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Ieri sera sono stato a Noventa Padovana alla sagra del “folpo”, il
polipo. I miei amici del luogo mi hanno portato in un stand a
mangiare. Non ci crederete c’erano le doppie tovaglie di stoffa
(quella bianca sotto e quella rossa di traverso sopra), si pagava in
anticipo e lo staff aveva il grembiule bianco e la cuffietta da
cuoco. Io, comunque, continuo a preferire i “catoi” della festa di
Torre. Alla cassa noto ben in vista una copia dell’Unità, ma non ci
do tanta attenzione. Più tardi, uscendo dal “catoio di lusso made in
Veneto” noto che i ristori al fianco di quello in cui avevo appena
mangiato avevano spigate le varie bandiere, lega, rifondazione, io
mi accorgo di aver consumato in quello del PD, a saperlo prima avrei
scelto con più calma... sapete alle volte il PD resta proprio sullo
stomaco.
Sono rimasto stupito per due motivi: primo, non
avevo mai visto una competizione politica in stile gastronomico in
una sagra o festa di paese; due, mi son reso conto che il contatto
col territorio è una pratica non esclusiva della lega.
Io abito in Veneto da ormai 4 anni, tra Padova e
Venezia. Il Veneto, la tanto decantata regione verde, il paradiso
padano, lì dove tutto funziona, il lavoro abbonda e l’ordine
pubblico risolve tutti i mali. Ma sarà veramente così…
Il confronto, se fatto esclusivamente con il sud, o ancora peggio,
soltanto con la Calabria, dovrebbe avere come conseguenza l’esodo
totale verso l’oltrePo o l’aumento indiscriminato di sedi e tessere
verdi-padane anche nella nostra peggiore regione d’Europa.
Onestamente, avendo viaggiato parecchio - e se dico parecchio vuol
dire che ho visitato tutte le Regioni d’Italia tranne la
Sardegna(mio malgrado), in più ho abitato stabilmente anche a
Cosenza, Pisa, Firenze e Bologna – ritengo che la Calabria basti
paragonarla alla Basilicata per capire il sottolivello in cui
andrebbe inserita…; per non parlare di Puglia o Sicilia che con
tutti i problemi che hanno, perché ne hanno anche loro(vedi orde di
studenti e lavoratori al nord e all’estero), sono riuscite
quantomeno a far emergere le virtuosità locali ed ha programmare
organicamente un turismo serio, quello che manca in Calabria.
Ma torniamo all’argomento Lega; onestamente penso che la differenza
sostanziale, a livello di amministrazione della cosa pubblica, non
sia tra territori governati dalla Lega o non governati dalla Lega,
ma tra senso civico e assenza di senso civico. A mio modesto parere,
nelle regioni del centro-nord si crea un circolo vizioso che spinge
costantemente, le amministrazioni locali a disputare competizioni
sul piano dell’efficienza, e le persone a misurarsi sul piano del
sopraccitato senso civico.
Obiettivamente in Toscana, Emilia, Trentino, Friuli ecc. non si vive
mica male, abitando al nord conosco parecchia gente di queste
regioni e non si lamenta, quindi non capisco perché la lega debba
arrogarsi il diritto di sentirsi più civile e capace di altre realtà
ugualmente virtuose sul piano amministrativo o del lavoro, che, a
dire il vero, scarseggia ovunque.
Allora provo a capire, a pensare da dove nasce questo stereotipo
della “Lega sinonimo di efficienza”. Dunque, secondo me nasce dal
costante paragone che la lega stessa fa nei confronti con il sud,
spesso infatti i leader del carroccio, nella loro volgare semplicità
dicono: “lega ricicla la spazzatura, il sud no”, “la lega non
costruisce in maniera abusiva, il sud si”, “la lega costruisce
scuole efficienti, il sud no” ecc…. Obiettivamente, le altre
regioni non governate dal carroccio, virtuose anch’esse, non si
fregiano dei paragoni con il resto della penisola e di conseguenza
non risalta, e non viene spifferata ai quattro venti la loro
superiorità amministrativa.
Inoltre, sono stato personalmente in ospedali, università ed uffici
di regioni amministrate dalla sinistra e non hanno niente da
invidiare a quelle leghiste. Ma ripeto, penso non sia una questione
di colore politico ma di mentalità, di civiltà, di “amministrare
bene per vivere bene”, di esigere qualità dei servizi e delle
prestazioni pubbliche per diritto e non per privilegio,
come accade qui in Calabria. Dunque, a buoni cittadini buoni
amministratori.
Poi c’è l’ordine pubblico, questo è un discorso molto ambiguo ed è
qui che la lega vince o perde la partita, a seconda delle libere
opinioni, sfruttando la questione a suo piacimento per la raccolta
di voti e consensi.
