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Soverato
Caro centrosinistra, noi
te lo avevamo detto - Parte Seconda
Caro centrosinistra soveratese, noi te lo avevamo detto e noi ne continueremo a dire. Avevamo detto nella “scorsa puntata” (Fondo pagina... ndr) che c’è, oggettivamente, un problema di sinistra nella sinistra soveratese. Che questo problema risulta ancora più spinoso alla luce dei risultati elettorali delle ultime elezioni comunali; che ci sono responsabilità e responsabili, che ci auspicavamo una professione di umiltà da parte di chi aveva sferrato il colpo finale alla sinistra soveratese e che crediamo fermamente che chi l’ha mandata in coma profondo ora non sia credibile a rianimarla. Eppure noi, catastrofisti come siamo, crediamo che la sinistra agonizzante stia lì lì per spirare definitivamente. Oppure no. Noi vorremo provare ad immaginare – e sì che di fantasia ne abbiamo tanta, vero?!- quali scenari nel futuro prossimo potrebbero prospettarsi nell’area del centrosinistra. Non è detto che c’azzecchiamo, ma mettiamo che ci prendiamo un’altra volta… Allora, è pacifico che a Soverato sia ritornato ad amministrare il centro destra; meno pacifico è il discorso sulla minoranza. Che cosa troviamo nella minoranza? La sinistra, penserete voi? Proprio no! Ci ritroviamo anche là la destra. E noi vogliamo ora ipotizzare come potrebbe aggravarsi ulteriormente lo stato di salute della sinistra se –azzardiamo?- il candidato a sindaco per la lista “Amo Soverato” dovesse” abdicare” e subentrasse l’avente diritto in successione, in quanto più votato. E cioè, se Antonio D’Amato pensasse mai di dimettersi , l’erede al trono risulterebbe Vittorio Sica. E se Vittorio Sica entrasse in minoranza, secondo voi, quale area si rafforzerebbe: la destra o la sinistra??? E qui tranquillamente potrebbe partire la marcia funebre per la sinistra soveratese che saluta pure l’opposizione. Non solo. Se mai ci fossero queste dimissioni, come la prenderebbero gli elettori della lista “Amo Soverato”? Ve lo lasciamo immaginare. Ma veniamo ora ai nostri affezionatissimi eroi del centrosinistra soveratese. Che si dice in casa del PD? Noi proprio non lo sappiamo, ma ciò non toglie che anche qui possiamo provare a immaginarlo. Noi supponiamo che , presumibilmente, potrebbero trovarsi nel bel mezzo di uno scontatissimo regolamento di conti, e già ci pare di sentirli:<>, <> ,<>, <>. E poi: <>. Ma con chi potrebbero rifarla ‘sta segreteria se sono quattro gatti? Forse opteranno per un turn over con sorteggio? Oppure procederanno con il metodo scientifico più antico al mondo: ambarabàcicicocò?! Scherzi a parte, noi speriamo che, se mai Il PD decidesse di apportare qualche cambiamento, lo facesse in modo coraggioso e, volendo, anche radicale; magari anche con un bel commissariamento (sempre che ce ne siano le condizioni… A proposito: chi è il segretario del PD di Soverato? Noi non lo sappiamo. Ce lo dite voi?). Ci teniamo però, circa l’esito delle elezioni comunali, a dire la nostra fino in fondo rispetto al PD di Soverato, e cioè che noi riteniamo che le responsabilità sul numero dei voti del tutto irrilevante per un partito come questo, che è ancora il secondo partito nel Paese, non ricadano solo su chi ha voluto fermamente si realizzasse l’operazione accozzaglia “Amo Soverato”, ma debbano incontestabilmente riguardare anche tutti coloro i quali nel partito l’hanno appoggiata e/o non sono riusciti a contrastarla. E quindi tutti. Compresi i piani alti della dirigenza piddina, sempre che lo sapessero. Lo sapevano? Il commissario provinciale Pasquale Mancuso, per esempio, che cosa ne pensava