|
SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese |
SPECIALI PAGINA LIBERA |
Per fortuna Garibaldi è sbarcato...
Francesco Raspa |
Breve lezione (n.1) in favore di Ulderico Nisticò
Lezione n.1. Breve lezione ad uso e consumo di Ulderico Nisticò. Mi pare evidente che risulti necessario, al Nisticò, un breve corso di come si debba arrivare a fare una ricostruzione storica, partendo da dati di fatto e non da semplici citazioni. Partiamo da alcuni dati di natura statistica riguardo alla prosperità industriale e agricola del regno delle Due Sicilie. Fonte: Dalla periferia la centro. La seconda rinascita economica dell’Italia (1861-1890) Edizioni Il Mulino, Bologna. A cura di V. Zamagni (pg.42). I dati si riferiscono al momento dell’unità d’Italia (1861) ed i valori economici sono espressi in lire. Escludo i dati della Sardegna perché troppo piccola e dello Stato Pontificio perché incerti.
Lombardia (238 lire a fronte di 3.300.000
abitanti). Veneto (128 lire a fronte di 2.300.000 abitanti). Leggo dal Nisticò: una infinità di opifici tessili, che esportavano dovunque, e tanto che le nascenti industrie statunitensi copiavano illegalmente i brevetti napoletani. L’agricoltura esportava in grandi quantità in Francia…. Ma dico… stiamo scherzando? Dove ha letto di questa grande produzione agricola… sul Manuale delle Giovani Marmotte? Ma che razza di fonti è andato a consultare? E si badi… il dato è riferito a tutto il Regno, mica alla sola Calabria! Novecentomila abitanti di Parma e Modena producevano più del doppio, in termini economici, di oltre novemilioni di meridionali sotto i BORBONI!!!
Lombardia: 80 milioni. Ora, se si considerano che i 35 milioni di lire sono in relazione a oltre nove milioni di abitanti e che il Regno delle Due Sicilie si componeva di diverse regioni, a volere fare una media molto abbondante a favore della Calabria BORBONICA, si potrebbe immaginare una produzione di 4-5 milioni di lire. Ultima.
Lombardia: 53,7% di analfabeti Da aggiungere che il tasso di frequenza alla scuola primaria se in Piemonte, Liguria e Lombardia era superiore al 90%, nel sud Borbonico era solo del 18%. Per la prima lezione mi fermo qui. Nella prossima fornirò dati statistici sugli occupati nel settore metalmeccanico; quindi notizie sulle condizioni sanitarie, sui trasporti e più in generale sulle miserevoli condizioni del popolo meridionale nel regno delle Due Sicile. Per fortuna che Garibaldi è sbarcato! Nota. Non ho capito la battutaccia sui Templari. Né su quella che circola. Né perché dovrebbero farla. Io non mi occupo di Templari. Né faccio conferenze sui Templari. Andrò, giovedì 19 Agosto ad una conferenza sui Templari. Tra i relatori Francesco Gregorio Raspa. Non sono io. E non so neanche chi sia. Lo conoscerò quella sera. Comunque, il Nisticò coraggio non ne ha proprio. La battutaccia, se c’è la dica. Non lanci il sasso per poi nascondere la mano. E’ umiliante. Per lui. D’altronde, come storico lascia molto a desiderare. Non è neanche stato capace di capire che il Raspa della conferenza non sono io… Alla prossima lezione. Francesco Raspa |
Precisazioni sull'intervento
del dott. Lojacono
(Leggi
l'Articolo... ndr)
Altra cosa, come continuo a ripetere, ed in fondo
come lei stesso fa notare, è il lavoro dello storico. Lo storico è
un ricercatore serio, e soprattutto è una persona dialettica,
capace di confrontarsi con gli altri sulla base di dati e documenti
il più possibile attendibili. Cordialmente. Nota. Questo intervento non ha alcun scopo di imbonimento nei Suoi confronti. Non è nel mio stile. E’ solo un atto dovuto per chiarire alcune cose. E comunque è stata una lezione anche per me riguardo alla pacatezza dei toni (benché non sia sempre facile con alcuni “storici”…) . |
Breve lezione (n.3) in favore di Ulderico Nisticò
I numeri? Non sono chiacchiere. Ed i km di ferrovia sono facilmente certificabili. 4. A proposito dell’industria tessile, è noto a qualunque storico che essa era fortemente concentrata in alcune aree ben precise: la filatura serica nel bergamasco; quella della seta nel comasco ed i lanifici nel biellese, ancora nel bergamasco e nel vicentino. 5. La vita nelle campagne. Citiamo una fonte. Il deputato Giuseppe Massari nel maggio del 1863 scrisse una relazione che presentò in Parlamento relativa al brigantaggio che spiegava la vita dei contadini nel sud d’Italia. Ovviamente è di qualche anno dopo l’Unità perché evidentemente, quale uomo politico dei Borboni sarebbe mai andato a preoccuparsi della condizione dei contadini? “Le prime cause adunque del brigantaggio sono le cause predisponesti. E prima fra tutte, la condizione sociale, lo stato economico del campagnolo, che in quelle provincie, appunto, dove il brigantaggio ha raggiunto proporzioni maggiori, è assai infelice. Quella piaga della moderna società, che è il proletariato, ivi appare più ampia che altrove. Il contadino non ha nessun vincolo che lo stringa alla terra. La sua condizione è quella del vero nullatenente, e quand’anche la mercede del suo lavoro non fosse tenue, il suo stato economico non ne sperimenterebbe miglioramento. Dove il sistema delle mezzerie è in vigore, il numero dei proletari di campagna è scarso; ma là dove si pratica la grande coltivazione, sia nell’interesse del proprietario, sia in quello del fittaiolo, il numero dei proletari è seriamente copioso”. (A cura di T.Pedio: Inchiesta Massari sul brigantaggio. Relazioni Massari-Castagnola. Lettere e scritti di Aurelio Saffi. Osservazioni di Pietro Rosano. Critica della “Civiltà cattolica”. Lacaita, Mandria. 1983). Volendo, qualcuno può andare a cercarsi su internet un quadro di Teofilo Patini, dal titolo “Bestie da soma”. Non si tratta di asini. Ma di contadine sfinite. Dice il Nisticò: “… prima del 1860 non emigrò mai nessuno dal sud (…) questo mi basta per credere che si stava meglio qui che altrove”. Bene. Lo chiede a quelle Bestie da soma quanto si stava bene nel sud Borbonico. I Piemontesi non hanno trattato bene i popoli meridionali. Ma come li hanno trattati i Borboni? Conclusione della terza, breve (ovviamente) lezione: non mi risulta che il Nisticò abbia fornito documenti che comprovino l’affermazione che il Fazzari mandò in rovina le acciaierie di Mongiana per un palazzo a Catanzaro. Nè risulta che il Nisticò abbia fornito dati sull’industrializzazione della Calabria. Altra cosa: il Nisticò dimostri, scritti alla mano, la mia tesi secondo cui Ulisse (povero Ulisse!) sia giunto a Tiriolo. Allora, compitino da svolgere a casa: fornisca dati oggettivi. Ricerchi le fonti. Come fa, appunto, uno storico. Nella prossima lezione parleremo del “catasto”. A
dimostrazione di quanto fosse florida ed enorme la
produzione agricola nel Regno dei Borboni. Per fortuna è sbarcato Garibaldi! Ulteriore nota. La battutaccia sui templari. E’ così cretina, che suppongo circoli in un ambiente di individui poco dotati del dono della brillantezza intellettuale. Francesco Raspa |
Soverato Web non è responsabile del contenuto degli Articoli Pubblicati |
SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese
|