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ULTIMA NOTA A RASPA

  1. Se io manco ci vengo, al MGFF, immaginate se voglio fare niente di meno il presidente di qualcosa a tal proposito!
  2. Persino Raspa dovrebbe sapere che gli atti pubblici sono pubblici: vada a leggerli, e controlli quanto ho incassato. Letto e controllato, si lavi la bocca, prima di parlare.

Ulderico Nisticò

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ANCH'EGLI NON C'ERA...

Ho letto con attenzione l’articolo del sig. Nisticò in risposta al mio e devo ammettere di essere rimasto per un attimo interdetto. In particolare quando mi ha definito spocchioso e invidioso. Non tanto perché ci sia rimasto male… ma perché è quello che esattamente penso di lui. Tant’è che la sua invidia l’avevo già segnalata in un articolo sul Quotidiano della Calabria l’anno scorso di questi tempi. Pertanto mi ha fatto pensare questo particolare e cioè che entrambi abbiamo, dell’altro, lo stesso giudizio. Contingenza curiosa in fondo, ma non gradevole, perché, mi sono detto:“io non sono né spocchioso né invidioso”. Perlomeno di lui. D’altronde, io non mi interesso di storia locale e non scrivo opuscoli sulla chiesa di san Callisto. Non mi occupo della storia dei santi, né mi interessano le “piece” sacre.  E soprattutto non disprezzo i miei concittadini, la città in cui vivo, né ho passato anni e anni ad offendere chi oggi blandisco. Quindi, di cosa dovrei essere invidioso?  Di una simile teoria di imprese inenarrabili?
Anche lui non è mai venuto al MGFF.  Eppure cosa fa? Lo attacca in continuazione.  Irride  personaggi come Scola, Gregoretti, Placido (gente che di capolavori s’intende). Parla male dei film che, però non ha mai visto. Parla male degli attori che non ha mai visto. Parla male per il gusto di farlo. E non è questa spocchia? Non è questa miseranda invidia?  E poi, se non c’è stato al festival, come fa a sapere quanta gente vi assiste?  Anche lì ci sono le sedie. Anche il festival va in diretta (esclusi i film) su Soverato Uno. E non per un pomeriggio, ma per nove serate. E con quale cognizione di causa parla? Con quella della nervosa invidia.  Eh… che darebbe per fare il presidente della giuria…!
Io, alla rappresentazione del suo Capolavoro, non c’ero. Ma non perché stessi dormendo.  A me non interessava proprio. E poi chi lo ha detto che io sono assente da ogni forma di cultura e manifestazione sociale seria?  Forse mi segue per vedere se ci vado o no? Oppure è serio solo ciò che fa lui? Però la Super Pigghiata l’ho vista. Eh si. Un amico mi ha donato il DVD e mi ha chiesto di vederlo.
 Ma devo essere onesto. L’ho visionato solo in parte. Mi sono annoiato. Non ci ho  visto niente di straordinario.  Anzi, ho provato persino un certo stupore per talune interpretazioni dei personaggi. In particolare di Giuda l’Iscariota (sorvolo su Ponzio Pilato…).  Insomma se affermare che Resurrexit non mi è parso un Capolavoro e che non mi è piaciuta la rappresentazione scenica… ho offeso qualcuno, oppure ho espresso un semplice parere? Posso? Mi permettete?  D’altronde, se per tanti è un dramma sacro e per qualche compiacente amico un Capolavoro… siate felici di adularvi a vicenda. Per me è stata una rappresentazione noiosa. Qualcuno non sarà mica preoccupato se uno su mille (pardon, cinque-seimila, come da sedie numerate…) dice che si è annoiato? Piuttosto, quanto è costato questo Capolavoro? Quanto hanno ricevuto di gratifica il regista, lo scenografo e l’eccezionale autore?  E le comparse? Mica avranno pagato regista, scenografo, autore e lasciato a parametro zero le comparse? Ecco, queste ultime le apprezzo, perché si sono impegnate senza alcun interesse. Perché le Pigghiate sono sempre state rappresentazioni popolari in cui era la gente a metterci, oltre l’impegno, i soldi, per devozione e non il contrario. Mah… .
In ogni caso, così come ho tranquillizzato Cervadoro, vorrei tranquillizzare Nisticò. Non preoccupatevi. State tranquilli. Nessuno vuole sottrarvi la torta. Godetevela pure in santa pace. Piuttosto, come fa Nisticò ad assaggiare la crostata preparata da chi ha sempre, fino a prima del Capolavoro, dileggiato? Che gusto ha, sig. Nisticò, una simile crostata?