dell’apparentamento a destra del PD soveratese? Noi ricordavamo in una riunione in sua presenza che lo stesso disse che il PD non poteva diventare “terreno da pascolo”per chi era in cerca di uno sbocco in politica; bene, in effetti non c’è che dire, c’ha preso: è il PD che pascola sugli altrui terreni . Ma è mai possibile che proprio non si comprenda l’importanza che il partito democratico può avere a Soverato? Che non si capisca che un così basso consenso non faciliterà l’espressione di candidature proprie di Soverato per le prossime competizioni elettorali provinciali? Chissà!, forse in quel di Catanzaro non si considera importante che il PD soveratese esprima una candidatura forte? Forse si preferisce rafforzare l’asse Catanzaro-Lamezia che puntare sulla rappresentanza di questo territorio? Se così fosse, a noi proprio non piacerebbe. PD, fa’qualcosa! Di sinistra possibilmente… E ricorda: Pisapia-Milano e De Magistris-Napoli insegnano… E adesso passiamo agli alleati. Cosa si potrebbe immaginare per tutte quelle sigle partitiche minori e per tutte le insostituibili associazioni che hanno appoggiato il PD in questa corsa verso il vuoto che possano fare in futuro? Anche qui la risposta è che non lo sappiamo, ma che possiamo provare a sforzarci a immaginarlo. E sforza sforza, siamo arrivati alla nostra personalissima previsione: NULLA, non faranno nulla; anzi andranno in letargo per svegliarsi alle prossime elezioni e decidere con chi apparentarsi questa volta. Continuiamo, ma con una curiosità che non ci fa dormire la notte: qualcuno sa dov’è finita API? Ci piacerebbe avere notizie sul suo stato di salute, ma soprattutto sapere se, a Soverato, si colloca a destra o a sinistra o chissà dove. Così, tanto per sapere! E tanto per sapere: ma ci rivedremo fra cinque anni? Boh! Un capitolo a parte lo dedichiamo a “Interessi Collettivi”. Perché? Il perché lo spieghiamo immediatamente e prima che la schiera dei malpensati possa trovare difficoltà nel fermare la propria fantasia e attribuirci intenzioni inesistenti e inesprimibili. Su questo gruppo non possiamo fare previsioni (non ora) perché si sta avviando un work in progressa cui stiamo prestando attenzione. E anche di questo vi terremo aggiornati. Comunque, vi ricordate l’articolo precedente in cui non abbiamo risparmiato proprio nessuno? Beh, qualche effetto lo ha prodotto. Premesso che non crediamo nelle rivoluzioni, vi possiamo dire che in merito ai contenuti dell’articolo si è aperto un dialogo e un dibattito che ha fornito qualche spunto di riflessione. Volete saperne di più? Supponiamo di sì, e allora vi sintetizzeremo i punti salienti e gli interventi che, a nostro avviso, più di altri hanno contribuito ad analizzare e ad affrontare obiettivamente gli argomenti trattati in quell’articolo: 1) sentite un po’ che cosa ci è stato chiesto: intanto quale fosse l’obiettivo del nostro scrivere; ma anche in che senso intendevamo “l’unità del centrosinistra soveratese”, nonché il passaggio “delicato” dal vecchio al nuovo. Risposte: in merito all’obiettivo che ci prefiggiamo scrivendo, vorremmo semplicemente ma anche ambiziosamente provare a smuovere qualche coscienza. Quando parliamo di responsabilità e di responsabili dello sfascio della sinistra a Soverato, non ci limitiamo a considerare i soli addetti ai lavori. Distinguiamo infatti tra responsabilità dirette e indirette. Se agli addetti ai lavori possono essere riconosciute responsabilità dirette, secondo voi, rispetto a tutti coloro i quali persistono nel lamentarsi e basta, senza far nulla per cambiare le cose, illudendosi che il criterio migliore per votare sia preferire il meno