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Amici di Soverato web, negli ultimi giorni ho notato come la
discussione attorno a Silvio Berlusconi sia divampata parecchio
dando vita ad uno scontro che vede contrapposti sostenitori e
avversari del leader del PdL. In particolare, dalla parte del
presidentissimo si sono schierati Ulderico Nisticò e Michele Repice
Lentini, mentre dall’altra parte sono intervenute varie persone
quali Miriam Santopolo, Michele Amadori, Francesco Raspa, Paolo
Perrotta e anonimi vari, che per quanto anonimi siano esprimono
comunque un opinione meritevole di rispetto. Non vedo dunque da dove
deriva questa sicurezza del Repice Lentini nel dire che tramite i
suoi articoli riesce ad attirare la gente. Anche io sono stato tra i
lettori dei suoi articoli, ma leggere non vuol dire sostenere e
condividere. Il fatto che il suo articolo venga letto le permette
forse di dire che chi lo legge la pensa al suo stesso modo? Le idee
di Raspa invece mi pare riescano a esprimere meglio quel che oggi
pensa il popolo italiano nei confronti di chi, purtroppo, siede
ancora troppo in alto. A mio parere siete rimasti davvero in pochi a
difendere ancora l’indifendibile e questo non perché avete delle
proprie opinioni, sensate e ragionevoli, riguardo la politica
attuale, al contrario, perché di politica non state capendo nulla.
Probabilmente non leggete un libro di attualità da secoli,
pretendete di sapere senza neppure informarvi. Capisco che per un
bigotto come lei, che ogni cinque frasi deve ribadire la sua fede
nel cristianesimo, non è concepibile leggere opere di autori quali
Bocca, Stella, Travaglio, Maltese, Sartori, Serra, Montanelli (per
evitare alla stupidità altrui di venire a galla spiego che
Montanelli pur essendo morto ormai da qualche anno trattò comunque
il fenomeno del berlusconismo; è perciò ancora molto attuale).
Troppi comunisti a cui piace mangiare bambini, vero? E poi la smetta
di spifferare ai quattro venti che lei si è laureato col massimo dei
voti. Un 110 e lode in architettura dimostra per caso che lei si
intende automaticamente di ogni cosa? E poi, il voto di laurea è
basilare per verificare l’intelligenza di una persona? Margherita
Hack si è laureata con un “misero” 100, eppure passerà alla storia
come una delle menti più brillanti dei nostri tempi, lei invece una
volta morto molto presumibilmente avrà lo stesso destino della
maggior parte di noi gente comune: inghiottito dall’oblio, il suo
nome sarà uno dei tanti persi nell’anonimato della Storia.
Una cosa poi mi colpisce particolarmente di entrambi, Repice Lentini
e Nisticò, e cioè ogni volta che vi viene mossa una critica
rispondete puntualmente con articoli pieni di volgari calunnie, ma
delle risposte nemmeno l’ombra. E’ vero che il vostro Silviuccio vi
dà il buon esempio, però così facendo non fate bella figura, come
d’altronde non la fa il vostro beneamato. Non avete risposto in
alcun modo alle domande di Raspa. Come conciliate il vostro sostegno
alle bravate del Berlusca con il vostro esser cristiani? Bisogna
forse dedurre che voi esprimiate il classico moralismo da quattro
soldi e il tradizionale qualunquismo da sempre attribuito
all’italiano medio? Nei vostri articoli ricchi di veleno per
chiunque la pensi diversamente da voi è facile individuare i difetti
tipici del suddetto italiano medio. Azzuffandovi in maniera tanto
ridicola vi riducete ad essere le caricature di voi stessi, gli
intellettuali da quattro soldi , moralisti e bigotti, del classico
paese di provincia. Stareste benissimo in un film di Monicelli e non
perché fate ridere, al contrario perché fate paura. Lo stesso
maestro della commedia all’italiana spiegava una volta che “in tutti
i paesi stranieri i personaggi di Alberto Sordi erano considerati
mostri, da noi i più simpatici”.