Francesco Raspa

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A Domanda Rispondo

IL SOLITO ANONIMO SCRIVE.
BISOGNEREBBE CESTINARLO, MA MI DIVERTO A RISPONDERE

1. Perché confrontare due belle iniziative come Resurrexit e il MFF? Mi può dire, secondo lei, quali sono le differenze tra le due manifestazioni?
 A domanda risponde (ADR): Nessun confronto disomogeneo, solo che non si possono inventare migliaia di spettatori in un posto che ne contiene a stento seicento.

2. Lei dov'era durante il trentennio (non il ventennio!!!) di declino della bella Soverato? Scommetto aveva comunque un megafono, ma arrivava in ritardo... o non veniva ascoltato più di tanto.
ADR: Lei o a Soverato non c’era, o mente. Vedi risposta seguente.

3. Mi dice quanti anni aveva nel 1962 poi nel 72? e nel 1982?..non continuo.
 ADR: Nel 1962 avevo 12 anni. Nel 1968 facevo il sessantottino fascista a Pisa. Nel 1975, reduce da università e servizio militare, ero ispettore di zona del Movimento Sociale, e, con alterne vicende fino al 1994, segretario della sezione di Soverato, dirigente provinciale e regionale, membro del Comitato Centrale e del Consiglio Nazionale eccetera. In questa veste, oltre a infiniti comizi e riunioni, ero la sola opposizione in una Soverato sgovernata dall’inciucio DC-PSI e minutaglie. A quei tempi non c’erano tv e radio, si usava: la bacheca sul corso, il volantino, il comizio: tutte cose che io adoperavo contro PSI, DC e minutaglie suddette. Quando poi i missini hanno tradito se stessi diventando alleanza nazionale, io, tra i pochissimi a leggere le vergognose tesi, le ho respinte, e ho fatto parte per me stesso. Mica dovevo insaccare salumi!

4. E' sicuro di rappresentare al meglio una posizione? e se sì, quale?
 
ADR: Domanda poco chiara. Tutti siamo in dubbio su qualcosa.

5. ......................................................................... (spazio per un autodomanda libera se ne faccia una e si risponda, così almeno parliamo un pò di lei...).
 ADR: Troppo lungo.

6. Mi dica cosa vorrebbe fare da grande? Se mi risponde__LA RIVOLUZIONE, consideri questa domanda non valida.
 
ADR:

7. Perchè se ad una manifestazione viene invitato, ne parla, ne scrive, insomma affronta l'argomento; se invece non se la filano s'incazza e ne  parla male?
 ADR: Mi invitano sempre dovunque, e, se posso, vado. Il MGFF non mi interessa.

8. A quanti convegni ha partecipato nella sua vita?
 
ADR: Innumerevoli, sempre come presidente, conferenziere o relatore, in Calabria, Puglia, Sicilia, Basilicata, Campania, Lazio, Toscana, Liguria, Lombardia, Londra.