peggio; che responsabilità vanno riconosciute? Responsabilità morali, secondo noi. Sono quelle le coscienze che vorremmo interessare. Sull’unità a sinistra il discorso si complica. Noi che per primi siamo elettori di centro sinistra, ci siamo sentititi, come tanti altri, un po’ spaesati. C’è sembrato che, in una situazione di forte disorientamento come quella in cui ci siamo trovati e ancora ci troviamo, sarebbe stato di giovamento convenire su un orientamento più marcatamente di sinistra. Qualcuno ci ricorda però come prove tecniche di questo tipo ci siano già state nel 2006 e che i risultati sono noti a tutti. Vero! Bisogna riconoscerlo. Forse qualcosa da rivedere c’è sul serio. E se fossero le persone? Magari , un giorno lontano…, si potrebbe verificare vincente la formula: “Persone nuove e alleanze possibili”. Ma ora pensiamo al presente. E presente e attuale è il terzo punto: come va inteso il rapporto e il passaggio dal vecchio al nuovo. Qui c’è dispiaciuto molto non essere stati compresi appieno. E sì che lo avevamo specificato nel precedente articolo che per noi il passaggio dal vecchio al nuovo non va letto in chiave anagrafica, però forse non siamo stati abbastanza chiari. L’unico modo in cui lo concepiamo è da intendersi in un nuovo modo di pensare. Per es. per noi vecchia è una politica autoreferenziale, che dà risposte solo a se stessa; altro che servizio alla Comunità! Ma se la nostra opinione vi sembra debole, allora la rafforzeremo con un’affermazione di Alfred Einstein ” I problemi non si risolvono con gli schemi mentali di chi li ha generati”. 2) Altrettanto speculativo il secondo intervento, in particolare grande attenzione al tema dell’identità della sinistra oggi e sull’importanza dell’avviare questi dibattiti all’interno di un gruppo politico. E questo è per noi il punto nevralgico. Riappropriarsi della volontà sincera di confrontarsi, di favorire l’ascolto senza riserve mentali, di riconoscere l’arricchimento umano e non solo nell’alterità, di abbattere ogni barriera mentale. E di avere il coraggio di tagliare i rami secchi. 3) Terzo intervento, che definiamo come “poche parole ma buone”. Secondo chi è intervenuto, tutto ciò che si fa non può essere finalizzato all’ “acchiappa voto” ( tradotto: consenso elettorale) -tutt’al più, a nostro avviso, può essere una conseguenza di un buon modo di far politica, un riconoscimento, un indice di gradimento-, ma bisogna creare condivisione. Appunto: condivisione. Siamo d’accordo. Allora ve lo diciamo: <>. A questo punto, vi lasciamo alle vostre riflessioni; le nostre sono già partite! Ci rileggiamo presto. Alla prossima puntata. Tiziana Alvaro, Domenico Caruso. Liberi pensatori
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Caro centrosinistra, noi
te lo avevamo detto
E ora? E ora viene il bello, e ve lo prospettiamo noi questo bello. Ma prima di farlo, crediamo sia opportuno ripercorrere in sintesi le tappe dell’ennesima disfatta a sinistra, cui oramai abbiamo fatto il callo, e che ha determinato la mancata unione di tutte le forze del centrosinistra soveratese. Non che non ci siano stati tentativi andati in tal senso, ma semplicemente non sono andati a buon fine. Interessi Collettivi propose un documento in sede del PD e davanti agli alleati che prevedeva la scelta sia del candidato a sindaco che dei candidati a consigliere attraverso lo strumento delle primarie. Arriva lo stop dei convenuti, e quindi non passa. Il PD si era già, in effetti, portato avanti col lavoro, e cioè aveva già in parte risolto la questione delle alleanze, ed era orientato diversamente: si era ritenuto che ad ogni sigla partitica, associazionistica fosse riconosciuta pari dignità e che, tradotto in soldoni, ognuna avesse la propria rappresentanza nella costituzione della lista (liberi di correggerci se sbagliamo). E qui partono alcune domande: 1) Che fine hanno fatto le primarie di Interessi Collettivi? 