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Lettera aperta al professore U. Nisticò
Seguo da poco Soverato Web esattamente da quando una mia collega mi consigliò la telenovela tra lei e Claudio Maria Pennisi. Premesso, che proprio stilisticamente non c’è paragone: quando scrive Pennisi è veramente travolgente, graffiante e ironico, ed ora comincio a capire anche perché lei si “irrita” tanto. La cosa più grave però lei l’ha sparata contro noi donne criticando Miriam Santopolo e tutti i manifestanti contro il malgoverno di Berlusconi. Spero che pubblichiate questa lettera perché vorrei dire al professore che le donne hanno sempre lottato contro i soprusi, le ingiustizie, le angherie e la violenza fisica e morale, schiacciate dalla prepotenza maschilista che vorrebbe la donna votata alla sofferenza , alla sopportazione, al sacrificio per la realizzazione dei progetti e dei desideri degli uomini fin dal concepimento e continuando con la gravidanza, il parto, l’allattamento, la cura di figli, marito, alimentazione, igiene, ecc. Caro professore, parli delle molte donne nel mondo ancora costrette a battere i marciapiedi per fame o con minacce, e quelle relegate a sottoprodotto umano senza diritto di voto, di istruzione, di pensiero, di lavoro, di libertà. Fortunatamente in molti Stati le donne stanno conquistando diritti e ruoli sempre più importanti, anche se la società di sempre improntata e stereotipata al maschile non riesce a tollerare. Caro professore, le donne non sono tutte come quelle che evidentemente ha conosciuto lei. La maggior parte di noi non ha mai posato svestita e non ha usato il corpo per corrompere o scalare facilmente carriere ne’ certamente si fitta a maniaci frustrati disposti a compensare lautamente e se qualcuno, liberamente, lo fa è certamente a titolo personale senza mandato a rappresentare il genere. La storia che lei propone penalizza l’onestà: per ogni pagina che mediocremente cerca di tramandare ne distrugge e disconosce altre mille che parlano di donne che hanno lavorato, lottato e amato onestamente e che meritano riconoscenza e rispetto alla stregua di tutti gli uomini giusti e onesti che non possono essere rappresentati o paragonati a papponi, camorristi, mafiosi e assassini. I “Berlusconi” di Soverato o di qualunque altra parte del mondo non hanno nessun diritto di legge ed etico di considerare le donne, specialmente se minorenni, come merce da mercato da pagare, usare, prestare ad amici e conoscenti, anche perché mi sembra che alla fine il conto lo stiamo pagando tutti noi in termini economici e di inefficienza governativa, senza considerare poi come può sentirsi il tizio accusato a Milano di aver rubato una gallina ad essere giudicato da magistrati che il nostro capo del governo non ha esitato a definire… Senza bisogno di ulteriori discussioni, Silvio B. è Premier per tutelare tutti noi, non solo se stesso, da questi tizi che reputa “ripugnanti amministratori d’ingiustizia”. Gli italiani e le italiane gli hanno dato la massima fiducia e potere, se non riesce, già solo per questo, sarebbe giusto che togliesse il disturbo. SE NON ORA, QUANDO? Rosa Parentela ARTICOLI CORRELATI: |
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