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Scavi nel borgo di Soverato Vecchia
Continua la campagna di scavo nell’area archeologica della Chiesa Matrice nel borgo di Soverato Vecchia. Si conclude la terza settimana di indagini con alcune interessanti novitŕ; gli archeologi hanno asportato quasi tutto il materiale di crollo che ricopriva tutta l’area della chiesa e l’esterno, e l’antico edificio comincia a mostrare una idea della sua forma originaria e alcuni ornamenti.
Si accedeva alla chiesa tramite una scalinata non ancora rintracciata ma conosciuta attraverso le fonti storiche e archeologicamente intuibile per la conformazione del terreno di riempimento e il crollo stesso e dalle strutture superstiti in elevato. Si presume che al sagrato, ritrovato integro, si accedesse da due rampe di gradini speculari ai due lati.
Il piano del sagrato, da quanto emerge dalle aree non crollate, e in parte destrutturato, era costituito da ciottoli di fiume ordinati a formare un semplice schema geometrico; da questo si accedeva all’ingresso posto sulla facciata est, di cui si spera di trovare almeno la soglia.
L’interno della chiesa inizia a palesarsi nella sua organizzazione interna: sicuramente a navata unica, con altare maggiore posto ad ovest e di cui si intravede una struttura rialzata.
Dei muri perimetrali rimane ben visibile il muro sud, che conserva in alzato parte dell’impianto; meno visibili gli altri.
Presso i resti del muro nord, emergono due strutture murarie avanzate, per ora prudentemente identificati come generiche basi di forma rettangolare in parte destrutturate, che potrebbero lasciar supporre la presenza di altari laterali, forse di cappelle. Le due strutture sono intervallate da due pilastrini divisori quasi completamente rasati.
Al centro della chiesa inizia ad emergere una struttura ad una quota altimetrica inferiore al presunto livello pavimentale che fa ipotizzare la presenza di una cripta.
Le fonti storiche riferiscono infatti che la chiesa era dotata di tre sepolcreti sotterranei.
La chiesa era probabilmente intonacata, ma all’esterno rimangono poche e labili tracce.
I muri interni allo stato attuale di rudere presentano poco intonaco, ma le parti che viene ora portata alla luce, preservata quindi finora dagli agenti atmosferici e meccanici, rivelano una chiesa coperta da intonaco a sfondo bianco e frammenti sparsi o in situ di intonaco policromo; un pezzo ritrovato in uno strato di crollo ha riservato la gradita sorpresa di un frammento di iscrizione dipinta con le lettere in bruno “VIRG” e tracce di una lettera “M” maiuscola, il che prova che la chiesa era intitolata alla madonna, e che la scritta dovrebbe intendersi “VIRGINI MARIAE”.
Non mancano ritrovamenti di ceramica. Accanto ad alcuni frammenti rinvenuti nell’esteso strato di crollo, e quindi di abbandono e molto tardi, iniziano a comparire dopo la pulizia del crollo i primi frammenti parlanti.
Interessante, a prescindere dalla stratigrafia archeologica, il ritrovamento di un versatoio, probabilmente collegabile al rito battesimale.
Gli scavi proseguiranno fino a tutto il mese di settembre, con gli obbiettivi di completare la ripulitura e consentire una lettura completa ed esaustiva dell’edificio, anche al fine di renderlo fruibile ai cittadini e ai visitatori appassionati.
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