2) In seno alla lista del PD e dei suoi alleati, davvero ogni sigla è stata rappresentata? Risposte: 1) Le primarie non si sono avute perché non aveva senso farle in assenza di alleati (sic!); 2) Quali e quante e da chi è stata rappresentata ogni sigla? E poi, che fine ha fatto SEL che inizialmente risultava tra gli alleati e in un secondo momento – puff! - non lo abbiamo più visto? Ciò che accadde dopo è noto: Interessi Collettivi non presenta la propria lista e l’altra parte della sinistra finisce l’opera delle alleanze (andando talmente oltre la sinistra che approda a destra, un po’ come un sbarco di immigrati in terra straniera) e dà vita alla lista civica “Amo Soverato”. Intanto Leonardo Taverniti diventa il nuovo sindaco di Soverato e l’alleanza PDL-UDC s’impone su ogni lista civica…vi meraviglia? A noi proprio no! Noi credevamo che qualcosa del genere potesse essere fattibile anche nell’area del centrosinistra soveratese. Ma che importa ciò che crediamo noi, in fondo chi siamo noi? Noi non siamo nessuno, altri sono gli illuminati della politica a Soverato; noi no. Noi non capiamo nulla di politica,è vero?! Altri a Soverato potrebbero dare lezioni: la cerchia ristretta dei sapientoni, il senato dei politicanti, i teorici del nulla, i sostenitori dell’indecisionismo: <<Facciamo le alleanze? Sì. Ma pure no.>>, esperti saltimbanco, moltiplicatori dei pettegolezzi, gli armeggiatori della parola e della comunicazione efficace, i difensori dell’attendismo: quelli che si siedono sulla riva del fiume e aspettano che il cadavere passi; e chi più ne ha, più ne metta. Ma noi no. Noi tutto questo non ce lo potremmo neanche permettere, non ci arriviamo con il livello: non abbiamo santi in paradiso, non collezioniamo titoli, non accomodiamo i nostri fondoschiena sulle sedie in prima fila, non soffriamo né di candidatite e né della sindrome del “Marchese del Grillo” (con Alberto Sordi):<>. Noi rappresentiamo solo il primato dell’ultimato. Siamo decisamente out. Siamo solo due popolani. Due popolani che pensano e si pongono domande, e ,quando nessuno risponde, le risposte tentano di darsele da soli. Ed è questo che ora faremo. Cominciamo. Premesso che concordiamo con chi ha definito queste ultime elezioni vere e proprie primarie (Alessandro Catalano in un art. pubblicato su Soveratoweb) ma, a nostro avviso, al contrario: le primarie, solitamente, danno luogo ad un vincitore, qui hanno decretato lo sconfitto, e cioè la sinistra; e posto che quando parliamo di una sinistra nella Soverato di oggi siamo ben consci di azzardare tantissimo; riteniamo che proprio non si possa fare a meno di parlarne. Noi crediamo che ovunque, e quindi anche a Soverato, ci sia bisogno di sinistra. Ed è chiaro che quando parliamo di sinistra non ci riferiamo alle ideologie che abbiamo consegnato al secolo scorso, ma ad un sistema valoriale che dovrebbe accomunare tutte le forze rappresentati che si collocano a sinistra. Il superamento delle ideologie con cosa sarebbe stato sostituito? Secondo noi, con nulla. Il vuoto, che non si è ancora colmato, non può che disorientare l’elettore. Quale vuoto non disorienta? Certamente la sinistra va attualizzata, va ripensata, rinnovata e non confusa con la destra. Noi abbiamo creduto al sogno che il PD incarnava. C’era sembrato, sulla carta, il tentativo meglio riuscito della nuova sinistra, a vocazione