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Maledetti da Dio

   
Può essere banale domandarsi cosa spinga un uomo ad uccidere. Quando poi questa violenza si esercita su dei bambini o degli adolescenti la domanda si fa più insistente e si accompagna all’incredulità. In questo ultimo anno sono accadute tragedie che, forse in relazione al loro clamore mediatico, hanno lasciato un segno in tutti noi. E’ inevitabile. Più se ne parla, più l’evento ci appare quasi familiare.

Non vorrei apparire macabro. Ma trovo inspiegabile come si possa commettere un ulteriore delitto dopo l’omicidio, cioè la mancanza di rispetto del corpo: il fatto che la giovane Sara venga abbandonata in un pozzo, che Yara venga ritrovata in un prato in condizioni quasi irriconoscibili o che le gemelline svizzere non possano avere un luogo, qualora siano decedute, dove la madre, i suoi cari, possano posare un fiore.

Che si tratti di un contadino o di un ingegnere, lo spregio è orrendo. Non sono incline a richiamare la Divinità, ma cosa spinga un uomo ad essere così volgare non è che me lo spieghi molto. Cosa ci sia nell’animo di chi non coglie quella linea di confine che porta le proprie azioni addirittura aldilà dell’atto criminoso per immergerlo in quella che può essere definita la “vergogna di esistere”. Può essere sciocco, ma sono colpito, offeso da questa mancanza si “sensibilità”.  La sensibilità è ciò che ci distingue non dagli animali, ma dalla mostruosità.

Non c’è in me l’idea di un Dio che determini e guidi l’azione degli uomini. Neanche di quelli buoni. Penso che ci sia un Dio che avendoci dato la libertà di agire ci lasci fare a nostra discrezione. E che non intervenga neanche per correggere il nostro agire secondo un principio morale che se anche non è religioso, è eticamente laico.

E penso che ad un certo punto, se mai un Dio giudicherà la nostra vita non lo farà secondo un credo, ma secondo quella che è stata la nostra “sensibilità” nell’agire. E a quel punto mi domando se, quelli che hanno compiuto taluni atti, come quelli su Sara, su Yara e sulle gemelline (o in tutte quelle parti del mondo di cui non si parla, ma dove bambini e  adolescenti patiscono la violenza della vita) non siano coloro che saranno, alla fine,  maledetti da Dio.

Francesco Raspa
 

   
   


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