E’ proprio vero allora che nel giro di pochi decenni siamo passati
dal magistero intellettuale di Pasolini e Moravia a quello di Oriana
Fallaci? In questa ottica voi siete il classico frutto dell’opera di
Berlusconi che è riuscito là dove hanno fallito i vari
totalitarismi: l’eliminazione totale dalla scena degli
intellettuali. E questa situazione generale si riflette nel suo
piccolo anche a Soverato, dove la situazione deve essere assai grave
se due tizi come voi sono considerati grandi uomini di cultura,
quando la cultura, si
sa, porta sempre con sé il rispetto delle opinioni altrui, per
quanto diverse dalla proprie possano essere. “Gli esami non hanno
alcun valore. Se uno è gentiluomo, ne sa abbastanza; se non è un
gentiluomo, qualsiasi cosa sappia è per lui un male” diceva Oscar
Wilde.
Il signor Nisticò sul caso Ferramonti non ha capito che il problema
non sta nel fatto se i deportati venissero trucidati o meno,
piuttosto il problema grave è che la creazione di un campo di
concentramento derivava comunque dalle leggi razziali, servivano
proprio a questo, per rinchiudervi gli antifascisti e chi era
considerato inferiore per motivi razziali. E’ forse giusto
rinchiudere in un qualsiasi luogo chi la pensa diversamente da lei,
signor Nisticò? Lei crede per caso nella superiorità di una certa
razza su di un’altra? Perché proprio su questi principi si basavano
i campi di concentramento. Oppure vogliamo paragonare, come ha fatto
il nostro presidente del consiglio, la detenzione in quei campi ad
una normalissima “vacanza”?
E ancora il signor Nisticò dimostra di non sapere affatto che dietro
gli arresti e le confische ai danni delle cosche della mafia non c’è
l’opera del governo, tanto meno di Maroni. Se non si fida di me,
vada a parlare con chi queste cose le studia da tempo e le combatte
seriamente senza alcuna auto celebrazione e in altra sede, non certo
sulle pagine virtuali di questo sito. “Se la lotta alla criminalità
organizzata ha ottenuto risultati positivi, ciò è avvenuto malgrado
il governo, non grazie al governo. Non ci sono più soldi per
effettuare pedinamenti, né per le microspie. A Palermo è stato
addirittura sospeso il servizio notturno delle Volanti”. Sono le
parole di Nicola Gratteri, Procuratore aggiunto della Procura di
Reggio Calabria, non di uno che non sa quel che dice, insomma.
Almeno non al riguardo. Gratteri continua dicendo che “gli arresti
eseguiti in questi ultimi due anni non sono merito del governo, le
operazioni di polizia sono per l’ottanta per cento frutto di
inchieste che durano da cinque o sei anni. Quando quelle indagini
sono cominciate c’erano gli stessi magistrati e poliziotti di oggi,
ma i ministri erano altri”. E ancora (se non fosse ancora chiaro):
“i successi nella lotta alla criminalità organizzata sono in gran
parte frutto del lavoro delle forze dell’ordine e della
magistratura. Operiamo in condizioni estremamente difficili e con
organici inadeguati”. Sono riuscito a fare un po’ di chiarezza?
Non dico queste cose perché ce l’ho con voi, tutt’altro. Dicendo il
falso però fate cattiva informazione. Ognuno si occupi di ciò che
conosce, altrimenti se si vuole trattare argomenti che esulano dalla
propria sfera di competenza ci si affidi almeno a chi è
specializzato nei settori presi in esame. Io ho avuto modo di
scrivere già in questo sito ponendomi in posizione polemica verso i
ragazzi dell’associazione culturale de La Panchina (a distanza di
tempo mi domando che fine abbia fatto tale associazione) e in quegli
articoli avevo avanzato una proposta: contattare chi di storia
locale si intende per fare visite guidate presso il sito di Soverato
Vecchia. Persone come il Nisticò, perché so che per certe cose ha
fatto tanto, quello è l’ambito in cui lavora.