9. Ha mai conosciuto Ettore Scola?
 ADR: No, ma conosco mezzo mondo di ogni ceto e livello.

10. Qual'è stata la sua migliore opera? (di lei medesimo stratosferico storico intellettuale pluripremiato, s'intende.)
 ADR. Premesso che qual è si scrive senza apostrofo, mi spiace fare graduatorie. Sono costretto ad elencare tutti i miei libri: Di Lalage e di Iole (Liriche), 1975; Il ritorno degli Eraclidi, Padova, 1978; La cultura della memoria, AR, Padova, 1979; Storia delle Calabrie, Cosenza, 1984; Compendio di Storia delle Calabrie, Cosenza, 1984; Sette novelle metafisiche, Poggibonsi-Firenze, 1986; Francisci Grani Cropanitani, De situ laudibusque Calabriae et de Nymphae Arochae metamorphosi, Chiaravalle Centrale, 1989; Lettera ad un camerata turbato, Padova, 1990; Cronache antiche di Tiriolo, estratto da Vivarium Scyllacense, 1996; Padre Raimondo Romano, il culto di san Gregorio e le incursioni turche del 1644 e 16455, estratto da Vivarium Scyllacense, 1997; Suberatum, Davoli M., 1998; Omaggio a Diego Vitrioli, estratto da Vivarium Scyllacense, 1998; Calabria, Itinerari storici e turistici del Medio Jonio, Davoli, 1999; Le voci del silenzio. Vita ed opera letteraria di Vincenzo Chiefari, Davoli, 1999; Padre Giovanni Fiore da Cropani, Della Calabria illustrata, Tomo I, (a cura di Ulderico Nisticò), Soveria Mannelli, 1999; Ascendant ad montes. La difesa passiva ed attiva della costa ionica in età bizantina, estratto da Vivarium Scyllacense, 1999; Prontuario oscurantista, Padova, 2000; Le Muse sul mare (Storia della cultura soveratese), Squillace, 2000; Cinquant’anni d’amore, a cura di Ulderico Nisticò, Davoli, 2000; Padre Giovanni Fiore da Cropani, Della Calabria illustrata, Tomo II, (a cura di Ulderico Nisticò), Soveria Mannelli, 2000; Padre Giovanni Fiore da Cropani, Della Calabria illustrata, Tomo III, (a cura di Ulderico Nisticò), Soveria Mannelli, 2001; Squillace 1243, un patto tra monasteri, estratto da Vivarium Scyllacense, 2001; Abele e Caino. Storie della guerra mondiale 1814-2001 Soveria Mannelli, 2002; Santa Maria di Soverato. La storia e le cronache della Festa della Madonna a mare, di Ulderico Nisticò e Tonino Fiorita, Davoli Marina, 2002; Istituto Salesiano, Unione Exallievi, Et animas et cetera. Un secolo di don Bosco a Soverato, testo di Ulderico Nisticò, Davoli Marina, 2003; Il Giulivo (Teatro), Sassoscritto, Firenze, 2003; Soverato nel pallone. Cronache antiche del calcio soveratese, di Ulderico Nisticò e Tonino Fiorita, Davoli Marina, 2003; Giulio Cesare Destito, Polyhymnia seu Silvarum libri tres, Soveria Mannelli, 2003;  La fede tenace. Nel centenario della ricostruzione della chiesa del Rosario, di Ulderico Nisticò, Tonino Fiorita e Italo Sammarro, Sudgrafica, Davoli M., 2004; Le valli del re Italo. Itinerari storico-culturali del Basso Ionio, Davoli Marina, 2005; Gian Lorenzo Anania, L’universal fabrica del mondo, overo Cosmografia, vol. I a cura di Ulderico Nisticò, Soveria Mannelli, 2005; Cropani a Lepanto. La predica della Nave Cristiana e la Predica della Vittoria Navale di fra Lattanzio Arturo da Cropani, a cura di Ulderico Nisticò e Paola Bianco, Catanzaro, 2006; Cent’anni della banda musicale di Soverato, Davoli M., 2006; L’ospite, Iride,  Soveria Mannelli, 2006; Capitolo Skylletion e Scolacium, in AA.VV: Borgia, Soveria Mannelli, 2006; Domenico Cirillo, Cardinale e la sua storia, edizione critica a cura di Ulderico Nisticò; Davoli M., 2007; La festa di san Rocco in Soverato Superiore, di Ulderico Nisticò e Tonino Fiorita, Squillace, 2008; Gian Lorenzo Anania, L’universal fabrica del mondo, overo Cosmografia, vol. II, a cura di Ulderico Nisticò, Soveria Mannelli, 2008; Resurrexit, dramma sacro, Lamezia T., 2009. Sta per uscire, questione di giorni, la Controstoria delle Calabrie. Vi risparmio gli articoli.

