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Rubrica di Salute & Benessere a cura di Filippo Apostoliti

Numero 11 - Per eventuali Richieste e Consigli scrivere a: info@soveratoweb.it


   


Il mal di schiena e gli strani segnali del corpo

Quante volte mi è capitato di udire la citazione “ascolta te stesso”? Tante, non vi è dubbio. 

Ma è sempre così opportuno seguire questa indicazione? 

Può succedere che alcune volte l’organismo ci mandi segnali errati, facendoci confondere?

La risposta è ovviamente positiva, ma non dobbiamo preoccuparci. Possiamo evitare complicazioni con piccoli accorgimenti.

La caviglia e la schiena

Poniamo che un ragazzo durante una partita a calcetto si faccia male alla caviglia. Nulla di serio, per carità. Quanto basta per saltare un paio di partite del fine settimana, continuando però a muoversi nella normale quotidianità. Dopo qualche giorno, si lamenterà di avere la schiena dolorante, comincerà a preoccuparsi e provvederà a fare qualche puntura, certo di avere una lombalgia presa chissà come.    

Cosa è successo veramente?

Se il ragazzo avesse avuto un grave infortunio alla caviglia sarebbe rimasto a riposo. Fortunatamente, l’incidente è stato leggero e questo gli ha consentito di continuare la vita di sempre, senza accorgersi, però, che la gamba lavorava male. In pratica, non si accorgeva di posare male il piede, costringendo i muscoli della gamba a movimenti irregolari ed obbligando la colonna vertebrale ad assumere posizioni anomale per mantenere in equilibrio il corpo.

Risultato? Il mal di schiena è quasi automatico. Non potrebbe essere diversamente, perchè con una gamba che lavora male il muscolo lombare( il fondo schiena) ne risente, si indurisce e produce dolore. Fino ad arrivare all’infiammazione del nervo sciatico che porta il dolore dalla schiena alla gamba.

E la caviglia?

E’ ancora lì, che prova a fare bene il suo lavoro, ma con scarsi risultati al punto di aver scatenato il dolore da un’altra parte del corpo.

Di chi è la colpa?

Non possiamo addossare ogni demerito al ragazzo: la caviglia non gli faceva un gran male e poi si è dovuto preoccupare dell’improvviso mal di schiena.  

Forse potremmo prendercela con il nostro organismo che ogni tanto ci svia!  

Le mezze stagioni ed il mal di schiena

 L’estate è finita. Siamo rimasti spaparanzati sulla battigia per tre mesi di fila, esposti al sole e rosolati in ogni centimetro di pelle.

Siccome le mezze stagioni non esistono più, passiamo rapidamente dal caldo afoso al freddo umido e di colpo arriva il mal di schiena.

Perchè?

Il nostro corpo è una accozzaglia di fenomeni biofisici. Ci attraversano fenomeni fisici come i campi magnetici sparsi qua e là, potenziali elettrici che innescano i segnali nervosi e principi di termodinamica da tutte le parti.

In soldoni vuol dire che il nostro organismo è capace di accumulare energia termica. Proprio così. Se le radiazioni solari servono a rendere più scura la nostra pelle e a permetterci di indossare capi coloratissimi che spiccano di più, non dobbiamo dimenticare che il calore al quale ci esponiamo viene in qualche modo accumulato dal nostro corpo.

Volgarmente verrebbe da dire che in tre mesi si è scaldato e come la cenere rimane caldo per un bel po’.

Quando arriva il cambio di stagione e la temperatura si abbassa, il nostro corpo comincia a rilasciare il calore che ha immagazzinato e quindi non percepisce prontamente il freddo. Così possiamo giustificare quei bizzarri individui che a diciotto gradi continuano imperterriti a stare con la maglietta a maniche corte.

Questi individui, però, subiranno una punizione per il loro abbigliamento. Si, perchè i muscoli della schiena sono i primi a risentire delle condizioni ambientali, e contratti dal freddo lavorano male, causando l’indolenzimento del muscolo lombare e il rischio di una infiammazione del solito nervo sciatico.