socialdemocratica. Poco alla volta ci siamo dovuti ricredere, abbiamo dubitato che ci stessimo trovando dalla parte giusta; abbiamo capito che il 'progetto PD' era in realtà solamente un contenitore nuovo per un contenuto vecchio. E quindi? Dove altro andare a cercarla questa benedetta sinistra? Altrove. Anche altrove però c’erano solo altri contenitori nuovi per contenuti vecchi. E qui viene il bello! Come procedere allora? E’ meglio prima cercare una nuova identità per la sinistra di oggi e, sulla base di questa, procedere e aggregare persone che in questa identità vi si riconoscano; oppure ci fermiamo a credere al singolo rappresentante o presunto tale che si dichiari di sinistra e che, aggregando intorno a sé persone che in lui credono, di riflesso determini l’identità del gruppo stesso? Se si scegliesse la seconda opzione, si correrebbe il rischio di ritrovarci un Berlusconi a sinistra. Scegliendo invece la prima, la strada sarebbe di certo in salita, ma si riuscirebbe a costruire una fortezza, quale è la forza trainante di elementi identitari. Ma trovare un’anima e un’identità nuova e credibile alla sinistra di oggi, è possibile solo a chi fino ad ora quest’anima l’ha coerentemente rappresentata. Va da sé che non è un’operazione per politicanti. Chi fino ad oggi non ha saputo o voluto cercare e lavorare per trovare il collante identitario che unisse tutte le forze del centrosinistra, e del centrosinistra soveratese; chi fino ad oggi ci ha regalato sconfitte politiche una dietro l’altra, ci ha fatto credere che qualcosa sarebbe cambiato, beh(!) lor signori, noi riteniamo, non siano minimamente adatti a questo compito. Come a dire: se qualcuno ti invita a stipulare una polizza assicurativa di un compagnia di assicurazione che poi scopri fasulla, che fai? Metteresti mai nelle sue mani i tuoi risparmi per un altro investimento? Ovviamente no! E quindi, proviamo ad ipotizzare: se a qualche sprovveduto venisse ora in mente di ricompattare il centrosinistra soveratese ( e diteci perché prima delle elezioni non era possibile e ora sì), di rinnovarlo, di ripensarlo; e se questo restyling dovesse avvenire per opera di chi lo ha portato ad un consenso che ha raggiunto i minimi storici; che cosa pensereste voi elettori del centrosinistra? Forse quello che penseremmo noi: un’altra “sola”, altro fumo negli occhi; insomma mancherebbe di credibilità. E poi, ve lo immaginate che credibilità avrebbe un’operazione del genere, se neanche cominciasse con ciò che davvero rappresenterebbe una novità, e cioè l’umiltà nell’ammettere i propri errori, di riconoscere le proprie responsabilità, di fare un bel mea culpa??? Belle premesse! No, proprio non ci saremmo. Se gli anzianotti della politica proprio non dovessero riuscire a ritirasi a vita privata, allora dovrebbero sforzarsi di reinventarsi un nuovo - per loro - ruolo. Magari ritagliarsi un ruolo di tipo intellettuale, ma basta con questo protagonismo catastrofico le cui scelte hanno effetti e conseguenze su tutti. Il nostro non è nuovismo, non è giovanilismo a tutti costi; ma la convinzione che urge una nuova mentalità politica che metta al bando le deleterie logiche politicanti. Che pazzi che siamo! Ma abbiamo buoni motivi per credere che altri la pensino come noi a Soverato e che, superato lo scoglio della rassegnazione, si daranno un’altra possibilità, ritagliandosi il ruolo che si addice loro: protagonista e non comparsa. Basta delegare sempre gli altri a rappresentarci. Chi dice che lo sappiano fare meglio di noi? Fine prima puntata Tiziana Alvaro, Domenico Caruso. Liberi pensatori |
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