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Il Declino dei Valori
Leggo sulla Gazzetta del Sud di mercoledì 15 luglio, la giusta e condivisibile indignazione di Pino Commodari, leader di Sinistra Democratica, circa l’elezione a Presidente del Centro Tipologico Nazionale del consigliere provinciale del Pdl Gianpaolo Bevilacqua. Sarebbe stato saggio e necessario, dice Commodari, dare la Presidenza a persona “in possesso di esperienza e competenze consolidate”, concetto assolutamente giusto al quale mi associo con entusiasmo, come farebbero milioni di italiani. Milioni di persone che ritengono necessario mettere al centro della crescita e sviluppo di un paese il merito,la capacità, la competenze e l’esperienza di chi è chiamato al timone di comando.
Peccato che gran parte della classe politica, soprattutto quella calabrese, disconosca completamente questi concetti, anzi li aborrisce per giustificare l’imperante partitocrazia, clientelismo, nepotismo e lottizzazione che imperano in questa povera Calabria.
Ad un politico o politicante non parlare mai di “merito, competenze o capacità”, nel suo vocabolario, queste parole non esistono.
Al politico,o politicante che dir si voglia, interessa la fedeltà al CAPO,unica dote richiesta e quella, l’essersi dimostrato negli anni fedele al CAPO,aver dato prova di assoluta devozione e obbedienza, sempre disponibile e di sicuro affidamento,e non ultimo, l’aver convogliato verso il CAPO un bel pacchetto di voti che hanno valso la sua elezione verso gli scranni comunali, provinciali, regionali, romani o strasburghesi. Il nostro portatore d’acqua sa benissimo che il CAPO non si dimenticherà di lui e un posto al sole prima o poi, per se o per i suoi figli,in cerca di sistemazione, arriverà.
“Non è concepibile” osserva Commodari “ che sulla stessa persona si accumulino una infinità di cariche”.Osservazione sacrosanta considerata anche l’altissima disoccupazione intellettuale della Calabria,centinaia di giovani laureati capaci e preparati costretti talvolta ad accettare di fare i telefonisti presso i call center mentre politicanti di mestiere oltre che figli,cugini amanti e comparucci diventano classe dirigente occupando, quasi sempre indegnamente, cariche e poltrone.
Una famelica gigantesca piovra tentacolare che ha occupato enti,istituzioni,strutture, fondazioni,tutti i gangli vitali, tutti i posti di comando, dovunque ci sia da gestire soldi e potere.
Ecco come si spiega l’inesorabile declino sociale,economico, morale, e di valori al quale la Calabria si sta avviando. Ma la cosa più scoraggiante è l’accettazione passiva di questo stato di cose dalle componenti della società civile e religiosa, dai mass media, dagli intellettuali dagli indipendenti, da tutte quelle persone, che lavorano onestamente, che credono ancora nella giustizia sociale e sono la gran parte dei calabresi.
Giovani calabresi……ma quando alzerete la testa!!!!!!!
Orlando Donato
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