, a quanto sia emozionante lasciarsi cullare dalla fantasia di tante belle cronache, anche quando sono anacronistiche!

E questa gioia la volevo condividere perché la vita e le sensazioni che essa suscita, sia nella realtà che nella finzione scenica, è più bella se la si vive insieme altri. Purtroppo non sono riuscito a consegnarti queste poche righe in quanto ho sempre ritenuto che le lettere vadano scritte solo alle rappresentanti del gentil sesso, ed anche per non unirmi in maniera troppo sfacciata a quel carro di tuoi ammiratori che tessono le lodi del Gianvito Soveratese sino a quando non passano dalla parte di chi ti critica. Quando poi mi è stato proposto di esprimere un pensiero, poco tecnico, non specializzato, qualunquistico e, cinematograficamente, ignorante sulla più bella settimana di quest’estate, ho avuto la conferma che il mio Direttore è capace di leggermi nel pensiero, tirando fuori il meglio che c’è dalla mia penna che magari non sarà una Montblanc, ma è un’efficiente Bic, priva di cappuccio ma con molto inchiostro a disposizione.

Con stima,

Giorgio de Filippis

 PS : potresti rassicurare mia moglie sul fatto che anche l’anno prossimo il MGFF si terrà a Soverato?

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