Ho apprezzato anche il libro di Repice Lentini sullo stesso sito, ma
anche in quel caso è stata usata la propria professione (quella di
architetto) per ricostruire virtualmente quelle che erano le varie
strutture del borgo. Allo stesso modo, se ho un malore andrò dal
medico e non da altri. Così come se voglio scrivere di politica e di
‘ndrangheta dovrò per forza di cose dapprima informarmi leggendo
opere di politologi (come per esempio Giovanni Sartori) e di
magistrati (come Nicola Gratteri). E’ facile, mi pare. Altrimenti a
cosa servirebbero i vari specialisti se ogni problema può essere
risolto semplicemente rivolgendosi a un qualsiasi filosofo da bar di
quattro soldi?
Allo stesso modo non vedo cosa vantare del governo Berlusconi.
Grazie al suo operato l’economia dell’intero Paese è andata allo
sfacelo. Si parla tanto di senso della legalità e di lotta
all’evasione fiscale ma concretamente il sultano di casa nostra cosa
ha fatto realmente? Tramite le ondate di condoni fatte da quel genio
che risponde al nome di Tremonti e la cancellazione di due o tre
norme varate dal precedente governo presieduto da quel “demone” di
Prodi utili a combattere l’evasione fiscale (come l’obbligo per i
lavoratori autonomi di tenere un conto corrente per l’esercizio
dell’attività, il tetto di cinquemila euro per emettere assegni
trasferibili, l’obbligo per i titolari di partita Iva di tenere
l’elenco clienti e fornitori. Norme appena decenti e perfino
antiquate in un mondo dove l’evasione fiscale si combatte ormai con
i computer, con Internet e le panoramiche di Google Earth su barche,
ville e terreni) non si è fatto altro che provocare una perdita
paurosa nelle casse dello stato, stimabile in oltre un miliardo di
euro al mese e, conseguentemente, di circa quindici all’anno: una
finanziaria alla rovescia.
Oppure andate a rivedervi come è finito il processo per evasione
fiscale che vedeva coinvolta la Mondadori, condannata a pagare
centinaia di milioni di euro, ma che per una legge ad personam, una
delle tante, si è vista ridurre la pena a pochi milioni (meno di
dieci). Alla faccia della lotta agli evasori!
Per quanto riguarda invece i vari scandali sessuali che hanno visto
coinvolto Berlusconi, il problema, a mio avviso, è che questi
scandali vanno al di fuori della vita privata del premier, andando
ben oltre una semplice questione morale per cui ognuno è libero di
fare quel che gli pare dentro le mura della propria abitazione. Un
presidente del consiglio che assume atteggiamenti del genere in
questioni analoghe si pone in una posizione alquanto pericolosa in
quanto finisce per essere ricattabile. Ed ecco che miracolosamente
quella che sembrava una semplice questione privata diviene di colpo
un affare di interesse pubblico.
Forse ha ragione Curzio Maltese quando scrive : “Gli italiani si
identificano più con i difetti del capo che con le qualità. Che
naturalmente ci sono: dalla vitalità alla capacità di leggere il
presente, all’indubbio coraggio e intuito nello sfruttare le
opportunità e i limiti dell’avversario. Ma i berluscones si
rispecchiano nell’altro, nel peggio. L’ambiguità, l’assenza di
scrupoli, il vittimismo cinico, la prepotenza pronta a piegarsi al
volo in servilismo – per esempio nei confronti di qualunque
presidente americano, Bush o Obama -, la miscela di onnipotenza e
forte senso di inadeguatezza, il cattolicesimo di facciata e di
convenienza, e tanto altro”.
Concludo usando più o meno le stesse parole con cui spesso il signor
Nisticò ha concluso in passato i suoi articoli. Se qualcuno vuole
rispondere, lo faccia pure ma con decenza e intelligenza e una certa
moderatezza. Fanno sorridere tutte quelle minacce di querela rivolte
al professor Raspa proprio da lei.
Quindi, se devo leggere le solite offese e calunnie, astenetevi
pure. Penso che offendere pubblicamente una persona sia un gesto
tutt’altro che civile da evitare ad un qualsiasi pubblico.
Cordiali saluti
Alessandro Giacobbe
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