10 bis (pubblicità occulta). Dopo aver risposto,faccia un bel respiro e confronti la sua migliore opera con l'ultimo dei lavori del maestro Scola. Poi, assennato com'è, ci faccia su un commento. Serio.
ADR: Elenco i miei riconoscimenti letterari e teatrali: il Premio Nazionale "Chiaravalle" 1976; il Premio Sibari "Una cultura per il sacro" 1989; il Premio "Vanvitelli" 1991 in Caserta; la prima classifica al Premio nazionale “Fagnani 1997” di poesia della Facoltà di Lettere dell’Università di Messina; il Premio speciale della Giuria al Concorso di poesia classica “L’Angelo” di Palmi nel 1988; il Giglio del Sud in Modugno nel 1998; il riconoscimento nell’ambito del Premio Siberene 2001 in Santa Severina; il Premio “Città di Reggio Calabria” (finalista) del Rhegium Iulii 2002; il Primo premio per la narrativa inedita al concorso letterario Rhegium Julii 2005; il Premio Firenze 2002, Fiorino d’oro per il teatro, per l’opera Il giulivo; 1994 il Premio per la cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l'opera Francisci Grani Cropanitani, De situ laudibusque Calabriae et de Nymphae Arochae metamorphosi; e per il 2001 e il 2004 il Premio per la cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la storia locale; Premio Calabriamia di benemerenza istituzionale in Lamezia Terme; 2008 Riconoscimento Pascua Rura Artes in Davoli.

11. Lei ha fatto e fa tante cose (ma tante! Mi raccomando non le elenchi, ci fidiamo! Sarebbe l'ennesimo e ripetitivo intervento) : sono tutte costruttive? Sono tutte per il bene della comunità?
 
ADR: Sì.
Domanda di riserva: dal suo secondo intervento si deduce che non ringrazia l'amministrazione tutta, ma solo il sindaco ed il suo vice? Sono solo loro due che hanno sostenuto l'iniziativa? E qui si pretende una libera digressione  sul senso civico,ecc, ecc.
ADR: Ho scritto che parlo di quelli che ho visto.

12. Si sente più Lucio Dalla o Francesco De Gregori? la risposta necessita di argomentazioni di spessore...
ADR:
Nessuno dei due.
E, proprio parafrasando una bellissima canzone di De Gregori  le chiedo : lei da che parte sta? sta dalla parte di chi ruba nei supermercati o dalla parte di chi li ha costruiti rubando? Stare in mezzo,stavolta, non vale.
ADR: Io in mezzo non fui mai: estremista duro e puro, o sto da una parte o dall’altra. Ma questa domanda non c’entra un piffio.

 Contento?

Ulderico Nisticò

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Risposta al Sig. Cervadoro

Temo, sig. Cervadoro, che Lei non abbia capito il senso del mio scritto. Forse avrei dovuto redigerlo in dialetto, considerata la Sua dimestichezza con talune citazioni. E’ un vezzo di certi personaggi di Soverato quello di sminuire le prese di posizione di chi non fa parte di qualche importante club o comitato cittadino di benemeriti. Ed è discutibile credere che per “inserirsi” nel contesto sociale di Soverato bisogna prendere parte per forza alle Vostre iniziative. Mentre è proprio patetico ridurre la questione a “Chi sei tu? Che cosa vuoi?” (tradotto in italiano). In verità certe dotte citazioni evidenziano un atteggiamento più confinante con la nervosa fragilità di chi ha paura che gli rubino la torta, che rispondere, invece a delle osservazioni. Tranquillo, sig. Cervadoro. Nessuno Le porterà via un briciolo della sua celebrità e del Suo potere a Soverato e dintorni. E tanto meno quello di Ponzio Pilato. Non si innervosisca.
Vede, come mi ha insegnato Sua madre, di cui sono stato allievo (e a cui riconosco una enorme influenza per la mia formazione), io ho esercitato il mio diritto ad esprimere perplessità e critiche, delle quali non ritiro neanche una parola.
Piuttosto, spieghi perché per anni e anni ci si scaglia contro qualcuno e poi, da questo qualcuno si accetta un ruolo e se ne diviene ammiratori. Lei crede che i “Ventisettisti” di Soverato siano così succubi dei Vostri comitati per non porsi queste domande? Ci fa così ingenui? Se crede che il testo di Resurrexit sia un capolavoro letterario per l’armoniosa sintesi storica, la liricità delle espressioni, il rigore teologico e quant’altro, è libero di crederlo.  Le suggerisco di inviarne una copia alla Mondadori. Verrà senz’altro pubblicata. Benché, a parte i giornali locali, non ho letto alcuna recensione sul Corriere della Sera, né su Repubblica, né su La Stampa, né su un qualunque giornale a tiratura nazionale. Neanche RAI TRE ne ha parlato. Quindi, o i critici teatrali di questi quotidiani non capiscono niente, o non si tratta di un capolavoro.  Se Lei vuole darsi alla contemplazione mistica del sig. Nisticò è altrettanto libero di farlo. E se ritiene che ci fossero 5000 persone o 100000 (compresi gli emigrati in Canada ed Argentina in mondovisione) è libero di fare anche questo. E se al riflesso notturno delle lampare, Lei e gli appartenenti al Suo comitato scambiate alici per sarachi, dentici e riccioli, siete liberi di illudervi. Ma non pretendete di farlo credere anche agli altri.
L’autoglorificazione è malattia tremenda.
E non si preoccupi, io continuerò a pescare “vopi”, ma almeno sono consapevole che sono “vopi”.