Anche questa volta l’organismo ci ha preso in giro, non facendoci avvertire del freddo che arrivava.  

La palestra e il mal di schiena

Se l’estate è finita, tocca escogitare un modo per superare l’inverno. I meno propensi alle esibizioni artistiche riscoprono la voglia di andare in palestra.

Un po’ di moto, gli addominali da scolpire per l’estate successiva e la voglia di stare bene la dovrebbero fare da padrone. Ma l’idea di avere di troppo qualche anno e qualche chilo non ci sfiora neanche per la testa. Finisce così che ci sentiamo dei leoni, pronti ad alzare pesi e a perdere litri di sudore.

Ma è sempre così?

Nelle prime tre sedute può capitare che il nostro corpo ci segnali che tutto va bene, che finalmente liberiamo tossine, che i piccoli doloretti sono solo dovuti all’azione di muscoli che prima non lavoravano.

Nelle tre sedute successive siamo pronti a spingere di più, scegliamo qualche manubrio più pesante e qualche esercizio più lungo.

Dopo le sei fatidiche sedute, il corpo si schianta.

Cosa è successo?

Un organismo poco allenato è in grado di accumulare con facilità energia, che difficilmente però disperde. Voglio dire che non è “allenato” a rilasciare l’energia accumulata col moto. Gli atleti, al contrario, hanno la capacita (e in questo consiste il vero allenamento) di accumulare e disperdere energia il più rapidamente possibile.

Ecco che durante le prime tre sedute ci sentiamo bene perchè finalmente abbiamo la sensazione di eliminare tante tossine (col sudore) e ci pare che il corpo si stia riattivando (l’ho sentita con le mie orecchie, giuro!).

Così, nelle tre sedute successive ci diamo dentro ancor di più, certi che staremo ancora meglio.

Ma se il nostro flaccido organismo è poco allenato non riuscirà a disperdere l’energia ed anzi ne accumulerà soltanto.

Ad un certo punto raggiungerà il limite e comincerà a far lavorare male tutti i muscoli. Risultato?

Indolenzimento generale o delle parti più impiegate.

Cosa fare?

Se preferiamo i pesi, il primo mese sarebbe meglio andare in palestra solo due giorni a settimana e per non più di un ora per volta.

Per altri esercizi, di solito è già contemplata una partenza più leggera il primo mese.

Certo che se il nostro corpo ci avesse detto tutto dalla prima seduta, questi problemi non li avremmo avuti!

La fisioterapia e il mal di schiena

Ci sono diversi pazienti che soffrono di continui mal di schiena, spesso associati a problemi di cervicale. Proprio per evitare le continue somministrazioni di farmaci viene loro consigliato di fare sedute di fisioterapia.

E’ indubbiamente una pratica che può giovare al paziente, che soffre di problemi neuro-muscolari.

In qualche raro caso, può capitare che il paziente dopo una seduta possa cominciare a manifestare senso di affaticamento, debolezza e perfino fastidiose vertigini.

Si misura subito la pressione e verifica che non ci sono problemi cardiovascolari.

Ma allora cos’è successo?

Durante le sedute può capitare che ci sia stata una anomala pressione sulle carotidi, con evidente riduzione di sangue al cervello. E’ un fenomeno che perdura di solito per tre o quattro giorni, e desta sempre grande allarme nei paziente.

C’è da capirlo: uno va dal fisioterapista per il mal di schiena e per dolori alla cervicale e si ritrova buttato nel letto, spossato, fiacco e con la stanza che gli gira intorno.

Il consiglio

Rileggendo i vari esempi vi accorgerete che molto spesso il nostro corpo è afflitto da qualche piccolo malanno e tuttavia vi manda segnali di altro tipo e non facilmente riconducibili al malanno in questione.

Ricordatevene quando dovrete raccontare al vostro medico di fiducia quel che vi succede: è il modo migliore per non perdere tempo a curare il sintomo, lasciando che si concentri sulla causa effettiva.

N.d.R

La prossima volta cercheremo di capire come è fatto il vaccino antinfluenzale e a chi serve veramente.

A presto.

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