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Niente polemiche per il MGFF?

Fra qualche giorno inizierà una nuova edizione del MGFF, e sarà, per la prima volta, un Festival preceduto da poche polemiche. Forse è la volta buona che verrà giudicata la bontà dei film e non la personalità dell’organizzatore. A tal proposito, mi piace ricordare che l’anno scorso mi sono divertito a raccontare una versione semiseria delle serate al MGFF, provando con ironia a rendere meno serioso un appuntamento, che aveva destato aspre discussioni tra i favorevoli ed i contrari all’evento. In seguito, mi è spiaciuto constatare che qualche lettore - e non pensavo di averne - avesse ritenuto le mie parole svilenti per il Festival, ma l’ironia spesso fa delle vittime tra chi vive sempre con l’idea del sospetto. Non mi vergogno a riconoscere di essermi divertito a seguire le serate del MGFF, che ritengo l’evento più interessante dell’estate soveratese, da sostenere con tutti gli sforzi, perchè al di la della scelta dei film in concorso, sui quali ognuno può esprimere liberamente il proprio giudizio, questo festival rappresenta soprattutto un momento di aggregazione felice per le persone. In quelle serate ci siamo incontrati, abbiamo chiacchierato, ci siamo massaggiati la schiena a vicenda, causa seduta scomodissima, ma soprattutto abbiamo condiviso una emozione che, nell’apatia calabrese generale, non è poco. E nel dirlo, sono ovviamente solidale con chi avrebbe preferito una bella sagra di trippa e che, per colpa del Festival, sarà costretto a digiunare una settimana. Qualcuno, al solito, penserà che le mie parole sono frutto di una amicizia con Gianvito Casadonte, che invece non conosco e che ho ascoltato una volta in una telefonata fiume, nella quale mi ha travolto col suo entusiasmo per l’evento che andava a presentare. Il personaggio può piacere oppure no, ma siccome sono abituato a giudicare le persone per quel che fanno e non per quel che sono, ecco che allora sento di voler fare gli auguri al MGFF e con un pizzico di egoismo, aggiungerei, visto che se le serate riescono mi divertirò anche io.

In bocca al lupo.
Filippo Apostoliti

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