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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

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ELOGIO DEL POPOLO BASSO

 Ho tenuto conferenze, conversazioni, presentazioni di libri, interventi estemporanei in Cardinale, Davoli, Sant’Andrea, Satriano, Soverato Superiore eccetera, in piazza e di fronte ad un pubblico di “popolo basso”, e sempre con grande successo ai suoi occhi. C’erano, in tanti, i paesani, pochi dei quali, credo, si fregiano di titoloni di dirigente scolastico, professore, avvocato, ingegnere, dottore e, in versione sospetta, dr., eccetera, ma sono contadini, artigiani, casalinghe, mamme e nonne: il popolo. Chi manca, di solito, alle manifestazioni di piazza di natura culturale? Presto detto: il dr., il dottore, l’ingegnere, l’avvocato, il professore, il dirigente scolastico, l’intellettuale in genere. Mancano, costoro, e mancano, spesso, i responsabili, udite udite, istituzionali: che parolone!

 Li incontro il giorno dopo, e, rossi di vergogna ma fingendo di darsi un tono: “E non me lo potevi dire prima? Tu lo sai quanto mi interessano, queste cose. Peccato che proprio ieri avevo un impegno”. Guarda un po’! Lo so, quanto interessano a costoro queste “cose”: zero.

 E perché mancano? Intanto, perché non ci possono guadagnare niente. Quando c’è la riunione di certe associazioni, tutti presenti: ma è come timbrare il cartellino, è un lavoro, e sanno loro che ci devono prima o poi ricavare. Ma Filangieri, la festa di san Rocco, san Vittore... non gli entra niente in tasca, perciò, a casa, a dormire.

 Perché hanno il cervello fatto a compartimenti stagni: magari sono bravi medici e persino bravi professori di una certa materia. Ma un’apertura mentale, una divagazione, una curiosità, mai! L’ultimo libro che certi colleghi e annessi hanno letto è quello di testo!

 Perché schiattano di presunzione e di invidia. Magari si sono fatti la fama di “grande uomo di cultura”, e se dovessero parlare, tutti si accorgerebbero che non è vero un accidenti.

 Attenzione, mica c’è solo la cultura. Il popolo basso, beato lui (e con lui anch’io, che ci sto in mezzo volentieri), si sa ancora divertire con poco: una bella musica nostrana, una tarantella, un mezzo corteggiamento che nasce e muore nel volgere di una danza, una salsiccia e un bicchiere di vino.

 Chi manca, ai sani divertimenti del popolo? Come sopra: l’intellettualone. E allora, se libri non ne scrive, conferenze non ne tiene, che intellettuale è? E se non beve il vino e non mangia salsiccia, non è né intellettuale né popolano. Poveraccio, muore di noia.

Ulderico Nisticò

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