Cordialmente
Francesco Raspa


EGLI NON C’ERA

 È chiaro che Raspa a Resurrexit non c’era: come tutti i ventisettisti, sabato pomeriggio dormiva. È anche chiaro che non ha letto il testo, non ha visto la televisione, non ha comprato (non sia mai!) il DVD. Insomma, è il classico assente da ogni cultura seria, e da ogni manifestazione sociale, sacra o profana o divertaiola che sia. Negare la folla dei convenuti, delle due è l’una: o chi lo fa è cieco come una notte nera piena di nebbia, oppure è in una malafede senza paragoni. Ripeto: se c’erano cinquemila sedie, e tutte erano occupate, c’erano cinquemila spettatori seduti; più x in piedi; più infiniti a casa di fronte ai teleschermi. Se invece uno spazio – teatro o villa – contiene trecento, o, siamo buoni, sei o settecento posti, e, qualche volta, è pieno, vuol dire che ci sono trecento, settecento persone. Parlare di migliaia e migliaia, è una frottola.

 Credo che il giudizio letterario e teatrale di Raspa, se anche fosse stato presente, non varrebbe molto. Spocchioso e invidioso, lancia offese generiche non solo all’autore, ma al regista, allo scenografo e a centocinquanta volontari e bravi attori di Soverato, Davoli, Badolato, Chiaravalle. E allo sforzo finanziario e organizzativo della Zampagallo e del Comune.

 Il Comune. Nessuno più di me ha attaccato l’Amministrazione, subendo persino una dissennata querela, finita, ovviamente, in piscem. Se però il sindaco e il vicesindaco (io loro due ho visto, e di loro posso parlare) hanno aiutato Resurrexit e hanno reso accessibile il luogo, e sono intervenuti fattivamente, sarebbe folle non riconoscere il merito. L’ho fatto per anni anche con Calabretta, quando, a spese (di stampa, e basta!) del Comune ho pubblicato Suberatum, Le voci del silenzio, Le Muse sul mare...

 Onestà, amici miei. Sarei onesto anche con Raspa, a riconoscergli delle qualità se un giorno egli scrivesse un dramma sacro, trovasse un regista, uno scenografo, le musiche, i costumi, gli attori, e cinquemila spettatori seduti, x i piedi, e infiniti di fronte alle televisioni. Ma Egli nemmeno la tv ha veduta!

Ulderico Nisticò

 


PONZIO AD ULDERICO ADJUVANDUM

Leggo l’articolo del Sig. Francesco Raspa e mi viene in mente una frase del mio caro amico scomparso Mimmo Castanò:  I SPARANO A TUTTI I PARTI, MA CADANU TUTTI A SUVERATO .

Si riferiva a chi non si sa inserire nel contesto cittadino ed io aggiungo si permette di offendere, senza freni, addirittura sul piano della cultura, un intellettuale stimato come Ulderico Nisticò. 

Ma Ulderico Nisticò è figlio di un mago dell’ ironia e risponderà da par suo.

Voglio però puntualizzare un paio di cose al Sig. Raspa perché alla superpigghiata io c’ero, nelle vesti paludate di Ponzio Pilato.

