Soverato Web | Madonna di Portosalvo

Egregio Direttore,

la ringrazio per avermi messo a conoscenza della lettera aperta a me indirizzata, tramite il suo sito, da chi, probabilmente amareggiato da vicende e vicissitudini, a me sconosciute, ma, per lo Stesso, sicuramente, molto frustanti e mai assorbite, vuole cogliere l'occasione per screditare il sottoscritto e, sotto sotto, una intera giornata dedicata con fervore, e senza fini reconditi, magari meglio a lui noti, per un servizio reso alle persone ammalate, lontane, impossibilitate a vivere da vicino, e con profonda fede, la festa e la processione della Madonna di Portosalvo, meglio ricordata come “processione a mare.”

Nella lunga diretta, ribadisco diretta, oltre tre ore, con il reverendo salesiano di Soverato don Pasquale Rondinelli al mio fianco, si sono toccati diversi aspetti della tradizione popolare, dalla fede che lega i soveratani alla Madonnina di Portosalvo, alla devozione di tante persone, indigene e non, che la seconda domenica di Agosto affollano il litorale nostrano per render omaggio, quando non donare tutti se stessi, ad una festa religiosa che oramai è entrata nei cuori di tutti.

Non sarebbe mai stata intenzione del sottoscritto, ne di tutti quelli che hanno lavorato alla trasmissione, siano essi giornalisti, operatori, tecnici e produttori, offendere la dignità di alcuno e, se ciò è accaduto, sono il primo, umilmente, a chiedere scusa a tutte le persone che si siano sentite offese. Non mi era comunque sembrato offensivo nei confronti di alcuno, salvo il signore in questione, che subito è corso dall'amanuense di turno (capisco ora la freddezza di chi ti incontra e non ti gratifica dello sguardo mentre ti saluta, forse ripensa ai tanti anonimi che di solito lo investono dei più disparati commenti, non certo benevoli, per le sue esternazioni!!!), dicevo, non era apparso offensivo neanche a don Pasquale affermare che, da qualche anno la festa di Maria di Portosalvo, come succede in tutte le parrocchie del mondo, ha assunto un carattere più religioso con la presidenza del Comitato da parte del Parroco, sapendo, come è nella conoscenza comune, che la “Chiesetta dei Pescatori” è di proprietà della famiglia Caminiti e, a mia memoria, ma qui certamente sbaglio non essendo io suvaratano purosangue, sempre ottimamente gestita da quella santa persona che è stato il compianto diacono, professore Antonio Illiano. Le tradizioni marinare spesso hanno portato alla devozione per un salvataggio insperato, e quindi alla costruzione di luoghi di culto privati, poi assurti a chiese vere e proprie (un esempio molto vicino a noi e la chiesetta di Piedigrotta a Pizzo!)

Dicendo questo non si offende la memoria di quanti hanno dedicato la vita alla Madonna di Soverato, ne li si taccia di ateismo; li si ricorda sempre con devozione e li si ringrazia con affetto immutato per l'opera meritoria prestata in prima persona e attraverso i figli, e i figli dei figli. A queste persone: Grazie! e rinnovo le mie scuse se vi ho offeso.

Un po' meno mi devo scusare con chi certamente ha vissuto in maniera diversa, magari con un po' di prosopopea eccessiva, una attività e un contributo che, di solito, si dona alla gente, e alla città, senza pretese eccessive! Far parte di un comitato è servizio, non volontà di fare ciò che si vuole, e quando qualcuno mette un po' d'ordine nel marasma in cui lo si è precipitato, subito partono le crociate al contrario, spesso affiancati dal Brancaleone di turno!

Tranquilli, siamo a Ferragosto, ...Antò, fa caldo!!!

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