Io abito nei dintorni della stazione di Padova e non posso
affermare che esista una politica efficiente sulla questione
sicurezza. Anzi, nonostante lo straordinario impiego dell’esercito,
congiuntamente alle forze dell’ordine “ordinarie”, la sicurezza è
volutamente trattata in maniera emergenziale ed allarmistica, per
diffondere senso di insicurezza dovuto alla presenza di
microcriminalità straniera o spesso alla “sola presenza straniera”,
senza disporre di politiche per l’integrazione e per la convivenza
civile. Provate a pensare che fine farebbe la lega se non ci
fossero, o meglio, se non dessero “fastidio” gli stranieri, i
meridionali, i rom, i drogati, gli omosessuali, ed ahimè anche i
disabili come recentemente dichiarato dal presidente della provincia
di Udine (leghista). È facile riscuotere voti facendo forza su
questi bassi istinti, ma penso che il significato di “buona
politica” sia un altro, più alto, e non debba una volta toccato il
fondo iniziare a raschiarlo. Perché di raschiare il fondo si tratta
quando una persona - meridionale o straniera che sia, che lavora da
dieci anni in una città, paga le tasse, si comporta civilmente -
deve sentire ancora frasi del tipo “prima la nostra gente” poi gli
“altri”.
A Padova, come a Verona o a Treviso non esiste più il confronto ed
il cittadino leghista lo si riconosce subito per la diffidenza che
traspira da tutti i pori nei casi in cui sia forzato a parlare con
un non-triveneto, forzato perché altrimenti non ci parla affatto.
Onestamente preferisco modelli di convivenza diversi.
L’ordine pubblico serve per risolvere i problemi, non a spostarli.
Questo è successo a Padova con Via Anelli, ricordate. Se le forze
dell’ordine servono a bloccare il crimine ben venga. Ma se servono a
fermare continuamente stranieri per il sol fatto di non essere
italiani, incutendo nelle persone il sospetto che siano tutti
delinquenti allora non ne capisco lo scopo, se non per motivi
elettorali. Risultato: i padovani non escono più di casa, hanno
paura, e votano lega.
Il trucco è questo: si sposta il problema sicurezza e ordine
pubblico da un quartiere all’altro, dando ciclicamente l’illusione
ai cittadini di averlo eliminato. Ma solo uno stupido non sa che i
problemi si risolvono non si eliminano, pensate veramente che
Alemanno abbia risolto la questione rom nella capitale? O che Maroni
non faccia più arrivare clandestini in Italia? nonostante “l’aiuto”
dei libici che sparano ad altezza d’uomo chiunque varca le 20 miglia
marittime. Vedremo la storia a chi darà ragione.
P.S. non voglio con questo articolo fare polemica
sterile ed inopportuna, sono solamente mie impressioni. Alla fine e
probabilmente attraverso strade diverse concordo col professor
Nisticò: al posto della nostra classe dirigente e laureata meglio
essere governati da ignoranti, che almeno costruiscono uffici e
strutture pubbliche efficienti ed ordinate, hanno mezzi pubblici
puliti, strade buone e soprattutto tante piste ciclabili e tante
tante tante persone che usano la bicicletta, vecchi e giovani, donne
e uomini, locali e stranieri, ricchi e poveri. E lasciatemi fare una
citazione: “Quando vedo un uomo in bicicletta nutro
speranze per il genere umano (H.G. Wells)”, dunque in
Calabria speranze poche, pochissime. Ma stiamo attenti perchè quella
leghista è una mentalità profondamente pericolosa, anche se da tanti
punti di vista pratici è molto efficente.
Al sig. Repice Lentini, invece....Lei per esprimere il significato
del suo essere democristiano in due concetti ha rimarcato il suo
ardito sentimento anticomunista, come se anticomunismo fosse
sinonimo di scudo crociato. Beh! Io, se avessi poche righe a
disposizione per spiegare cosa significa essere comunista oggi non
sprecherei parole su pseudo-fascisti e piddiellini, come se mi
identificassi con l’avversione verso altri, ma elencherei pochi e
chiari concetti tipo: diritti e sicurezza sul lavoro,
antirazzismo, sostenibilità ambiente, urbanizzazione partecipata,
valorizzazione delle comunità locali e lotta alla povertà,
ma non in chiave democristiana dunque ONU, CARITAS, CROCE ROSSA,
8%1000 soldi, prestiti, andiamo ad aiutarli poverini…., ma
attraverso la SOVRANITA’ ALIMENTARE. Lei sul piatto
delle idee e dei principi base cosa mette invece: l’abrogazione del
divorzio e il ripristino dell’ora obbligatoria di religione, o
perché no, del geocentrismo. Onestamente non so chi è stato
sorpassato dalla storia. Comunque da persona fiduciosa penso che
esistano democristiani d’altra pasta, quando ero piccolo ne
conoscetti. Ah, dimenticavo, forse sta ancora lanciando monetine
incandescenti ai popolani, per ridere quando li vede prima
azzuffarsi per raccoglierle e poi ustionarsi(sempre Il marchese Del
Grillo). Al sig. nessuno, il teorico della moneta virtuale,
invece, rispondo che non so se siano meglio gli usurai in stile
“cravattaro” o gli “usurai legalizzati”(citazione di anonimo sul
muro delle poste, non so se c'è ancora!!) quali sono le banche, che
in caso di scomparsa del contante sarebbero ancora più potenti di
quanto già non lo siano. Mi sa tanto che questa teoria è proprio na
c....ata.
FIRMATO
Paolo Perrotta
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