A Resurrexit c’erano 5.000 spettatori contati ad uno a uno, tra sedie e tribune, il di più glielo regaliamo.

Il testo di Ulderico è un capolavoro letterario per la armoniosa sintesi storica, la liricità delle espressioni, il rigore teologico, un vero testo teatrale moderno e completo, che affidato alla geniale regia di Tonino Pittelli è alla base del successo di Resurrexit.

Giustamente una Pigghiata Super, che ha lasciati ammirati tutti, ha entusiasmato e commosso tutti, la gente semplice e la gente complessa. Complessa, perché per la complessata bisognerà che Ulderico scriva qualcosa a parte.  

Giustamente parafrasava Pino Testino:

DOPO CHE ABBIAMO COMBATTUTO CUI SARACHI, I  DENTICI  E  I  RICCIOLI, TINDA VENI TU CU SI QUATTRU VOPI !!
CU SI TU ?

Cordialmente

Soverato 21.7.2009
Franco Cervadoro


QUEL FROTTOLAIO DI ULDERICO

Ci mancava il prode Ulderico che si scagliava a testa bassa contro Soverato e tutto ciò che non é organizzato da lui.  Ci mancava perché da quando gli hanno concesso “Resurrexit” (ovvero una “super Pigghiata”) era diventato bravo e buono. Dove sono finiti i commenti e gli articoli corrosivi e offensivi verso i cittadini di Soverato e verso l’amministrazione? Immagino ricordiate le tantissime trasmissioni televisive nelle quali non ha fatto che parlare male dei soveratesi, del sindaco, degli assessori.
Vi ricordate come ci ha costantemente definito? “Passacarte”, “Ventisettisti”, “Gente senza opinione”… e quanto di altro più offensivo poteva fiorire dall’alto della cultura e del suo aver capito il senso della vita.  Eppure sono stati quei Passacarte e quei Ventisettisti ad avere partecipato alla super pigghiata. Ma in quella occasione non sono stati più tali, bensì cittadini ansiosi e curiosi di vedere e ammirare le sue prodezze artistiche. Ora, vi risulta che la domenica, a messa, a Soverato ci vanno 5-6 mila persone? Non ci vanno allo stadio nemmeno a vedere la partita del Catanzaro. La stessa Soverato, non credo abbia 5-6 mila abitanti maggiorenni pronti a muoversi tutti entusiasti a godere delle prodezze teoretiche del nostro nobile concittadino. Non credo neanche esista un senso così profondamente religioso (che altrimenti vivremmo in una condizione di fantastica beatitudine) da muovere 5-6 mila persone a vedere ciò che è stato presentato come dramma sacro e che altro non può essere stato che una valida rappresentazione religiosa locale, come quelle di Davoli, Bivongi, Vibo Valentia e Cirò Marina. Ma Lui la spaccia come qualcosa di inenarrabile. Ecco, queste sono le frottole. Scrivere un testo per una locale rappresentazione religiosa e far credere di avere scritto un testo da premio Nobel.  E tutta questa acrimoniosa polemica perché? Perché al MGFF non lo considera nessuno. Perché non è, né sarà mai il presidente della giuria. Perché nessuno ha chiesto, né chiederà mai il suo illuminato parere. Perché a parte Resurrexit (per cui ci torturerà 365 giorni all’anno) alle sue pubbliche elucubrazioni ci vanno sempre i soliti amici. Perché la gente Lui la usa: entusiasti cittadini se si presentano alle Sue gesta e Ventisettisti sfigati, quando non si occupano di Lui.  E che attendibilità può avere un “intellettuale” che per anni e anni ha sputato veleno su Soverato e la sua amministrazione e che adesso, grazie alla “piece” Resurrexit, non fiata neanche più?  Si fa persino vedere in televisione con quelli che ha dileggiato (e anche quelli che sono stati dileggiati si fanno vedere in televisione con lui…). In fondo come si può scrivere un’opera sacra se si odia così tanto il prossimo? Ma buon Ulderico, rifletta sulle Sue contraddizioni, ora che è in vacanza, e prima di continuare a parlare e scrivere, rilegga quanto ha detto e scritto, che di frottole ne ha dette e scritte veramente tante.

Francesco Raspa

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