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E’ VERO. E’- V-E-R-O-
Ma chissà perché quando si programma le cose funzionano. Questa non è autocelebrazione gratuita ma un modo per dire che di certo il circuito B&B, con un fare estremamente semplice e diretto, come tante apine operose, ha fatto scuola in termini di rispetto delle regole, dei programmi, della professionalità e del gusto, regalando al territorio una cultura nuova e un’ottica diversa del fare turismo, praticando l’accoglienza come un fatto di stile di vita e di piacere, prima che di denaro. Parlo di case perché di questo mi occupo. Ma anche se fosse per solo guadagno, non si può scadere nella vergogna. E’ vero quando il Prof Ulderico parla di sicurezza e, negli appartamenti sregolati capita di tutto: spinelli e strane sigarette, bizzarri sigari, caduti sui davanzali dei piani di sotto, baruffe notturne, secchi d’acqua buttati dalle finestre, sconosciuti che praticano le stesse scale e stessi ascensori. Ma parliamo di turismo, è più costruttivo, anche perché non tutto è negativo, non sempre, non solo. Il territorio richiede una programmazione che deve perfettamente coniugare l’interesse del lavoro individuale con i benefici per la comunità che ha esigenze vere, economiche e d’immagine, che deve ritrovare il desiderio autentico di vedere la propria città frequentata da flussi di qualità, ordinata e corretta, pulita e conforme alle norme del turismo. Qui ci vuole un know how finalizzato alla ideazione di una griglia di tecniche del fare turismo, senza inventare, senza improvvisare. Questi arbitrii sono solo prerogativa di artisti e di creativi. E prima di pensare all’immagine, educhiamo al concetto di terra ospitante, concittadini e conterranei di un luogo che per vocazione deve ospitare con dovere e con piacere. Non ci vogliono titaniche strutture, non siamo alle Seychelles, né ad Acapulco, tanto meno a Rio, ma possiamo avere tante piccole realtà fra alberghi, agriturismi e B&B. Amiamo il nostro territorio e non possiamo vederne la sua geografia modificata da spaventose cementificazioni, ma possiamo ideare un progetto di ricettività diffusa dove non far mancare nulla: tra palestre, centri benessere, ristorazione, centri culturali e biblioteche e tutto il cosmo che compone l’offerta turistica indiretta, che rappresenti un marchio soggetto a norme e obblighi professionali da cui non sgarrare. E poi le professioni, pagate come di norma, qualifiche non solo nell’attestato, ma nella messa in pratica di quelle competenze che lo stesso famoso pezzo di carta deve garantire. Quindi Guide e Accompagnatori Turistici autorizzati dalla Regione Calabria prima e dall’Amministrazione Provinciale ora e via dicendo. E infine le fiere: essere presenti e con proposte reali. Quanto mi piacciono questi paesini pre silani ogni anno presenti a Rho, in BIT, borghi che hanno customizzato il concetto di turismo con le loro piccole grandi offerte fra natura, arte, storia, sapori e colori!! Identità fra tradizione e innovazione. In quanto presidente di AmiCalabria B&B, l’associazione che ha insegnato, per fortuna solo in sporadiche occasioni, persino a pronunciare questo scioglilingua, Bed and Breakfast, le cui storpiature hanno fatto divertire, abbracciando fra i diversi miei interessi, questa missione di promotore turistico, mi aspetto che nei prossimi vicini anni menti giovani ma anche meno giovani, perchè no, purchè dinamiche e al passo coi tempi, risollevino le sorti turistiche di Soverato e hinterland, apportando al territorio un aggiornamento turistico nel suo repertorio un po’ esaurito e quindi non molto trendy, non proprio cool, per voler prendere in prestito due termini tipici del favoloso mondo della moda. Vittoria Camobreco
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